Al MARGINI DELLA STORIA
D'Annunzio e Nel triennio che il D'Annunzio passò a Napoli (1891-1893), e che fu un periodo di vita lieta, di ebbrezze giovanili, e insieme di intenso e fecondo lavoro artistico, si legò in amicizia con parecchi pugliesi, eparticolarmente con Nicolò Van Westerhout, il valente musicista nostro immaturamente scomparso, col quale trascorreva lunghe notti nella lettura delle opere diRiccardo Wagner. Nel periodo in cui fu letto Tristano e Isotta, il poeta, dominato come per un'ossessione dalla figura del protagonista, costringeva al piano per ore interminabili l'esecutore, rimanendogli sempre accanto, e non staccando gli occhi dalle pagine dello spartito se non per prendere qualche appunto (Alberto Cappelletti, Il tempo triste e lieto di D'Annunzio a Napoli, nel «Giornale d'Italia», 14 aprile 1938). L'opera nel giro di un anno fu riletta per intero almeno dieci volte. Si venne così maturando nel D'Annunzio quello spirito wagneriano, dal quale egli trasse gli elementi per la sua prosa musicale del Trionfo della morte e del Fuoco, che paragonò ad aspetti del sinfonismo drammatico del grande compositore tedesco, e per innovare in ampie profondità di respiro la struttura metrica della poesia italiana.
Gabriele D'Annunzio e la Puglia, in «Archivio storico pugliese», 1938, p. 205.
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