La visione tridimensionale:

Per noi, vedere in tre dimensioni un oggetto solido, è un fatto talmente naturale che non ci facciamo neppure caso. Altrettanto normale è vedere "piatti", cioè privi della terza dimensione, i disegni e le fotografie. Vi siete mai chiesti perché questo avvenga? Si tratta di una cosa talmente naturale ed ovvia che molti non ci hanno mai fatto caso. Per cercare di capirlo, fate questo esperimento: mentre osservate un filo posto orizzontalmente, in modo che non siano visibili i punti d'attaco del filo stesso, cercate di attaccarvi una molletta coprendovi un occhio con una mano. Anche in questo caso l'immagine perderà la terza dimensione. L'occhio in questo modo ha perso tutti gli indizi, come le ombre e la variazione delle dimensioni con la distanza, che ci aiutano a farci comunque un'idea del volume delle cose e della loro posizione nello spazio. Impiegando un solo occhio, quindi, mancherà la percezione della profondità. Togliendo la mano che copre l'occhio, vedrete tornare la terza dimensione dello spazio e degli oggetti che vi si trovano.


L'analisi dimensionale: prospettiva, confronto e triangolazione

La capacità di vedere le cose in rilievo è definita visione stereoscopica ed è dovuta all'impiego combinato dei due occhi. Ogni occhio guarda l'oggetto secondo una direzione differente rispetto all'altro, e le due immagini risultano un poco diverse. Le differenze geometriche fra le due immagini vengono utilizzate dal cervello per ricavare la percezione della profondità. Nel fare l'analisi dimensionale di un qualsiasi oggetto, il cervello fa ricorso a diversi metodi di rilievo: prospettiva, confronto delle due immagini proiettate sulla retina ed triangolazione. Dei tre, i primi due servono essenzialmente per individuare gli elementi da analizzare, mentre il terzo rileva la posizione dei punti osservati mediante un'autentica triangolazione avente per base la distanza tra i centri di rotazione dei bulbi oculari e per vertice l'intersezione degli assi visuali. Per la verità non è che il cervello misuri, per ogni punto, gli angoli formati dagli assi visuali con la base ed effettui i relativi calcoli per ricavare le tre coordinate in un sistema di riferimento cartesiano ortogonale, ma memorizza continuamente i dati dopo averli sottoposti a verifica. Evidentemente il programma di rilievo non viene elaborato dal cervello sulla base di calcoli matematici o di rappresentazioni grafiche, ma piuttosto con una serie di tentativi i cui risultati costituiscono la banca-dati indispensabile per qualsiasi nuova esperienza. Ora dovrebbe essere evidente perché i disegni e le fotografie manchino della profondità: questo avviene perché entrambi gli occhi ricevono la stessa immagine. Poiché non vi sono differenze geometriche fra quanto percepito da ciascun occhio, il cervello non può ricavare l'informazione della terza dimensione.


Lo sapevate che....

Le differenze geometriche fra le due immagini vengono utilizzate dal cervello per ricavare la percezione della profondità. Questa capacità si è sviluppata particolarmente negli animali cacciatori che devono valutare con precisione la distanza della preda e il momento esatto per portare a termine con successo la caccia. Nei primati, dai quali discende l'uomo, si è sviluppata per la necessità di apprezzare con esattezza la posizione dei rami ai quali afferrarsi durante il movimento sugli alberi della foresta.