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L'origine
di Mola di Bari si perde nel tempo ed è abbastanza incerta. Alcuni la
fanno risalire al neolitico, altri ai tempi dei greci; altri ancora,
ai tempi dei romani. Il primo documenlo
che parla di Mola di Bari è un diploma del Principe Grimoaldo
Alfaranite del 1123. In questo documento è più volte riportato
il nome di "Mola - Mauli". Poi lo stesso viene confermato in una
bolla pontificia di Papa Alessandro III. Dai resti rinvenuti a
cala "Padovano", comunque,
si può affermare che Mola sicuramente
esisteva ai tempi dei romani e, a indicare dai ruderi, deve aver
avuto delle grandiose costruzioni ed un tenore di vita
abbastanza prosperoso. In epoche successive
il suo splendore venne offuscato dalla devastazione dei
barbari, dei saraceni e dell'intero Impero d'Oriente. Più volte fu
saccheggiata. Nel 1277 sotto Carlo
D'Angiò fu cinta di nuove
mura ed ebbe inizio il suo
ripopolamenlo con 400 (quattrocento) famiglie e 140 soldati. Lo stesso Carlo D'Angiò,
avendo intuito come la nascitura Mola di Bari fosse un
prezioso punto strategico per la difesa del suo impero, nel 1279
fece costruire il Castello Angioino, sicuramente uno dei Castelli più famosi in Puglia. Non pochi sono i monumenti, i palazzi e le chiese da visitare.
Ha la forma dì un
poligono stellato; secondo gli storici fu giudicato inespugnabile per la
complessa struttura architettonica delle sue mura e del gran numero di mezzi
difensivi come le merlate,
le feritoie, piombatoi di ogni sorta e genere, bocche di lupo, caditole,
botole, nascondigli. L'inizio della costruzione si fa risalire al 1279 ad
opera di Carlo D'Angiò, completato successivamente dagli Aragonesi.
Il Palazzo Roberti, dal nome della famiglia che lo fece
costruire sul finire del '700, o "Palazzo delle Cento Camere", dal numero dei vani che costituiscono l'edificio, o più popolarmente "Palazzo Alberotanza" dal nome dell'ultima famiglia che lo ha posseduto. Il Palazzo Roberti fu costruito su progetto
dell'architetto Ruffa da Cassano. Ai sensi della legge
1089/1939, con decreto del 9/11/1970 è sottoposto a tutela da parte del
Ministero ai Beni Culturali.
Il
Teatro comunale di Mola fu progettato dall'ing. Vittorio Chiaia, su incarico
della Civica Amministrazione. L'opera di stile neoclassico, fu ultimata nel
1888. E' intitolato all'illustre concittadino, celebre musicista, Niccolò
Van Westerhout, autore dell'opera "Dona Flor".
Monumento
nazionale del XIII secolo di stile lombardo-pugliese. Alcuni lo fanno
risalire alla società precristiana dedicata al culto del Dio Marte,
divinità della guerra romana. Altri la datano al IV sec. dopo Cristo, altri
ancora ai tempi di Carlo I D'Angiò nel 1279, chi ancora la vuole costruita
nel X-XI sec. o nel periodo paleocristiano, infine certuni la vogliono sorta
nel secolo XVI.
Una
delle chiese più antiche di Mola, dopo la Matrice, è quella dedicata a S.
Maria di Loreto. In origine non era che una semplice cappella, costruita
nella proprietà e a cura della famiglia Sabinelli, sul medesimo posto ove
era stata rinvenuta la bella immagine della Madonna di Loreto che tuttora si
renerà sull'altare maggiore. La facciata è impreziosita da un rosone
rinascimentale del XVI secolo finemente scolpito in pietra dura.
Sorto nel secolo XVIII annessa all'ex monastero delle Clarisse (sec. XVII-XVIII). Opera dell'Architetto Vincenzo Ruffo da Cassano, discepolo del Bibiena e del Vanvitelli. Nell'interno la sua architettura ionica e corinzia viene ben armonizzata e presenta il sacro edificio ed una elefante maestosità e nello stesso tempo mostra al visitatore la semplicità francescana. La Chiesa fa parte del Monastero S. Chiara che dopo l'unità d'Italia passò al Comune e da questi adibito ad edificio scolastico. Durante la guerra '15/'18 fu vendetta militare e carcere per i prigionieri austro-ungarici. Dopo la guerra ritornò ad essere edificio scolastico per le scuole elementari e corsi serali per maestranze. Durante la 2" guerra mondiale divenne base per le truppe che si imbarcavano per la Grecia. Tornò ad essere edifìcio scolastico per le scuole elementari sino al 15 ottobre 1996 data in cui l'ACCADEMIA DI BELLE ARTI si è definitivamente insediala. L'Accademia fu istituita nel novembre del 1970, con i corsi di Pittura, Scultura e Scenografia, ai quali successivamente si aggiunse quello di Decorazione. Nel tempo ha avuto uno sviluppo notevole con una popolazione studentesca giunta nel corrente anno scolastico a circa 450 unità, distribuite fra due cattedre di Pittura, due di scenografia, due di decorazione e una di Scultura. Di particolare interesse i corsi complementari che integrano l'ampio ventaglio delle attività didattiche fondamentali, consentendo agli allievi conoscenze specificlie in importanti settori operativi: fotografìa, design, arredamento, architettura... Non va trascurato il significativo impegno che l'Accademia svolge interagendo con le istituzioni pubbliche e private del territorio. Un valido esempio questo di come arte e cultura debbano coniugarsi con i vari segmenti del sociale, nell’interesse primario delle giovani leve. |