GLI AFFRESCHI

Gli affreschi superstiti della chiesa sono :l'Immacolata, il Crocifisso e due scene di S. Caterina.
II Crocifisso e i due episodi della scena di S. Caterina occupano il muro prospiciente la porta dell'abside; il dipinto dell'Immacolata è ora collocato sull'altare maggiore.
Essi coprono l'arco di tempo di un secolo, dai primi decenni del '600 al l696,ed evidenziano notevoli difformità stilistico-cromatiche e un diverso clima culturale.


Il Crocifisso

In pessimo stato di conservazione e poco leggibile, risulta appena intuibile l'inclinazione della testa e lo sguardo rivolto al cielo.
La croce molto slanciata reca il braccio trasverso quasi alla sommità di quello verticale mentre la testa del Cristo è al di sotto dell' intersezione degli assi e il suo corpo è diritto.
Alle spalle del Signore vi è la distesa delle case di Gerusalemme con Sinagoga e campanili, il tutto racchiuso entro una cinta muraria cinquecentesca con speroni, torri e una porta, con evidente allusione alla recente conclusa opera di fortiticazione della città di Lecce.


Santa Caterina

Sono raffigurate due scene con la Santa; nella prima S. Caterina è nella sua cella davanti a un tavolo su cui poggiano grossi volumi, colta mentre scrive ispirata dallo Spirito Santo in forma di colomba.
Lo spazio è strutturato in maniera primitiva, con un abbozzo di prospettiva poco convincente. Caratteristica &grave la presenza del cesto di frutta che non trova giustificazione nel racconto, nè con gli attributi della Santa.
La seconda scena è una visione speculare della prima con al posto del tavolo un mobile su cui poggia il teschio e una catena.
La Santa regge la colonna della flagellazione, a cui è legata la croce con la corona di spine;in basso, ai suoi piedi, il martello e i chiodi della crocifissione.
Sulla mano giunge un dardo di luce ad indicare la formazione delle stimmate.
L' assoluta tranquillità con cui S. Caterina regge la colonna, che si presume pesante, testimonia la scarsa resa realistica dell' ignoto autore.


L'Immacolata

L'Immacolata è effigiata come la Donna dell'Apocalisse, con veste rossa e mantello grigio dai risvolti verdi, tutta racchiusa in una mandorla di luce;lo sguardo è frontale e non diretto in basso, la mani non sono congiunte o distese ma si dispongono la destra sul seno e l' altra aperta.
Attorno alla testa la corona di stelle, diventate 13 per un errore di interpretazione da parte di quell'ignoto che in maniera marcata ha ripreso i lineamenti del volto e gli elementi principali del dipinto: con un limitato uso del colore sono stati ridefiniti in marrone capelli, mani, occhi e sopracciglia;col rosso le pieghe dell'abito e il bordo dello specchio;col verde i contorni dei cartigli,alcune pieghe del manto e alcune Litanie.
L'aureola è ottenuta con pennellate chiare irradiantisi dal capo e ne copre un'altra precedente ancora parzialmente visibile,costituita da un semplice semicerchio leggermente spostato rispetto al viso della Vergine.
Ciò indica la presenza di un' immagine sottostante.
Tuttavia non si può stabilire quanto i ritocchi abbiano alterato l'iconografia originale,nè se l'impianto generale, con le Litanie e i cartigli, fossero già presenti nella versione precedente. Lo spazio ovale entro cui attualmente è costretto l' affresco è solo parte di quello utilizzato dall' ignoto pittore, come dimostrano le Litanie, tutte troncate lungo la traiettoria del contorno esterno e l' assenza della parte inferiore della Madonna, altrove sempre presente e in cui sono inseriti alcuni degli attributi più importanti: il crescente di luna, il drago o il serpente.


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