...il Portale
Si ringrazia la gentile collaborazione dello "storico" Don Gaetano Valente
- Con il tragico epilogo della folle avventura dell' ultimo rappresentante degli Hohenstaufen cala il sipario sulla scena delleintricate vicende del lungo capitolo di storia del periodo normanno svevo e dei primi due secoli di regime feudale di origine franca nel mezzogiorno. Ma al di la degli eventi della grande storia , le aride formule degli atti notarili deinostri centri pugliesi continuano a fissare i momenti piu salienti della vita quotidiana degli uomini , che sono stati testimoni , e spesso anche attori , di quegli stessi eventi . E relativamente al periodo medievale , Terlizzi ne vanta molti di quegli attinotarili , che , affiancati ad alcuni significativi dati superstiti dei Registri Angioini , documentano altresi' passo passo una presenza molto attiva dell ' intero corpo sociale della sua " Universitas " alle prese con ivari problemi di natura politica ,sociale , religiosa , economica . E a partire dal paesaggio urbano , va fatto innanzitutto notare che il termine "civitas " attribuito costantemente a Terlizzi dalle sue fonti documentarie non trova di certo rispondenza ai requisti di natura linguistica e giuridica annessi al significato tradizionale , ma solo una motivazione di ordine affettivo e politico . L' impianto abitativo dell' antica civitas , di epoca medievale e aforma radiocentrica , e' situato a 9 Km ; dalla costa adriatica e a 192 m. sul livello del mare , adagiandosi su uno degli ampi ;gradoni della fascia premurgiana , che a tratti e in leggero pendio scendono dall ' altopiano delle Murge verso il mare . Fondamentalmente l ' impianto urbano di Terlizzi , come del resto gran parte dei centri pugliesi , appartiene alla tipologia dell ' agglomerato agricolo . Alla tipologia dell ' agglomerato agricolo appartengono le case a " corte " ; ne e' esempio lo stesso Palazzo de Gemmis . Questsi sviluppa intorno a uno spazio libero e scoperto con apertura sulla "strada puplica" . Generalmente questa tipologia per unita' familiare , realizza una maggiore privatizzazione e funzionalita' per i servizi agricoli . Nelle carte dell ' epoca la piccola corte (cortile) e' espressa con il termine "platea" , quasi ad indicare una piazzuola privata , con l' immancabile pozzo d' acqua . Su di essa si aprono di solita alcuni "terrinei" , pianterreni cioe' adibiti a vari usi , ma soprattutto ad attivita' agricole . Le abitazioni vere e proprie si trovano al piano superiore , cui si accede mediante una scala esterna che immette in un "gayphum", terrazzino o balconata con uno o piu' ingressi . La tipologia di solito risulta appartenere alla classe pui' abbiente del paese , come la stessa "domus orreata" che piu' tardi assumera' la denominazione di "casa palazzata" (come per Palazzo de Gemmis) dotate oltre che di pozzo d' acqua di granaio o addirittura di una "fovea reponendo frumentum" , una specie di silo interrato e in muratura per riporvi e conservare il grano. Il conditorio della famiglia baronale De Gemmis , del 1576 , fu completato nella prima meta' del '700 da Tommaso (1700-1761) , piu' volte sindaco della citta' , per la quale fece costruire la "piscina nova" , distrutta il 1962. La squisita bella dimora di gusto tardo -barocco , e' datata 1748. Ilpalazzo in vista , rigoroso nel tempo di raffinata eleganza , ha caratteristiche formali, dal Portale alla scala scoperta nella corte , che fanno pensare a Ferdinando Sanfelice (1675-1748), il grande architetto e scenografo napoletano , o ad un suo valido allievo.