DALLE
ORIGINI ALL'EPOCA PEUCETA
Ruvo
era sita sulla strada che dal Pulo conduceva a Matera. I suoi
abitanti vivevano in villaggi di
capanne, fabbricavano stoviglie di creta non
trascurando l' ornamento del
proprio corpo. Ma le prime tracce della presenza di Ruvo si hanno nella
preistoria (eta' del bronzo) quando era abitata dagli Ausoni con una
popolazione di 14.000 abitanti e un perimetro
di 900 metri. Tra i popoli
ausonici, sull'altipiano della Puglia centrale si
stabilirono i Morgeti, da cui
probabilmente il nome di Murgia. La parte
sud della citta' pare fosse
dedicata al culto di Noe', donde il nome ad una
piazza e ad un pozzo di acqua
sorgiva sito nelle immediate adiacenze
dell' abitato. Quando
intorno al 1100 a.C. sbarcarono i cosiddetti
popoli della seconda invasione, il
territorio pugliese fu occupato dagli Japudi mentre i Morgeti emigrarono
verso la Calabria.
L'uomo ruvese in questa eta' era
molto attivo come testimoniato da
alcuni reperti in bronzo degli
inizi del secondo millennio e da lame di
selce e di ossidiana rinvenute nei
pressi della contrada Montedoro. Altri
documenti riferibili a tale data
sono oggetti di ornamento in bronzo, fibule, pendagli provenienti da tombe
a tumulo. Oggetti che attestano, tra
l'altro, le relazioni commerciali
tra le due sponde dell' Adriatico.
L'eta' del ferro e' caratterizzata
dall'avvento dei Peuceti che nel 473
a.C. estesero il proprio dominio
fino all'Ofanto, conquistando successivamente Ruvo. Quasi certamente era
gente di origine sabellica (antica popolazione
italica) che sarebbe scesa dai monti dell'Appennino toscano nel V
sec. a.C., dopo essere stata
sottomessa ai Romani, infondendo un vigore
montanaro agli abitanti della
pianura pugliese. Si trattava di un popolo di
Aborigini spinti dalle invasioni
degli ltalici ad occupare la Japigia.
Fu Peucezio, con un gruppo di
Arcadi, a sbarcare "super Japigiae
promontorium" dando il nome di
Peucezia alle terre conquistate. Muniti di
una salda organizzazione civile e
militare, avviarono un processo che influenzo'
culturalmente la Puglia, sottraendo Ruvo dalla cultura dauna. Il loro
territorio si estendeva dalla costa a Silvium (nelle adiacenze di Gravina)
e
dall'Ofanto a tutta la zona di
Egnatia (5000 Kmq. circa) e la loro monarchia
era modellata sul tipo di quelle cantate da Omero. Una parte delle
terre spettava al re, una parte ai
sacerdoti e la terza era quotizzata tra la
popolazione. Sede dei re peuceti
fu Ruvo con un porto naturale (Respa oggi identificabile nella cala S.
Giacomo presso Molfetta in direzione Bisceglie) e con un conio di monete
in puro argento. E' certo che la citta' si chiamasse Rhyps (leggi Riups,
donde Respa come variante apofonetica) sita al
centro della Regione, cinta da
alte e spesse mura e dove l'originario dialetto
japigio resistette per parecchio tempo nonostante la diffusione dell'
ellenismo.
Ruvo divenne una citta'
economicamente florida con molte botteghe
di oreficeria e fabbriche di
ceramica. Appunto quest' ultima arte comprova l'indubbia
presenza dell'uomo fin dal VIl sec. a.C. Un benessere testimoniato dalla
presenza nelle tombe di oggetti in metallo, bronzo e oro. lntomo al 300
a.C. e fino al 200, Ruvo comincio' a coniare monete d'argento e di bronzo.
Dal punto di vista commerciale, oltre allo sbocco marittimo, la citta'
strinse alleanza con Silvium, collegata con una strada a sua
volta proveniente da Respa.
Di questo periodo (seconda meta'
del V sec.) e' un dipinto rinvenuto
nel 1833 nei pressi dei Cappuccini
che circondava la cosiddetta "tomba
del guerriero" molto ricco di
decorazioni e raffigurante delle danzatrici. Un
primo esempio di danza funeraria
che trovasi oggi nel Museo nazionale di
Napoli
e che costituisce uno dei momenti piť significativi della pittura
apula. I sei pannelli presentano
36 figure che avanzano verso destra a lento
passo di danza. La "processione"
e' interrotta da una donna rivolta a sinistra, da due giovani in tunica
corta e da un terzo che, suonando la cetra,
ritma il passo di una danza
che non avendo un carattere prettamente funerario, lo assume nella tomba
di Ruvo.
La floridezza della Ruvo
peuceta la si puo' ammirare nei reperti archeologici raccolti nel museo
Jatta, rinvenuti nei primi decenni del XIX
sec. quando Ruvo divenne ambita
tappa di studiosi e collezionisti. L'importanza
del vasellame conferma i rapporti della citta' peuceta con quelle
di oltre Adriatico grazie al porto
Respa. Ruvo importo' vasi per circa due
secoli e nel V sec. giunsero
pregevoli reperti a conferma del prestigio culturale ed economico
raggiunto. Tra questi il vaso di Talos. Grazie all' opera
di facoltose famiglie come Jatta,
Lojodice, Caputi, Fenicia che istituirono
veri musei privati fu troncato
quel mercato che portava a lauti guadagni
ma privava Ruvo di importanti
tasselli della propria storia.
CRONOLOGIA GEOLOGICA
ERA ARCHEOZOICA O ARCAICA - 2850 milioni di anni fa ERA PALEOZOICA O PRIMARIA - 500/200 milioni di anni fa ERA MESOZOICA O SECONDARIA - 190/120 milioni di anni fa
ERA CENOZOICA O TERZIARIA - 54/6 milioni di anni fa caratterizzata da: - periodo eocenico: durata di circa 20 milioni di anni con sviluppo di rettili e mammiferi - periodo oligocenico: sviluppo della flora di tipo umido - periodo miocenico: comparsa di camivori e cetacei - periodo pliocenico : durata di 10 milioni di anni caratterizzato da una intensa attivita' vulcanica con sprofondamenti del Me- diterraneo. Prima comparsa di scimmie antropomorfe.
ERA ANTROPOZOICA O QUATERNARIA - 600 mila anni fa caratterizzata da: - periodo glaciale: abbassamento generale della temperatura - pleistocene: grandi glaciazioni e comparsa dell' uomo - olocene: ritiro dei ghiacciai ed evoluzione dell' uomo.
ETA' DELLA PIETRA ROZZA O PALEOLITICO ETA' DELLA PIETRA LEVIGATA O NEOLITICO: primi insediamenti agri- coli, allevamenti di animali, primi monumenti me- galitici (dolmen) risalenti al 500014000 a.C.
ETA'
DEL RAME O ENEOLITICO - 2500 a.C. ETA' DEL BRONZO - 2000 a.C. ETA' DEL FERRO - 900 a.C., ultima epoca della prei- storia. |