SAN NICOLA : UN CAMMINO PER L' EUROPA.
Un passo del celebre Liber Calistinus recita così:
«Dona gioia e ammirazione contemplare le schiere di pellegrini
ai piedi del venerabile altare di san Giacomo in veglia e custodia
continua: gli Alemanni da un lato, i Francesi dall' altro, gli
Italiani in un'altraparte. Si formano dei gruppi che tengono ceri
accesi nelle mani; alla loro luce la chiesa è rischiarata
come in un giorno di sole. Ciascuno procede secondo le tappe devozionali
con perfetta compostezza con i propri connazionali. Qualcuno suona
la chitarra o la lira o il flauto, il timpano, la tromba, l' arpa,
la viola; c'è chi danza al suono degli strumenti, chi passa
la notte in preghiera, chi piange i propri peccati, qualcuno legge
i Salmi e fa l' elemosina ai poveri.
Dappertutto si ascoltano
lingue diverse, qualcuna strana; conversazioni e salmodie in alemanno,
inglese, persino greco, appartenenti a tutte le tribù e
nazioni della terra. Non c'è lingua straniera di cui non
si percepiscano le parole».
Uno spettacolo analogo a quello descritto per la basilica di S.
Giacomo di Compostela, dovevano offrire gli spazi, freschi di
costruzione, della basilica di S. Nicola a Bari, al momento della
traslazione e della reposizione delle reliquie entro il recinto
del palazzo del Catapano e nella cripta. Che la traslazione delle
reliquie fosse foriera di un futuro straordinario per Bari, la
Puglia, la chiesa locale e universale, era stato già percepito
negli ambienti dell'Episcopio barese, il quale, per bocca dell'arcidiacono
Giovanni, autore di una delle Cronache, rivolge infatti un entusiastico
appello «a tutte le chiese di Cristo» per riferire
quanto accaduto : «Annunziamo e rendiamo noto per mezzo
dei nostri scritti quali fatti meravigliosi, degni di lode e di
venerazione lddio onnipotente si sia degnato ai nostri giorni
di mostrare ai mortali per meriti del suo servo, il beatissimo
Nicola: cioè in qual modo il suo santissimo corpo sia stato
portato via dalla metropoli di Mira, ad opera dei Baresi che lo
hanno trasportato per mare a Bari; dove sono avvenuti anche innumerevoli
portenti e straordinari miracoli, i quali non solo cerchiamo di
far conoscere... alle presenti generazioni, ma anche di tramandare
accuratamente cose degne di memoria e di racconto a coloro che
verranno nei tempi». Il rumore dell'evento varcò
subito i confini della città dopo la provvisoria consegna
delle reliquie nelle mani dell'abate Elia nel monastero di S.
Benedetto e, in capo a tre giorni, nel recinto della Corte del
Catapano, nella chiesa di S. Stefano, ultimata da poco. Già
il giorno dopo, come riportato dalla cronaca di Giovanni, «la
fama di un fatto così grande ed eccelso si diffilse con
straordinaria velocità fuori delle mura di Bari. Dapprima
raggiunse i paesi ed i villaggi del territorio di Bari, spargendo
per le orecchie di tutti il lietissimo annuncio. E subito accorrono
a gara, da ogni parte, uomini e donne di ogni età. A causa
delle fittissime schiere di uomini e donne, di vecchi e di giovani,
di ammalati di ogni specie, le vie più ampie ed i sentieri
si vedevano per lungo tratto affollatissimi; di qua e di là
riecheggiavano gli inni a voce delle laudi. . . In seguito la
medesima fama, mossa da ali leggerissime, trasvolò sempre
più lontano e, nel giro di pochi giorni, sconvolse con
lo straordinario annunzio tutte le regioni d' Italia. Perciò
varie moltitudini di cristiani accorrevano da ogni zona dell'
intera Esperia».
Era nato, circa settant'anni prima del
concorso di popolo a Santiago descritto dal Codice Calistino,
il primo camino di "identità europea" , il
camino di san Nicola, antesignano di quello galiziano, che
solo ignoranza ed indifferenza (che avrebbero gelato, nel 1089,
anche il caldo entusiasmo dell' arcidiacono annunziatore) hanno
relegato in secondo o terzo piano rispetto ai programmi di incentivazione
europea dei percorsi della fede (indissolubilmente connessi a
quelli della storia e dell'arte) soprattutto in occasione dell'anno
giubilare ! Trenta ammalati guariti il primo giorno, dopo l'arrivo
delle reliquie di san Nicola, indemoniati, muti, sordi e ciechi
(molti ancora in giro!), in numero crescente e «incommensurabile».
