La testimonianza del Samarelli

Il Samarelli riferisce di tracce di un dolmen raso al suolo, identificate nel fondo di proprietà della Signora Lucietta Pasquale Berarducci, nei pressi del dolmen della Chianca . Il medesimo studioso dà notizia di un ulteriore dolmen distrutto in contrada Albarosa: «Il 15 agosto 1911 il fittuario di Albarosa signor Gennaro Freda di Molfetta venne a comunicarmi che nel fondo alcuni operai per ordine della signora proprietaria scatenavano il terreno per estirpare la gramigna proprio sul posto della stazione. Spinto dall’amore di questi studi, volli recarmi il giorno seguente ad Albarosa coll’amico Ciccillo Capacchiani, ed insieme osservammo che quella schiera di uomini coi loro picconi iconoclasticamente devastavano tutto. Uno scheletro fu da loro del tutto frantumato e le pietre che ne componevano la tomba erano fuori il terreno con pezzi di ceramica che forse appartenevano a qualche vaso funerario».


Il dolmen di Giano

In contrada Santeramo , al confine fra i territori di Trani e di Bisceglie, ad un paio di chilometri dalla chiesa di Santa Maria di Giano, il Biancofiore nel 1961 individuò i resti di un altro dolmen conosciuto come dolmen di Giano. La sua distruzione avvenne nell’estate del 1975. Si trattava, ancora una volta, di un sepolcro-altare entro tumulo. Esso era situato in una posizione analoga a quella degli altri dolmen noti. Infatti la contrada è delimitata a Sud-Sud Est da una lama.


Come arrivarci:

Lo si raggiunge prendendo l'uscita Bisceglie-nord dalla ss. 16 bis e percorrendo la via per Andria. Dopo 5 Km. si imbocca sulla sinistra un viottolo che si percorre per 500 m.. Quindi si arriva nei pressi del dolmen.