La
"Soprintendenza per i beni ambientali,
architettonici, artistici e storici della Puglia"
di Bari, in data 10/06/1981 ha dichiarato Palazzo
Tafuri bene di interesse storico artistico ai
sensi della Legge n° 1089 del 01/06/1939 (Art. 4)
e come tale soggetto a tutela da parte dello
Stato.
Cenni Storici
Palazzo
Tafuri è un'interessante dimora signorile del
XVIII sec. e si inserisce in un contesto
storicamente ricco di esempi del genere, essendo
la zona di Alezio, allora nota come Villa
Picciotti, particolarmente frequentata da
importanti famiglie gallipoline (come appunto i
Tafuri) che vi possedevano numerosi casini estivi.
Sino
al 1700, la zona ove sorge la costruzione veniva
denominata "Lizza", ma quando fu
acquistata dai Tafuri assunse il nome dei nuovi
proprietari. In seguito la parte di levante fu
lottizzata dagli stessi Tafuri, venendosi così a
creare l'attuale via Lizza, mentre la parte
retrostante rimase terreno agricolo e quella
intorno al fabbricato, a forma quasi ottagonale,
venne destinata a piante sempreverdi. L'ingresso
si aveva dalla via Lizza mediante un cancello in
ferro ancorato a due pilastri in muratura con lo
spazio intercorrente, tra la via e l'edificio,
investito esclusivamente a pini e palme. Ai lati
di quest'ingresso su strada, vi erano due modesti
fabbricati di proprietà privata (casa Pastore e
casa Valentini).
Nel
1877 il fabbricato venne intestato al catasto ai
Tafuri (Matteo, Eleonora, Anna, Gaetano, figli di
Francesco Tafuri) i quali nel 1883 vendettero una
parte dell'edificio a Vincenzo Mercuri di Alezio,
e successivamente nel 1884 una seconda parte fu
ceduta a Emilio De Simone. Nel 1890, Giovanni
Casto e Donata Morciano rilevarono dai Tafuri la
parte di fabbricato che era ancora in loro
possesso e che non era stata oggetto di
alienazioni negli anni addietro.
Il
02/06/1937 De Simone A., che dal 1895 deteneva l'intera
proprietà, vendette il palazzo al Comune di
Alezio, unitamente a 40 are di terreno
retrostante al prezzo di £ 46.000. Il Comune di
Alezio destinò il palazzo a caserma dei
carabinieri e tale rimase sino al 1966, subendo
nel tempo notevoli modifiche. Nel 1966 venne poi
ceduto in concessione alla SIP, che vi installò
i propri impianti (provocando ulteriori danni) e
un'ala del fabbricato ospitò anche la Biblioteca
comunale.
Nel
1982, dopo che Palazzo Tafuri venne vincolato ai
sensi della L. 1089 del 1939 in quanto
riconosciuto bene di interesse storico e
artistico, il Comune di Alezio, riappropriatosi
dell'immobile, decise di destinarlo a sede del
"Museo della civiltà messapica" alla
luce dei continui ritrovamenti archeologici in
zona e visto che già nel 1969 nel giardino
antistante il Palazzo era stato istituito il
"Parco archeologico".