MONUMENTI STORICI

La Cattedrale

La Cattedrale di Ruvo, una delle piu' note chiese romaniche di Puglia, fu edificata tra il XII e XIII secolo sui resti di piu' antichi edifici culturali. Recenti scavi sotto il pavimento della chiesa (resi fruibili) hanno infatti evidenziato una successione di presenze che da resti urbani di eta' romana porta ai tempi immediatamente successivi al cristianesimo quando la citta' divenne sede vescovile; seguono i resti di una cattedrale romanica (ne rimangono i pilastri circolari e cruciformi oltre a frammenti di affreschi), crollata intorno all'XI-XII secolo, sui quali si imposto' l'attuale tempio. Quest'ultimo del precedente oltre alle fondamenta, sfrutto' gran parte degli elementi strutturali e decorativi impiegandoli variamente. Sulla facciata, notevolmente slanciata rispetto ad altre cattedrali, furono incastonati i due portali piu' piccoli. Non cosi' e' stato per il bel portali centrale che presenta una fitta e pregevole trama decorativa con elementi vegetali; negli archi superiori, oltre ai quattro simboli degli evangelisti, e' la teoria dei dodici apostoli convergente, con quella degli angeli reggituribolo, alla figura centrale di Cristo. Il tutto e' contenuto nella successione di telamoni, leoni stilofori e grifi. Dopo la bifora col bassorilievo dell'Arcangelo, si apre il grande rosone a dodici raggi anch'esso di grande bellezza; all'apice una nicchia con una figura seduta variamente attribuita. Tutta la facciata principale, come pure quelle laterali, e' movimentata da archetti pensili terminanti con motivi vegetali oppure a teste umane o di animali. Sul lato meridionale, il meglio conservato e sfuggito agli innumerevoli restauri del tempio, gli archetti terminano con sculture di eta' federiciana, tutte ispirate all'antico; tra queste e' una testa coronata forse allusiva allo stesso FedericoII. Staccata dal tempio e' la poderosa torre campanaria (X secolo) forse anticamente torre di difesa inserita nel circuto murario difensivo. L'interno a tre navate, presenta molto evidenti i segni dei frequenti restauri. Nel corso di uno degli ultimi (1899) fu collocato il ciborio ispirato chiaramente a quello della basilica barese di S.Nicola. Altri restauri provvidero a chiudere le numerose cappelle laterali ed a rimuovere il soffitto cassettonato settecentesco, restituendo secondo l'intento dei restauratori, il tempio allo splendore originario. Nel corso della frenetica distruzione delle sovrapposizioni barocche, vennero alla luce i residui frammenti degli affreschi che anticamente ammantavano le pareti del tempio. Sull'altare dell'abside di destra e' una significativa tavola cinquecentesca con la Madonna di Costantinopoli.




Museo Archeologico Jatta

In quattro sale dell'ottocentesco Palazzo Jatta e' il famoso Museo Archeologico composto da reperti raccolti all'inizio del secolo scorso dai fratelli Giovanni e Giulio Jatta ed incrementato da altri discendenti dell'illustre famiglia ruvese. La sistemazione museografica e' della meta' dell'ottocento e si deve a Giovanni Jatta junior; egli, oltre alla sistemazione, curo' lo studio degli oltre duemila reperti pubblicando nel 1869 un voluminoso catalogo. La prima stanza raccoglie materiale <<rustico>> rinvenuto nei sepolcri delle necropoli ruvestine saccheggiate nel secolo scorso. Tra questi molti vasi peuceti e dauni (VII-VI sec. a.C.) ed un numero considerevole di
divinita' in terracotta tra le quali Venere tra due valve di conchiglia. La seconda stanza raccoglie al centro vasi di notevole grandezza tra i quali le due belle anfore apule una con Antigone prigioniera di Creonte e scena di Amazonomachia, e l'altra con scene di consegna delle armi ad Achille da parte delle Nereidi. Nelle vetrine e' una gran quantita' di vasetti per contenere profumi ed unguenti ed una ricca tipologia di vasi con decorazioni zoomorfe, mitologiche e vegetali in massima parte alludenti a culti funebri. La terza stanza conserva un pregevole cratere proroitaliotacon scena di combattimento tra Ercole e Cicno ed ancora, sulla destra del busto di G.Jatta junior, il bel cratere a colonnette con la lotta tra Bellerofonte sul Pegaso alato contro la Chimera; presenziano Minerva e Nettuno (fine V sec. a.C.). Nelle vetrine e' una ricchissima serie di bicchieri terminanti con teste di animali o umane. La quarta ed ultima sala del Museo contiene al centro il celebre cratere attico con la morte di Talos, del V sec. a.C., considerato uno dei capolavori in assoluto della ceramica greca. Nelle vetrine continua la serie <<rhyta>>, e vasi di importazione corinzia e attica.


Chiesa del Purgatorio

Poco distante dalla Cattedrale c'e' la chiesa del Purgatorio; la navata piu' antica fu edificata sul luogo ove la tradizione religiosa locale ritiene si siano raccolti i primi cristiani sotto la giuda di Cleto lasciato da S.Pietro come primo vescovo della diocesi di Ruvo e diventato poi terzo Papa. La struttura ipogeica e' in realta', a parte la pia tradizione, una cisterna per la raccolta delle acque di una terma di eta' romana. All'interno della chiesa, purtroppo malamente restaurata, e' conservato un pregevole polittico cinquecentesco, opera di un maestro bizantineggiante; esso raffigura la Vergine in trono tra i santi Biagio e Cleto patroni della citta' (1537).




Chiesa di S.Michele Arcangelo

Posta sul punto piu' alto della citta', la chiesa di S.M.Arcangelo, dalla bella facciata barocca in pietra locale, fu edificata nel 1744 sui resti di un piu' antico edificio sacro. All'interno, anch'esso di un grazioso barocco per fortuna sfuggito alle manomissioni, si conserva un prezioso patrimonio pittorico e scultoreo. Tra i dipinti, sul portone d'ingresso e' la famosa tela del fiammingo Gaspar Hovic con l'adorazione dei Magi (1613). Un altro dipinto dell' Hovic e' sull'altare centrale ed ha per soggetto la Madonna degli Angeli. La struttura conventuale francescana unita al tempio ha un significativo chiostro intorno al quale si svolge pittoricamente la vicenda umana e divina di S.Francesco d'Assisi; negli ovali sulle crociere sono i ritratti di santi appartenuti all'ordine.
Chiesa di San Domenico

Anche la chiesa di San Domenico, la cui facciata fu l'ultimata nella meta' del secolo scorso, sorge ove era
anticamente la cinquecentesca chiesa di S.Caterina. In linee barocche presenta anch'essa un interno ricco di preziose opere d'arte. Tra i dipinti si ricordano la Madonna del Rosario (1604) di Alonzo de Curduba e la Madonna delle Grazie opera del Napoletano Fabrizio Santafede attivo tra il XVI ed il XVII secolo.


Chiesa Madonna delle Grazie

Tra le chiese si visiti anche quella settecentesca della Madonna delle Grazie che conserva, al centro di una sfarzosa architettura illusionistica dipinta, un venerato affresco della vergine che allatta il Bambino. Sugli altari laterali, inseriti in macchine barocche lignee, due dipinti del XVII secolo con la gloria di Maria e la Flagellazione.