Lo scavo nel corridoio (dromos):

Gli scavi furono proseguiti da Gervasio tra novembre e dicembre del 1910 e pubblicò i risultati della sua indagine nel 1913. Il Gervasio indagò il dromos per tutta la sua lunghezza: il primo scavo fu effettuato nei pressi di un ulivo secolare che «nato nel bel mezzo del corridoio, spinge le sue radici fin presso l’entrata della cella».


Il focolare:

Presso la lastra n , dopo aver rimosso lo strato di humus, lo studioso trovò i resti di un focolare circolare, spesso cm 10, formato da cenere fine e ben battuta, mescolata a pezzi di carbone con ossa combuste di animali, pertinenti probabilmente ad un banchetto relativo al rito funebre. Tale focolare era costituito da una quindicina di stratificazioni sottili, che rivelavano che il fuoco era stato acceso parecchie volte ad intervalli di tempo non brevi, vale a dire in occasione dei vari momenti di deposizione. Presso il focolare, a contatto con la cenere, vi erano pochi frammenti di ceramica . Nei pressi del focolare, in cinque punti diversi, erano ossa umane bruciate. In un punto si rinvennero «pezzi di teschi anneriti dall’azione del fuoco».


Il muro a secco:

Il Gervasio, scavando anche attorno al monumento, trovò un muro a secco largo due metri, che scendeva per 40 cm nel terreno fino alla roccia. Tale muro, che si interrompeva solo sul lato orientale, vale a dire in corrispondenza dell’ingresso, costituiva la base per l’enorme tumulo di pietre che ricopriva interamente il dolmen.