A proposito di questo convento Padre Lama, nella sua "Cronaca dei Minori Osservanti della Provincia di Bari", dice che la bontà di vita vissuta dai padri che lo abitarono aveva attirato molti della città ad entrare in questo ordine, distinguendosi fra gli altri padre Paolo. Costui, nativo di Gravina, eccelse per la sua non comune dottrina, e, per tre elezioni consecutive, coprì la carica di superiore generale di tutti i frati Minori Osservanti della Provincia di Bari. Morto in Andria il 24 marzo del 1599, la sua salma fu trasportata a Gravina, dove ebbe funerali solenni . Fu sepolto nella Chiesa di S. Sebastiano, nella Cappella del Crocifisso, e a succedergli nella carica di superiore generale della Provincia di Bari i frati del Convento di S. Sebastiano di Gravina volevano che fosse nominato un tal padre Giovanni, anch' esso nativo della nostra città e di alti meriti.
Ma per intrigo dei frati di Altamura dello stesso ordine, risultò eletto in sua vece un tal Padre Graziano (9 luglio 1599). A tale notizia i Gravinesi (evidentemente sobillati dagli stessi frati), unitisi in massa, entrarono tumultuosamente nella chiesa e nel Convento di S. Sebastiano, protestando contro questa elezione. Gridando poi di non volere più in Gravina i Padri Minori Osservanti, pretesero che i rinchiusi diventassero riformati.
Ciò avvenne con la nomina a guardiano del convento di Gravina del Riformato Padre Aloisio da Galatino. Così il Convento di S. Sebastiano si distaccava dall' ordine di quello di Altamura, e il numero dei frati, da sedici, salì subito a quaranta. Si innalzarono perciò nuove fabbriche e fu costruito un refettorio più ampio, si aggiunse il coro superiore, si prolungò la loggia e si creò un nuovo dormitorio per i novizi. In questo ampliamento fu spostata la scala rendendola centrale rispetto al resto della struttura.
I frati, oltre a disimpegnare le pratiche religiose, furono impiegati nella lavorazione delle lane, per cui si ebbe a Gravina un primo ed importante lanificio. Tutta la lana proveniente dalle campagne venne quindi concentrata nel Convento di S. Sebastiano, dove arrivò anche quella proveniente da Foggia. Dopo la filatura, veniva poi in parte distribuita anche ad altri conventi, sia di Gravina che dei dintorni, per la tessitura delle cosiddette " Fiandine".
In questo convento sorse anche una ricca biblioteca di opere ecclesiastiche, storiche e letterarie. Per la chiesa poi furono procurate molte reliquie, tra cui un osso di S. Lorenzo.
La Cappella del Carmine, appartenente alla famiglia Orsini, servÌ da sepolcro ai morti di questa famiglia prima che sorgesse, la chiesa di S. Maria dei Morti (Purgatorio) in piazza oggi Notar Domenico. L' altare ligneo , come il ciborio che tempo fa era sull'altare maggiore della stessa chiesa, si ritengono opera degli stessi frati .
Con la soppressione dei conventi scomparvero anche da Gravina questi benemeriti frati. La biblioteca andò distrutta e il convento rimase per molti anni disabitato ed abbandonato, per essere poi restaurato ed adibito a casa di riposo per i poveri e per i disabili.
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