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Il
"Palazzo Ducale" di Martina Franca
domina la Piazza Roma, un tempo chiamata "Piazza del Castello"; iniziato nel 1668, come ricorda l'epigrafe sull'architrave del portale, esso fu voluto da Petracone V Caracciolo (1655-1704).
I Caracciolo, duchi di Martina dal 1507, vollero costruire la loro principesca dimora sul luogo dove sorgeva il fatiscente castello feudale per esaltare il loro prestigio, nonchè per ribadire la loro supremazia sui riottosi martinesi.
La storia di Martina, tra il XVII e XVIII secolo, è segnata dai rapporti spesso assai tesi fra il senso del potere dei Caracciolo e le aspirazioni di autonomia di alcuni esponenti del ceto egemone locale.
Dalla metà del Seicento, infatti, tutto il potere, dal controllo sulla civica amministrazione al gettito delle gabelle e addirittura alla gestione diretta della tassa sul macinato, era saldamente concentrato nelle mani del duca, che non voleva interlocutori, ma obbedienti e devoti vassalli.
Questa esigenza di supremazia, fortemente avvertita dal duca Petracone V , diede avvio ad una nuova stagione per la città, che ospitava artisti, letterari e scienziati.
La sua politica ebbe il suo culmine nella costruzione dell'imponente Palazzo Ducale che, sebbene incompiuto e malamente completato da amministratori comunali negli anni Sessanta del nostro secolo, è il simbolo dell'archittetura civile martinese.
La nuova dimora ducale ebbe un disegno grandioso, che prevedeva un gran numero di ambienti d'abitazione, suddivisi in appartamenti pressoché autonomi.
A questi si aggiungevano i necessari servizi: cappelle, teatro, corte di giustizia, cucine, stalle, sellerie, rimesse, giardino, neviere, cisterne.
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