CARMIANO SOTTO I BORBONI

Dopo la cacciata dei Padri Celestini , la Contea di Lecce passò al Regno di Napoli , che fu dapprima sotto la giurisdizione degli Spagnoli , poi sotto quella degli Austriaci e , successivamente , alle dipendenze dei Borboni.
Nel 1799 questi ultimi furono spodestati dai Francesi , i quali dettero luogo alla costituzione della Repubblica Partenopea a seguito dello scoppio della Rivoluzione Napoletana.
Tutto il Meridione d' Italia esultò a questo evento e l' istituzione di questa nuova Repubblica venne celebrata con manifestazioni musicali e con canti di inni in tutte le piazze dei paesi.
Anche nella piazza di Carmiano , davanti alla Chiesa Matrice , venne innalzato il cosiddetto "albero della libertà , sotto il quale si tennero i discorsi celebrativi.
Questa effimera Repubblica ebbe , purtroppo le ore contate , perchè la reazione borbonica fu molto dura , tanto che nello stesso anno ogni anelito di libertà di libertà fu soffocato con arresti , sequestri , confische , e con ogni altra forma di repressione.
Sul trono di Napoli tornò , quindi , a sedere , anche se per poco tempo , Ferdinando IV di Borbone , il quale ebbe di mira solo l' applicazione di severissime condanne nei riguardi dei fautori della Rivoluzione Napoletana.
Nel 1806 egli venne detronizzato da Napoleone Bonaparte che insediò al suo posto il fratello Giuseppe , fino a quando non lo trasferì sul trono di Spagna.
In sua sostituzione vi pose il cognato Gioacchino Murat , valoroso e brillante ufficiale dell' esercito napoleonico.
Sia l'uno,prima,che l'altro,poi,si recarono a visita a Lecce.
Nel 1815, a seguito della definitiva sconfitta di Napoleone Bonaparte , tornarono alla ribalta ancora una volta i Borboni.
Nello stesso anno col proclama di Rimini , datato 30 maggio 1815, Gioacchino Murat tentò invano di riunire sotto di sè tutti i popoli d' Italia con la prospettiva della libertà e dell' indipendenza della Patria.
In seguito il Murat entrò in guerra contro gli Austriaci ed i Russi , uniti tra di loro da un patto di alleanza , ma fu vinto e costretto a rifugiarsi prima in Francia , poi in Corsica , ed infine a Pizzo , in Calabria , dove venne catturato e giustiziato il 13 Ottobre dello stesso anno.



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