STORIA DEL MUSEO

Il Museo Jatta e' un importante collezione di reperti archeologici, datati tra l'VIII e il III secolo a. C., ospitata nell'omonimo palazzo in Ruvo di Puglia.
Il Museo e' composto essenzialmente da ceramiche, alcune di fittissima fattura, provenienti dall'antica necropoli ruvese.
Del famosissimo centro ceramico della Magna Grecia che Ruvo rappresento' per lungo tempo, tutti i piu' grandi musei del mondo (Londra, Monaco, New York, Roma, Napoli, Taranto, ecc..) posseggono qualche testimonianza; la stessa Ruvo, oggi, annovera nel suo patrimonio artistico e storico questa ricchissima collezione di vasi per l'opera di due insigni cittadini, Giovanni e Giulio Jatta, fondatori e creatori del museo.
Verso l'inizio del secolo scorso (1810-1835), in seguito a qualche casuale e fortunato rinvenimento archeologico, la citta' fu sottoposta ad una serie innumerevole di scavi da parte dei contadini, proprietari terrieri, ricettatori di altre province, dopo che si fu sparsa la voce del valore di quei rinvenimenti.
A giusta ragione, Giovanni Jatta nel suo "Cenno storico sull'antichissima citta' di Ruvo nella Peucezia" afferma che "la speculazione de' scavamenti comincio' allora a porsi di moda; ma nell'anno 1822 giunse al furore e fu portata ad un punto da non potersi oltrepassare".
Molti dei reperti venuti alla luce presero la via di Napoli, allora capitale del Regno, per disperdersi poi in altri paesi stranieri.
Approssimativamente a questo periodo risale l'idea dei fratelli Jatta di dare vita ad una raccolta sistematica degli oggetti e dei vasi ritrovati nel corso degli scavi, anche per evitare che andassero perduti al di fuori della citta' di origine. Inizio' cosi', un'opera quantomai ardua e assai onerosa economicamente, in un clima di vile compravendita instauratosi intorno a quei vasi.
Il Museo Jatta, tra le piu' invidiate raccolte private internazionali, e' il frutto di quei sacrifici e della lungimiranza dei suoi fondatori.
Vale la pena di ricordare, ancora, l'opera della signora Giulia Viesti, moglie di Giulio Jatta, allorche', nel 1845, suo cognato Giovanni lascio' al Governo Reale, per decisione testamentaria, il diritto di acquistare tutta la collezione e di trasferirla nella Regia Casa degli Studi di Napoli.
La signora Viesti si adopero' per evitare questo trasferimento e prego' il Re di rinunciare al suo diritto. Il rescritto del 2 Settembre 1848 rappresenta la rinuncia ufficiale del Re all'acquisto dell'intero museo.
A Giovanni Jatta junior, invece, si deve l'attuale sistemazione della raccolta e il catalogo descrittivo del museo.
Una nota di merito vada, infine, agli attuali eredi del Museo Jatta, che nel tempo ne hanno custodito l'integrita' ed il valore.