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PALAZZO CAPUTI
L'edificio mostra la sua facciata principale sulla Via Maggiore (attuale
Via De gasperi) che conduce alla piazza principale e, con i suoi due piani,
si impone anche in altezza sul tessuto edilizio circostante.
La costruzione
risale alla fine del XVI secolo e fu voluta da Domenico Caputi come ricorda
l'iscrizione incisa al di sopra dell'arco a tutto sesto dell'ingresso: DOMENICUS
CAPUTI A FUNDAMENTIS EREXIT ANNO D.1592. Tutta la facciata è caratterizzata dal gioco chiaroscurale delle accurate bugne le cui dimensioni sono diverse: grandi nella parte inferiore, medie per il primo piano, più piccole
per il secondo piano.
Il rivestimento della facciata, percorso dalle cornici
marcapiano, integra visivamente il secondo piano in realtà mai ultimato,
come mostrano le finestre tompagnate, e parzialmente utilizzato per le soffitte.
Elemento focale dell'intera facciata è costituito dall'imponente
portale centrale di accesso, la cui monumentalità è accresciuta
dalla saldatura con il grande balcone, con il quale sembra anzi formare
un unico insieme scultoreo.
L'importanza del casato che occupa l'edificio
è sottolineato dal grande stemma nobiliare scolpito in pietra e sospeso
al centro dell'archivolto: un tempo policromato esso riporta nello specchio
tre teste raffiguranti le tre razze umane: la bianca, l'orientale, la nera.
Varcato l'ingresso si accede ad un arioso atrio rettangolare in parte coperto
a botte e con lunettature terminanti con piccoli capitelli, in parte scoperto.
La parte scoperta è illeggiadrita in alto da una scenografica balaustra
sorretta da possenti mensoloni decorati con bassorilievi; la copertura della
loggetta che conduce agli appartamenti è sorretta da eleganti colonne.
Lungo il perimetro dell' atrio, oltre al pozzo rinascimentale con nicchia
a conchiglia, si trovano gli ingressi, disposti simmetricamente, dei vari
ambienti di servizio (tutti recanti, nelle trabeazioni, lo stemma scolpito
della famiglia con tracce della originale policromia). A sinistra si trova
anche l'ampio ingresso che con due rampe di ampia scalinata conduce al piano
nobile. Appena entrati si nota un piccolo vano che era adibito a cappella
privata mentre in un'altra stanza è murata una iscrizione funeraria
romana racchiusa in cornice di stucco marmorizzata.
La presenza dell'iscrizione
ricorda che in questa parte dell'edificio fu collocata agli inizi dell'Ottocento
la famosa collezione di antichità della famiglia Caputi, ora dispersa,
iniziata dall' arcidiacono Giuseppe Caputi che fu anche Presidente della
Commissione dei Regi Scavi in Ruvo.
Nell'ampio salone centrale, la cui volta
presenta ancora decorazioni rococò con stucchi dorati e dipinte,
è ancora esistente l'originale pavimento in cotto.
L'edificio fu
ampliato, anzi raddoppiato, a fine Settecento con l'innesto di un nuovo
palazzo che, scavalcando al primo piano una piccola stradina, forma il caratteristico
arco detto di Caputi.
La facciata di questo nuovo edificio, che segue l'andamento
leggermente arcuato della strada, è in tutto uguale all'altra sia
nelle proporzioni che negli inserti del sobrio apparato decorativo, significativa
testimonianza dell'arte degli scalpellini locali. Sul portale centrale una
nuova iscrizione tramanda alla storia il nome del committente e la data
di ultimazione dell'edificio: FRANCISCUS CAPUTI AMPLIOREM FORMAM RESTITUIT
ANNO D.1798. Anche questo portale è sovrastato dallo stemma di famiglia.
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