Parlando delle opere costruite sul fiume,non é da dimenticare l'antica esistenza di uno scalo
fluviale,"Emporio di Canosa" da noi giustamente definito,per le contraddittorie fonti
riguardanti l'esatta ubicazione del porto fluviale,"l'Emporio fantasma".Scrisse Strabone:
"Da Bari al fiume Ofanto sul quale é l'emporio di Canosa;intercorrono 400 stadi(uno stadio
corrisponde a 178 m.),il porto (anaplous) in direzione dell' Emporio é a novanta stadi;vicino
é Salpi navale di Arpi".Molto si é dibattuto circa l' esattezza dei 90 stadi intercorrenti dal
l' anaplous alla foce dell' Ofanto.
Le fonti Straboniane,parlando dell'emporio,ne attestano l'esistenza vicino Canosa sulla riva
destra del fiume,proprio a novanta stadi di distanza dalla foce.In quanto detto da Strabone non
trovano riscontro le opinioni degli altri studiosi interessatisi nel tempo all' esatta ubicazione
dell'emporio,poichè,altre fonti rivelano la non navigabilità del fiume per lunghi tratti.
Infatti anche se Orazio apostrofa il fiume con aggettivi quali violento,tauriforme,sonante e
irato,confermandone una allora più grande portata,bisogna comunque tener conto dell' esigua
portata degli allora restanti fiumi pugliesi.Ma pur considerando tale maggiore portata;ciò
implicava la sua navigabilità secondo quanto detto da Livio e Polivio circa la battaglia di Canne,
combattuta tra i Cartaginesi di Annibale ed i romani di Varrone,si arguisce l'impossiblità di
navigazione del fiume.Infatti a loro detta,il giorno prima della battaglia,Annibale fece
passare i Numidi che erano col grosso dell'esercito intorno a Canne,sulla riva sinistra del
fiume.Concordi sono pure i due storici nel dire che il giorno del combattimento sia Annibale che
Varrone trasferirono entrambi gli eserciti sull'altra riva e Polibio,aggiunse ,che Annibale lo
attraversò con i suoi uomini proprio in direzione di Canne,e per di più in due punti diversi del
fiume per guadagnare tempo.
Ora,quando i due storici parlano di ciò per niente accennano a ponti costruiti
sul fiume per far passre detti eserciti,anzi dal loro racconto scaturisce che l'abbiano
attraversato a piedi,poichè,dalle parole di Polibio stesso si rileva che si combattesse
d' estate,cioé proprio nella stagione quando matura la messe(mietitura del grano)e nella quale
l'Ofanto resta quasi all'asciutto.Così,dato il grade tempo che si sarebbe impiegato,ed il
grande pericolo,nel far passare tanti migliaia di uomini su dei ponti,dei quali poi nessno
storico parla,e data anche la facilità con cui Annibale ed io suo esercito attraversarono il
fiume,conviene dire che sia le forze romane che le cartaginesi abbiano attraversato l'Ofanto a
Ammesso questo fatto sorge dunque il dubbio sulla navigabilità del fiume,perché,
doveva mancare la continuità di una portata sufficiente a rendere il fiume navigabile
anche per le piccole zattere,e quindi si è indotti a dubitate, che l'emporio designato
da Strabone, si trovasse presso Canosa.
Inoltre bisogna tener conto del luogo in cui il fiume stesso nasce e si distende.
L' Ofanto sorge a 700 metri sul livello del mare dai campi Torrella dei Lombardi,e lungo
il suo tragitto,oltre a non essere supportato da alcun affluente di grande portata,
inoltrandosi nella Puglia per 101 km, incontra un terreno arido e siccitoso.
Perciò pur ammettendo nell'antichità una portata maggiore di quella attuale,essa non sarà
stata mai tale da far pensare alla navigabilità dell'Ofanto,poiché, data anche la molto lieve
pendenza del suo alveo,specie in quel tratto che va da dove sbocca il Locone fino alla foce,
renderebbe ciò cosa molto difficile da ammettersi.Fatte tali considerazioni sulla navigabilità
dell'Ofanto,bisogna porre attenzione sull'inesistenza di ruderi dell'emporio nella stessa Canosa,
emporio, che se fosse stato ubicato nel suddetto luogo non sarebbe stato tale, ma bensi' un
sobborgo della città.Va comunque evidenziato che Strabone cade in netta contraddizione
affermando la vicinanza dell'emporio all'antica Salapia non molto distante dalla foce dell'Ofanto.