Uomini, donne e fanciulli da Ancona, Camerino, Amalfi, un Armeno,
un Pisano, da Giovinazzo, Terlizzi, Bitonto, Taranto, Ascoli,
SanVito, Montescaglioso, Siponto, Benevento, Durazzo, un pellegrino
d'Aquitania, ecc. Il "cammino" di san Nicola, al pari
di quello di Santiago, là dove per la prima volta il pellegrino
poteva avvistare la meta agognata (il Mont-Joy in Galizia), era
segnato, a pochi chilometri dalla città, da una croce di
legno, luogo di miracoli anch' essa, possibile forse da identificare,
se si ponesse mano ad un progetto di ripristino del percorso,
almeno in taluni tratti più significativi.
La via Francigena,
la via dei pellegrinaggi da Santiago a Gerusalemme, aveva come
tappa mediana Bari, dove approdavano anche le rotte marittime
provenienti dall' Europa orientale, rinverdite oggi dalla rinnovata
affluenza dei Russi, devotissimi di san Nicola. Lungo il tragitto,
in Italia, Francia e Spagna sono numerosissime le chiese nate
e dedicate al Santo barese. Filiazione diretta di Bari è
la basilica gotica di Saint-Nicolas-de-Port (Nancy) con la conseguente
"nicolonizzazione" della Lorena, Borgogna, Renania,
Belgio, Olanda, Lussemburgo, e quella di S. Nicola al centro della
città di Gand(Fiandre) nei cui pressi sorge la cittadina
di Sint-Niklaas. Due grandi chiese barocche, tra le più
belle della città, sorgono nella Praga medievale e barocca.
Uno straordinario retablo in alabastro con scene della
vita del Santo si trova nella chiesa San Nicolas de Bari a Burgos,
sul camino di Santiago. Leggende, tradizione letteraria,
teatro, musica, poesia, miracoli, episodi curiosi e manifestazioni
religiose e folkloriche fanno tutte capo alla traslazione barese.
Mettendo insieme il "sistema" san Nicola (strada, chiese,
culto, folklore, arte) si ottiene uno degli assi portanti della
storia e della cultura dell'Europa medievale, estesa al mondo
dell' infanzia. Su tale sistema occorre far leva perche Bari,
la basilica di S. Nicola e le sue città socie (Saint-Nicolas-de-Port,
Gand, Praga, Burgos, ecc.) rientrino a pieno titolo nella lista
del patrimonio culturale mondiale dell'Unesco e perchè
il camino di san Nicola, partendo dal cuore stesso della
città medievale, sia riconosciuto dal Consiglio d'Europa
come itinerario culturale, alla stregua di quello di Santiago,
dichiarato tale, ironia della sorte, il 23 ottobre del 1987 mentre
Bari celebrava il lX Centenario della traslazione delle reliquie!
Come l'itinerario galiziano, anche il camino di san Nicola
può essere considerato «uno spazio di incontro e
scambio permanente, uno strumento privilegiato di comunicazione
e conoscenza reciproca, una fonte di solidarietà, che costituisce
il fondamento della identità Europea». Alla costruzione
gotico-barocca della basilica di S. Giacomo (ma occorre non dimenticare
che sotto la veste attuale è ben visibile la scorza della
costruzione romanica iniziata nel 1075 e conclusasi con il Portico
della Gloria nel 1168), si contrappone felicemente la bianca
e severa facciata della basilica barese, riconosciuta universalmente
fra i capolavori del Romanico occidentale; la chanson de geste,
che vide i suoi albori leggendari al passo di Roncisvalle, è
ripetutamente rappresentata nei mosaici e nelle sculture delle
cattedrali pugliesi e nella letteratura popolare locale. E insieme
dei valori connessi al pellegrinaggio di Santiago sono gli stessi
di quello a san Nicola, anche se espresso a livello di classi
subalterne con pellegrinaggi essenzialmente di area rurale spinti,
questo sì purtroppo, verso una colpevole emarginazione.
Rinunciando alla riattivazione del camino di san Nicola,
non solo si rifiutano le interrelazioni culturali di così
ampio respiro dianzi accennate, ma anche le conseguenti risorse
per la gestione di questo specifico patrimonio e soprattutto una
chance tutta peculiarmente barese di vivere l' Europa. Se è
vero che Dante sembra considerare "pellegrino" solo
colui che compiva il viaggio a Santiago (allora considerata davvero
in finibus terrae), dall'orizzonte della Divina Commedia
non sono esclusi Bari («...quel corno d'Ausonia che s'imborga
di Bari») e san Nicola («Esso parlava ancor della
larghezza / che fece Niccolò alle pulcelle / per condurre
ad onor lor giovinezza»). E Fazio degli Uberti, nel suo
Dittamondo, non manca di farvi una puntatina («ln quella
parte ci fu dato indizio/che Bari v'era presso,ond'io divoto /
di Nicolao visitai l'Ospizio»). Con tali illustri precedenti
e fidate carte di credito, qualora ve ne fosse bisogno, Bari medievale
ed il popolo dei suoi vicoli possono incamminarsi, auspice il
"grande vecchio" e la sua altrettanto nobile ed antica
basilica, verso un nuovo camino di identità europea; ne
ha facoltà!