CENNI STORICI SUL TEATRO COMUNALE "NICCOLO' VAN WESTERHOUT"

La popolazione ha sempre richiesto con forza che venisse realizzato a Mola un teatro per la collettività, ma gravi motivi di pubblico interesse hanno dato coraggio agli Amministratori che si sono succeduti negli anni, di rimandare a tempi più propizi l'effettuazione di quest'opera.
Il 23 Maggio 1887, il Pro-Sindaco Ernesto Noya, sottoponeva all'esame del Consiglio Comunale la Proposta di realizzare il tanto desiderato teatro. Tale proposta veniva accolta ed il progetto, redatto dall'ing. Vittorio Chiaia, veniva approvato dallo stesso consesso con successivo atto, nell'adunanza del 3 Settembre 1887. La spesa complessiva preventivata era dell'importo di £.21.000. Dagli atti progettuali predisposti dal tecnico sotto la data del 15 Agosto 1887, si rileva che l'edificio da realizzare si sarebbe composto "di un vestibolo, di 2 scalinate di accesso ai palchi di 1^ fila, di 2 locali per amministrazione, spaccio di biglietti e guardaroba, di uno scantinato sottostante al palcoscenico per deposito attrezzi, scenari, ecc. d'un palcoscenico con camerini per gli artisti, di una sala di platea contenente n. 102 posti numerati, di una cassa armonica per orchestra, di 2 palchi di proscenio per l'Amministrazione e la Commissione Teatrale, n.8 palchi di prima fila, di un anfiteatro di prospetto di prima fila contenente n.67 posti; il tutto disimpegnato e messo in comunicazione con corridoi, porte e scalinate, nonché con pronto e facile egresso degli spettatori per tre porte e degli artisti per altre tre porte" Il teatro quindi avrebbe dovuto essere "modesto e proporzionato all'importanza del paese" in modo da contenere 300 posti e per il quale la spesa non oltrepassasse le ventimila lire.
Aggiudicatarie risultarono rispettivamente le ditte Campanile Sante di Francesco da Mola di Bari per £.7.194,77 - e Giuseppe Piscitelli da Molfetta per £. 8.035,76. All'esecuzione dei lavori decorativi e complementari si provvide in economia da parte del Comune, con la spesa di £. 1.000. Il costo totale dell'opera fu di £. 21.525.
La facciata prospettica è di stile neoclassico. L'intemo soddisfacefa a quei tempi le esigenze della popolazione locale di circa 13.000 abitanti. Il telone riproducente "la danza degli amorini", è di F. Albano. L'opera ultimata nel 1888, in seguito fu intitolata al concittadino Niccolò Van Westerhout, la cui fama di musicista andava sempre più estendendosi. Nel 1908 furono costruiti i palchi di seconda fila con deliberazione del consiglio comunale del 21 maggio 1907, su proposta del consigliere comunale avv. Giuseppe Nardulli che dichiarò: "il teatro di Mola così come è fatto non si appartiene al pubblico, ma è privilegio di poche famiglie soltanto, [...]. Troppo pochi i palchi con i quali gli amministratori del tempo credettero fossero soddisfatte le esigenze della popolazione, che ha dimostrato in questi ultimi anni che il teatro è insufficiente al suo scopo." Così su progetto dell'ing. Pietro Clemente furono costruiti i palchi di seconda fila. I lavori in legno furono eseguiti da Francesco Casucci di Mola, il rifacimento della volta fu affidato a Menotti Greco e al pittore barese Nicola Colonna. Fino al primo quarto di questo secolo, nel Van Westerhout di sono alternate compagnie di prosa e complessi lirici di notevole valore artistico.
Più di trent'anni addietro, lo stesso veniva trasformato in sala di proiezione. Da allora è andato perdendo la sua fisionomia originaria, fino al punto di essere definitivamente chiuso. Tutto ciò ha accelerato il suo deterioramento, che si è andato sempre più accentuando nel corso di questi ultimi anni, tanto da farne ritenere utile l'abbattimento con la costruzione di uno stabile da destinare ad altri scopi. L'amministrazione Comunale, però, sensibile nell'interpretare le esigenze della popolazione, riconoscendo la funzione di promozione culturale che il teatro potesse assolvere, decideva di provvedere al suo restauro e di restituirlo all'antico splendore. Nell'adunanza del 27 Novembre 1967, ne approvava il progetto esecutivo redatto dall'Architetto Onofrio Mangini per la spesa di £. 73.213.000. Gli ostacoli di carattere tecnico e burocratico che si sono dovuti superare, per pervenire all'auspicata soluzione e dare sollecito avvio ai lavori progettati, sono stati notevoli. All'esecuzione delle opere di restauro ha provveduto la ditta aggiudicataria Vitantonio D'Alessandro di Conversano. La loro ultimazione ha consentito di restituire l'immobile alla sua destinazione artistica originaria.