PERSONAGGI ILLUSTRI




ANTONIO JATTA
 
Studioso dagli interessi molteplici e vari, si laureò a Napoli, a 22 anni in Scienze naturali e successivamente in Agraria nella scuola superiore di Portici. Fu chiamato a Ruvo dal padre Giovanni per amministrare i beni di famiglia e dopo averli inventariati, completò l'archivio della propria casa, migliorò le varie industrie acquistando nuovi attrezzi, avviò una completa trasformazione agraria. Si propose di far sparire quel latifondismo che rendeva le terre mal coltivate e aride e quindi le divise in piccole quote ai contadini con lunghi fitti e migliorie. La sua opera proseguì. Promosse l'istruzione agraria e la fondazione di consorzi e organizzò la cosiddetta società dei vini di lusso. Si interessò anche di archeologia, non tradendo le tradizioni di famiglia, fece studi sul Castello, Calentano, la Cattedrale. Antonio Jatta fu consigliere provinciale a 29 anni, diresse vari istituti oltre alla Commissione Provinciale di Archeologia. La sera dell' otto gennaio 1894, sfidando ogni pericolo, corse agli uffici della Banca agricola e Monte dei Pegni per salvare dalle fiamme gli oggetti dati in pegno dai poveri mentre in piazza Castello veniva incendiato il Municipio. A 50 anni fu deputato del collegio di Minervino Murge ma la politica lo distrasse dagli interessi di famiglia. Morì nel 1912.




ORAZIO TEDONE
Orazio Tedone nacque il 10 marzo 1870. Compì i suoi studi universitari a Napoli, dove conseguì la laurea in matematica. Fu professore nell'istituto tecnico di Milano, ebbe un incarico per insegnare meccanica nell'universitì di Pavia, nel 1898 fu chiamato nella università di Genova. L'operosità scientifica del Tedone inizia con alcuni lavori di idrodinamica e di elasticità ma la sua attenzione fu rivolta all'espressione analitica del principio di considerare il tempo come una quarta variabile spaziale ed il campo dove la funzione è limitata come una superficie a tre dimensioni di uno spazio quadridimensionale. Un lavoro precedentemente da lui pubblicato riguardava la teoria degli spazi a curvatura costante, definendoli come spazi, nei quali è possibile un movimento rigido. La sera del 17 aprile 1922, veniva trovato in pietose condizioni sopra un binario della stazione di Pisa, aveva gravissime ferite agli arti inferiori. Nonostante le cure da parte dei sanitari, spirava verso le 10 del mattino successivo. Così, tragicamente, a soli 52 anni di età finiva l'esistenza del professor Tedone, uno dei più laboriosi ad onorare la scienza matematica del nostro sec.
 




BARTOLO DI TERLIZZI
 
Educatore, fu molto amato e stimato soprattutto per il suo servizio alla collettività e all'ambiente. La sua missione non si limitò allo spazio ristretto dell'aula e al numero degli alunni ma varcò i confini della scuola proiettandosi su una realtà più universale. Fu precursore di modelli e tecniche didattiche oggi largamente acquisite dalla moderna pedagogia: esercizi ginnici, programmi ripartiti intorno a centri di attività, ricerche svolte singolarmente e a gruppi, insegnamento della storia attraverso la drammatizzazione. Era sua convinzione che il cittadino si forma e si realizza attraverso una buona conoscenza della storia locale. Nel 1907, Bartolo Di Terlizzi fu costretto ad emigrare in Svizzera, a Lucerna, ove si distinse come maestro. Tornato a Ruvo, continuò la sua attività politica insieme a Gramegna, Ficco, Pellicani. Nel 1934 si ritirò allo insegnamento perchè colpito da una grave infermità. Morì nel 1951.




GIOVANNI JATTA
Figlio di Francesco, nipote di Domenico Cotugno, compì i suoi studi a Ruvo perfezionandoli nel seminario di Nola; a Napoli si laureò in Gurisprudenza. Il 1799 segnò la fase più acuta dell'odio verso la prepotenza baronale e a Ruvo erano frequenti insurrezioni che preoccupavano molto anche il governo repubblicano. Giovanni Jatta seppe riportare la calma. Ritornato a Napoli, difese gli interessi di Ruvo nella legge sul tavoliere rivendicando il diritto di proprietà per i suoi concittadini. Continuò la sua professione di avvocato, acquistò molte proprietà dalla Casa di Andria nel 1809 avviando, qualche anno dopo, la raccolta di vasi che formarono il primo nucleo della collezione Jatta che rimase l'obiettivo più caro della sua vita. Negli anni che seguirono, vista la ricchezza del sottosuolo ruvese, si scatenò una vera mania per gli scavi. Jatta, che aveva già una invidiata raccolta cominciò ad effettuare una scelta dei reperti. Il suo sogno, quello di raccogliere tutti i reperti un unico museo fu posto in essere dalla cognata e dal fratello, definitivamente realizzato poi dal nipote, con sede appositamente costruita come casa-museo. Morì nel 1844.
 




