" Bene vi verrà ricompensa, o molesi, di aver creduto alla gloria di Lui: i vostri figli vi diranno che essa fu vera " (Armando Perotti).


Il 17 dicembre 1857, in una modesta casa della via Morgese, posta nella parte antica di Mola di Bari, nasceva Nicola Van Westerhout, in seguito affermatosi col nome di Niccolò. Egli fu certamente il più grande e celebre di una famiglia di musicisti.
I Van Westerhout, cattolici di origine olandese, si insediarono a Monopoli sin dalla prima metà del XVIII secolo; l'albero genealogico della famiglia ci porta da Onofrio, residente in Monopoli e provetto violinista, a uno dei suoi figli Onofrio Napoleone, nato a Mola di Bari e padre di Niccolò.
Onofrio Napoleone era maestro di cappella e dava lezioni private di pianoforte; da subito notò le attitudini del figlio per la musica e quindi lo affidò a un maestro di armonia il quale decretò la negazione per la musica del piccolo Van Westerhout. Il primo maestro non fu quindi in grado di riconoscere il genio di Niccolò, nonostante che questi a otto anni già suonasse il piano, a dieci anni componesse duetti, romanze, ballabili, la musica per un atto di un melodramma di Metastasio, a tredici anni scrivesse una ouverture per orchestra al Giulio Cesare di Shakespeare.
Terminati gli studi a Mola e a Monopoli, nel 1874 egli fu mandato a Napoli, dove cominciò lo studio del contrappunto. Entrò quindi nel Conservatorio di San Pietro a Maiella, dove il giovane Niccolò dimostrò di possedere quel genio che poi avrebbe espresso nelle sue composizioni.
Van Westerhout dovette scontrarsi continuamente con l'incomprensione di editori e librettisti, i quali rimandavano sempre gli impegni che si erano assunti nei suoi confronti. Niccolò visse un intimo dramma per tutti gli sforzi che dovette sempre fare per far giungere al grande pubblico le sue composizioni. Pur fra tali avversità , la sua musica si diffondeva con successo e ben presto le sue pagine musicali si diffusero anche all'estero.
Nel 1892 il Consiglio Provinciale di Bari lo fregiò di medaglia d'oro e nei giorni 5 e 6 giugno dello stesso anno al Teatro Piccinni di Bari diresse due grandi concerti orchestrali con la partecipazione di professori del San Carlo di Napoli. Il programma comprendeva l'Ouverture in re minore, Largo Handel-Serenata per archi, Ronde d'amour e il preludio dell'opera Cimbelino, tutte opere da lui composte. Fu un trionfo, di critica e di pubblico.
Giorno indimenticabile per Mola fu il 18 aprile 1896: critici, musicisti, artisti, giornalisti e letterati vennero nella nostra cittadina per assistere alla prima rappresentazione di "Doñ a Flor", dramma lirico di Arturo Colaiutti musicato dal maestro molese. Interpreti dell'opera, dedicata "a Mola mia città nativa", furono la famosa soprano Nadina Bulicioff, il baritono Carlo Buti e il tenore Angelo Angioletti con l'orchestra del San Carlo di Napoli diretta dall'autore. Nel 1897 il musicista fu nominato, per chiara fama, professore alla cattedra di armonia del Conservatorio di S.Pietro a Maiella di Napoli.
Niccolò Van Westerhout si spense alla giovane età di 40 anni, il 21 agosto del 1898, stroncato da un male che lo trascinò inesorabilmente alla tomba. "Mi resta ancora tanto da fare! Troppo presto, troppo presto...!" sussurrava all'amico che lo assisteva nelle ultime ore, mentre in Piazza del Popolo a Roma la folla chiedeva al maestro Alessandro Vessella un bis delle opere che aveva appena eseguito, "Ronde d'amour" e "Ma belle qui danse", scritte da Niccolò.
Il vasto repertorio dell'artista comprende 52 composizioni per pianoforte, fra le quali notevoli sono gli undici Insonni, Ronde d'amour, Spleen, Rimembranze Pugliesi, Ma belle qui danse; il Van Westerhout fu tra i primi in Italia a conoscere e valutare il grande Brahms); 32 composizioni per canto e pianoforte; 5 composizioni per uno strumento e pianoforte, tra le quali ricordiamo La Romanza Patetica per violino con accompagnamento di pianoforte; 23 composizioni per orchestra, di cui notevole è la Sinfonia in La minore in quattro tempi. Le opere liriche comprendono Cimbelino, rappresentato al Teatro Argentina di Roma nel 1892; Colomba, rappresentata al S.Carlo di Napoli nel 1923; Fortunio, rappresntato al Teatro Lirico di Milano nel 1895; Doña Flor, rappresentata a Mola di Bari il 18 aprile 1896, al Teatro Piccinni di Bari dal 21 al 30 aprile e al S.Carlo di Napoli il 12 maggio 1896.