Detto ciò,si concretizza l'ipotesi di una più esatta ubicazione dell' emporio presso la foce
dell'Ofanto, nel territorio di Canosa,che,comprendendo anche Canne,si estendeva fino all'attuale Barletta, confinando con l'antica
Turenum (Trani).Vi è una pergamena del 1217 (numero 216 vol.VIII codice diplomatico Barlettano)
di un trattato di terreno venduto,"prope flumen Cannarum" avente i seguenti confini:a prima
parte inxta terram Sancti Marie de Mari" cioè a nord - ovest, sulla sinistra della foce
dell'Ofanto;"a seconda parte inxta viam qua itur ad Salinam" ad occidente;"a tertia parte a
medio limite inxta terram episcopo Cannarum" a mezzogiorno. "a quarta parte vero inxta viam qua
itur ad farum",la strada che porta al faro ad oriente;la presenza di tale faro,dunque,conferma
l'esistenza dell'emporio proprio tra Canne e Barletta.Fatto costruire dall' imperatore Claudio
ad immagine del faro di Alessandria d'Egitto,questa costruzione si presentava come una torre più
o meno alta rivestita in pietra bianca perchè servisse come punto di riferimento anche di giorno
ed era alimentata da fuochi di paglia,di legno,di carbon fossile ed in oriente da nafta,il
fuoco greco.E non é senza importanza quell' "Aufinum" dell'Intinerario ravennate,"Aufidema"
dell' Intinerario Antonino, poco lungi da Canne in prossimità del ponte di Barletta,
cioé di un casale che nonavrebbe alcuno scopo di sorgere presso un ponte,se da quel
posto non fosse stato richiamato da
interessi di lavoro e diguadagno,e cioé "l'anaplous",da cui risalivano le barche
fin sotto Canne e forse oltre per il trasporto delle merci e lo scambio attivo con i naviganti
dell' opposta sponda,che non era cessato dai tempi dell'alta preistoria.Questo suddetto
conferma l'ipotesi sull'ubicazione dell'emporio a Canne,proponendo la suggestiva ipotesi
sull'esistenza di un molo detto "Caricaturo di Canosa" sul litorale di Barulum,dedito ai
traffci commerciali nel territorio di Canosa.La portata del fiume diminuì considerevolmente
a causa delI' usura dei monti che nei millenni si sono spogliati di cospicui materiali,
colmando insenature e valli e rialzando il letto del fiume.Inoltre,quando irriducibili
piene sommersero campagne vicine e lontane ed il mare si abbracciò largamente al fiume,
il porticiuolo subì i capricci metereologici e quindi nacque la necessità di ricercare
un approdo più sicuro e riparato. Siamo in pieno benessere della potenza romana,
quando ormai l'impero segnava orme immortali di grandezza e di prestigio,con il
restauro e la costruzione delle grandi vie consolari e si preoccupava di riattivare porti,
valorizzare rade,rialiacciare i commerci delle regioni più lontane del Mediterraneo
e prelevare così i prodotti più ricercati e più belli delle singole parti del mondo.
Anche Canosa partecipò a questa grande rinascita economica e sociale,grazie alla
felice posizione del suo sito lungo la via Appia-Traiana.Sentita fu quindi dalIo
Stato la necessità della costruzione di un molo in quell'ansa naturale dell'attuale piazza
Marina.Scrisse Emanuele Mola nel 1796:"Di questo porto antico,che serba ancora il nome
di Caricaturo di Canosa si veggono tuttavia le orme sotto le mura della presente città di
Barletta,a destra della magnifica porta di mare,che mena al molo.Si pretende che sia
stata lunga 46 canne napoletane(n.d.r.canna, vecchia misura italica pari a 8 palmi,(m
2,10)protetto da scogli e largo più di 2;vedonsi cominciare sotto la chiesa di S.Cataldo,
e finire al primo ponte di detto molo nuovo.Di esse canne 23 sono tutte sottoterra e
delle altre 23 se ne vedono le rovine Spuntare in parte fuori dall'arena".Così si venne
a sviluppare lentamente Barletta e maggionnente si affermò quale scalo marittimo della Lucania
e del centro della Pencetia.Sembrerebbe dunque che I'Emporio di Canosa abbia avuto notevolmente
importanza,influendo persino sulla nascita di Barletta anche se,delle sue rovine non se ne
è mai trovata traccia.
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