DOMENICO COTUGNO
 
Uomo che ha dato un notevole contributo allo sviluppo della medicina tanto da essere stato denominato il "Nestore della medicina". Nacque nel 1736, suo padre Michele era un modesto agricoltore appartenente all'antica casata dei Cotugno. Viste le doti del figlio, suo padre Michele lo inviò a Napoli presso i padri della compagnia di Gesù e non trascorsero nove mesi che la fortuna lo favorì per la prima volta. La sua assistenza ai malati, il suo insegnamento ai giovani, lo resero ricco di dottrina, conseguì la laurea in medicina e ad appena ventiquattro anni scoprì gli acquedotti delle orecchie, scrisse molti libri sulle malattie delle donne, sulla pleurite etc.. Superò brillantemente gli esami sulla diagnostica delle orecchie, degli occhi e della lingua. Cotugno fu il primo a servirsi della pila per la cura di parecchie malattie spingendo sin d'allora lo sguardo sull'avvenire della scienza medica. Cotugno, poi, lasciò l'ospedale e cominciò a soffrire, nell'anno 1810 fu colpito da vertigine caduca e il 6 ottobre 1822 morì e fu seppellito nella chiesa dei padri missionari in Napoli. Nel suo testamento lasciò tutti i suoi guadagni (100.000 ducati) all'ospedale degli Incurabili. La città di Ruvo non è stata immemore del suo illustre figlio e gli ha attribuito grandi onori.




DOMENICO ANDREA SPADA
Figlio di Vincenzo e Teresa Vituli. La sua famiglia, immigrata da Spinazzola, si trasferì a Ruvo nei primi anni del 1800, dopo aver acquistato dal Orazio Rocca un palazzo. Studiò a Molfetta quindi a Montecassino e Roma dove si laureò in Giurisprudenza. Rientrò a Ruvo e si occupò della vita pubblica e politica. Liberale convinto, invitò tutti i candidati ad un proficuo impegno dimenticando le diverse ideologie partitiche e le origini al fin di garantire gli interessi della propria terra. Nella sua veste di sottosegretario di Stato, Domenico Andrea Spada fissò 5 punti per la soluzione della questione agraria: terra agli agricoltori, cooperative agrarie su terre demaniali, provvidenze, assicurazione per gli infortuni sul lavoro, istituzione di organismi a vari livelli. Con l'avvento del fascismo si cercò di avvicinare gli uomini più influenti dell'elettorato ruvese per candidarli. Uno di questi fu Domenico Andrea Spada invitato ad entrare nel famoso "Listone". Preferì rinunciare ed abbandonare definitivamente la politica. Morì nel 1938.
 




FRANCESCO RUBINI
 
Nato il diciannove maggio 1817, trascorse una gioventù laboriosa e ricevette i primi insegnamenti presso la scuola dei padri Scolopi, la quale era la fucina del patriottismo; Sostenne a Trani gli esami dei primi due anni di legge ed a Napoli si laureò in giurisprudenza. Cominciò da questo momento il suo magistero democratico sociale, si fece fervente cospiratore di libertà ritornò a Ruvo dove si unì in matrimonio con Clementina Quinto che con lui divise le pene ed il carcere tanto da morire alla giovane età di trentasette anni. Nel 1847 comincia la sua attività politica, infatti in tutta Italia fervevano i preparativi per l'indipendenza, i patrioti ruvesi prendevano misure contro lo spionaggio borbonico. Fu, poi, arrestato e processato a Trani sotto l'accusa di aver organizzato in Ruvo una setta Mazziniana. Rimesso in libertà, fu sottoposto ad una speciale custodia; ma egli riuscì ugulmente a lottare stampando articoli che lo tenevano in comunicazione con i patrioti delle altre città. Fu chiamato, poi al comando della guardia nazionale ma era ormai giunto ad una certa età e si ritirò dalla vita politica; Morì nel 1892. Tutti noi ruvesi siamo grati alla sue esistenza, spesa tutta per la libertà della patria.




NICOLA CASSANO
Nato il 2 gennaio 1857, appassionato di musica, ebbe i primi insegnamenti dagli zii. Conseguì a ventuno anni il diploma di piano e composizione e si dette all'insegnamento a Napoli. Dalla città partenopea riceveva grandezze ed onori indicibili per lo sfolgorio brillante del suo artistico ingegno. Alla sua prima rappresentazione fu presente il grande poeta e musicista Riccardo Wagner già maestro di cappella al teatro reale di Dresda. Nicola Cassano dimorò a Napoli per oltre un decennio e la sua fecondità di compositore fu notevole soprattutto per l'originarietà dei lavori. Abbandonata Napoli, Cassano si trasferi a Bari ove numerosi furono gli allievi che, da ogni parte della regione accorrevano alla sua scuola. A Bari, Nicola Cassano compose " il canto dell'usignolo " e "Meditazione" per strumenti ad archi e "la serenata spagnola " per piano e violino. Morì a Bari il 25 gennaio 1915 tra l'amarezza ed il cordoglio profondo dei suoi discepoli e dei ruvesi tutti.