Torre











Garitta

Masseria Madia Diana

La masseria si sviluppa in più corpi ,realizzati nel corso dei secoli : il suo nucleo originario è costituito dalla torre medievale e dalla chiesetta. La torre superstite delle due che davano il nome al sito , è a pianta quadrata e si sviluppa snella e alta , con prospetti molto semplici realizzati in conci calcarei; sulla facciata verso la corte si riconoscono tracce di monofore a tutto sesto murate. La sommità si conclude con una colombaia che ha sostituito la merlatura. Lateralmente si trova la bellachiesetta dedicata a S. Felice, ad aula unica coperta da cupola e munita di bifora con colonnina centale.
Gli altri corpi della masseria , probabilmente costruiti utilizzando settori murari preesistenti, denunciano la destinazione d'uso: nel versante settentrionale è stata realizzata una bassa costruzione nella quale si aprono due larghi portali che permettono l'accesso alle stalle e ai depositi.
Il corpo residenziale a due piani si sviluppa con pianta ad "L", e presenta semplici finestre architravate ,sormontate da arco di scarico : in alto il volume è definito da un cornicione modanato aggettante e presenta due garitte pensili a pianta circolare e copertura a cupoletta sostenute da mensole. Sotto il piazzale antistante la masseria è situato un ipogeo che sviluppa per circa 700mq, ed è raggiungibile per mezzo di una rampa di accesso. Lo scavo di realizzazione romana presenta atrio criptoportico e locali contigui. Nel 1753 la masseria è attribuita al nobile barese Gironda.
Proprietà
I Gironda ,famiglia di origine francese , scesero in Italia a seguito di Carlo I d'Angiò e si stabilirono a Squillace, Monopoli e Bari, nel 1400 entrarono a far parte del patriziato locale. Per tutto il secolo ed anche per il seguente ,la masseria restava in mano ai Gironda ;probabilmenta a Domenico Gironda si deve la realizzazionz dei corpi settentrionali.
Il toponimo Due Torri riferito alle due torri gemelle esistenti nel casale di Lucignano si ritrova per la prima volta nel 1475 e in seguito si riscontra nella Cartografia dei secoli XVII e XVIII e nel Catasto Onciario del 1753 ,anno in cui è attribuita al nobile barese Domenico Gironda. La denominazione Madia Diana si deve ai penultimi proprietari che hanno venduto la masseria alla società industriale Alco.


Bifore chiesa