NICCOLÒ VAN WESTERHOUT

    Nacque a Mola il 17 Dicembre 1857 nella Città Vecchia, in via Morgese, in una modesta casa sulla facciata della quale c'è una lapide commemorativa. Il padre era un maestro di cappella e dava lezioni private di pianoforte. Il giovane Van Westerhout frequentò le scuole a Mola e a Monopoli e a otto anni suonava gią il piano, a 10 anni componeva duetti, romanze, ballabili con una fertilitą sbalorditiva; musicò un atto di un melodramma di Metastasio e a 13 anni scrisse una ouverture per orchestra al Giulio Cesare di Shakespeare. Terminati gli studi a Mola e Monopoli fu mandato a studiare musica al Conservatorio di S. Pietro a Maiella di Napoli. Completati gli studi rimase a Napoli ed iniziò la sua produzione artistica che fu immensa se la rapportiamo agli anni della sua vita.
    Aveva 40 anni quando morì il 21 agosto 1898. Produsse 52 composizioni per pianoforte fra le quali notevoli sono gli undici Insonni, Roride d'amour, Spleen, Rimembranze Pugliesi, Ma belle qui danse; 32 composizioni per canto e pianoforte; 5 composizioni per uno strumento e pianoforte tra le quali notevoli sono: la Romanza Patetica per violino con accompagnamento di pianoforte; 23 composizioni per orchestra fra le quali notevoli sono: la sinfonia in La minore in quattro tempi della quale Giovanni Carli Ballola ha detto: " è la pił singolare e bella sinfonia italiana da noi ascoltata dopo quella di Cherubini, "la Sinfonia in Do minore " in quattro tempi.
    Ha composto anche diverse opere liriche tra cui CIMBELINO rappresentato al teatro Argentina di Roma nel 1892; COLOMBA rappresentata al S.Carlo di Napoli nel 1923; FORTUNIO rappresentato al teatro Lirico di Milano nel 1895; DONA FLOR dedicata "a Mola mia cittą nativa" rappresentata a Mola il 18 Aprile 1896 e al teatro Piccinni di Bari dal 21 al 30 Aprile e al S. Carlo di Napoli il 12 maggio del 1896.
    Nell'arco della sua esistenza il musicista molese conobbe numerosi artisti con cui ebbe proficui ed intensi rapporti di lavoro tra cui Gabriele D'Annunzio con cui legò anche in amicizia.
    Nel 1897 Van Westerhout fu nominato, per chiara fama, professore alla cattedra di armonia del Conservatorio di S. Pietro a Maiella di Napoli.
    Di Lui dissero: l'arte fu per Lui la ragione stessa della vita, morendo mormorava: troppo presto, troppo presto, peccato avevo tante cose da fare. "Bene vi verrà ricompensa, o molesi, di aver creduto alla gloria di Lui: i vostri figli vi diranno che essa fu vera ". (Armando Perotti). " La natura è feroce e ingiusta. Così assalito da un terrore invincibile, io vidi piegar sotto la fredda mano della Dea inesorabile un giovane, spegnersi ad un tratto una delle pił pure fiamme dell'arte " (Salvatore Di Giacomo). "E, difatti, non ci appare crudele come un assassinio la morte fulminea di Niccolò Van Westerhout proprio nell'ora che, dopo anni ed anni di angoscio e tribolazioni d'ogni sorta, fieramente sostenute, la Gloria si mostrava alfine disposta a sorridergli?" (Vittorio Pica)