Mola di Bari è una tranquilla cittadina pugliese adagiata sul Mare Adriatico, a 18 km da Bari, a 5 m sul livello del mare e con una popolazione di circa 27.000 abitanti. Il suo
territorio si affaccia per 10,7 km sul mare ed è caratterizzato da una superficie totale di 5.072ha. La pesca e l'agricoltura sono le attività su cui è principalmente basata l'economia di Mola; i prodotti nostrani sono di ottima qualità e rinomati in tutta Europa, grazie al piccolo ma costante commercio con l'estero, soprattutto di uva da tavola.
La storia scritta della cittadina risale ad un documento redatto nel 1123 dal Principe Grimoaldo Alfaranite, in cui più volte è riportato il nome "Mola-Mauli". Troviamo una conferma della presenza di Mola in questo periodo in una bolla pontificia del Papa Alessandro III. L'origine di Mola di Bari si perde nel tempo e non ha ancora trovato basi certe. Certamente essa esisteva ai tempi dei romani, come testimoniano i ruderi rinvenuti in contrada Padovano (a tre km da Mola verso Bari). I resti archeologici testimoniano che quello romano deve essere stato un periodo prosperoso, a differenza di quelli che seguirono, in cui Mola subì devastazioni e saccheggi ad opera dei barbari, dei saraceni e dell'intero Impero d'Oriente.
Nel 1277 sotto Carlo d'Angiò la cittadina fu cinta di nuove mura ed ebbe inizio il suo ripopolamento, con 400 famiglie e 140 soldati. Il regnante intuì che Mola poteva essere un importante punto strategico per la difesa del suo impero e nel 1279 fece costruire il Castello Angioino, uno dei più importanti e inespugnabili castelli della Puglia, perché esso adotta la forma del poligono stellato e presenta una complessa struttura architettonica sia delle mura che del gran numero di mezzi difensivi presenti, come le merlate, le feritoie, i diversi piombatoi, le bocche di lupo, le caditoie, le botole e i nascondigli.
Numerosi sono i palazzi e le chiese molesi da visitare. Primo tra tutti il Teatro Comunale, che rappresenta il tema del mio lavoro. Difronte ad esso troviamo il Palazzo Delfino Pesce, appartenuto ad una delle più importanti famiglie molesi (numerosi sono gli edifici dei principali casati, come i Noja, i Brunetti, gli Alberotanza). In
Piazza XX Settembre, la principale piazza cittadina, si può ammirare il
Palazzo Roberti, dal nome della famiglia che lo fece costruire nel 700 su progetto dell'architetto Vincenzo Ruffo da Cassano, discepolo del Bibiena e del Vanvitelli; il palazzo è sottoposto a tutela da parte del Ministero dei Beni Culturali, poiché rientra nelle categorie della Legge 1089/1939. Nella parte antica della città troviamo la Chiesa Matrice, monumento nazionale del XIII secolo di stile lombardo-pugliese; la struttura duecentesca cela le primissime origini, sulle quali si sono formulate numerose ipotesi: alcuni le fanno risalire addirittura ad un periodo precristiano, in cui qui si sarebbe adorato il dio romano della guerra Marte! La seconda chiesa più antica di Mola è quella dedicata a Santa Maria di Loreto, collocata nell'angolo che segna il termine verso sud del centro abitato vero e proprio; la sua facciata è impreziosita da un rosone rinascimentale del XVI secolo finemente scolpito in pietra dura. Grande rilievo ha anche la Chiesa di Santa Chiara, sorta nel secolo XVIII e annessa all'ex monastero delle Clarisse (sec. XVII-XVIII), ora sede dell'Accademia di Belle Arti. La chiesa riesce sempre a suscitare suggestione, grazie al ben armonizzato incontro tra l'elegante maestosità dello stile ionico e corinzio e la semplicità francescana.
Il sottosuolo cittadino è caratterizzato da ampie grotte naturali, spesso adibite in passato a frantoi oleari. Il territorio molese è poi ricco di numerose masserie fortificate che testimoniano le radici dei primi insediamenti rurali.
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