I MATERIALI TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE: LE MALTE E I CALCESTRUZZI

Prof.re  P.Abbaticchio

 

La malta è ottenuta dall’impasto di un legante con acqua, o di un legante con acqua e sabbia. A seconda del diverso tipo di legante utilizzato, si differenziano i vari tipi di malta sia per le modalità di confezionamento che per le proprietà fisico-tecniche. Si hanno infatti malte di calce aerea, idraulica, di cemento e di gesso, oppure malte bastarde e boiacche, formate da una combinazione mista di leganti.

 

La malta di calce aerea, è ottenuta usando il grassello, un materiale che si ottiene spegnendo della calce in acqua. Il grassello dev’essere stagionato per un certo periodo di tempo, circa sei mesi per gli intonaci, durante i quali viene coperto con uno strato di sabbia di circa 5 cm. Questo procedimento è importante, perché evitare che piccolissime parti di calce non siano idratate. In caso contrario, si può assistere al fenomeno detto “sbullettatura”, cioè un distacco di parte dell’intonaco, causato dal rigonfiamento di una parte dello stesso a causa di quanto detto prima. Questa è una tecnica abbandonata, in quanto richiedeva tempi molto lunghi, mentre oggi viene fornita in polvere. Essa viene confezionata mescolando una parte di grassello con due di sabbia. Questi rapporti derivano dall’esperienza in cantiere. La malta di calce aerea si presta bene per tutti i tipi di murature fuori terra, dato che il fenomeno di presa avviene all’aria aperta.

 

La malta di calce idraulica si confeziona con sabbia, calce idraulica ed acqua. Variando i rapporti di questi elementi otteniamo malte con caratteristiche fisico-tecniche diverse, utilizzabili a seconda dell’uso. Le calci idrauliche fanno presa sia che esse siano all’aria aperta, che in presenza di acqua e quindi di umidità. Questo spiega il motivo per il quale, tale calce, trova applicazione nei locali interrati. In epoche passate per ottenere malte idrauliche, si aggiungeva alla calce aerea la pozzolana, nei rapporti di 1:3 o 1:4. Questa soluzione conferisce alla malta stessa, una maggiore capacità di fare presa in acqua, ed una  maggiore compressibilità. Per dare un esempio, si pensi che basta aggiungere il 20% di pozzolana, per conferire alla malta una resistenza a compressione del 120%.

 

Le malte cementizie, si ottengono mescolando il cemento in polvere con sabbia e acqua. Di solito si utilizza il cemento a lenta presa. Le dosi che si adottano sono 400 kg di cemento con un metro cubo di sabbia, per ottenere una malta cementizia normale. Le malte grasse creano parecchi problemi, perché danno spesso luogo a fessurazioni in fase di ritiro; occorre dunque molta cautela, evitando le rapide evaporazioni, e mantenendo costantemente umide le parti eseguite. A causa della sua difficile lavorabilità, spesso la parte di cemento viene sostituita in eguali quantità con della calce idraulica in modo da rallentarne la presa. Ciò significa che si devono preparare sempre piccole quantità di malta cementizia, in modo tale da evitare degli sprechi.

 

Le malte bastarde sono ottenute mescolando calce idraulica e cemento. Questi materiali si combinano ottimamente, ottenendo una buona resistenza da parte del cemento e, lavorabilità da parte della calce idraulica. Viene utilizzata per qualsiasi tipo di murature e per la posa in opera di rivestimenti e pavimenti.

 

Le malte di gesso si ottengono mescolando una parte di gesso con circa mezza parte di acqua. La presa è molto rapida, e quindi, la malte dev’essere preparata in piccole quantità e subito adoperata. Durante la messa in opera si perde una grande quantità di malta a causa della sua rapida presa. Esse, tuttavia, trovano oggi larga applicazione come intonaci si interni, sia per il loro costo modesto che per la facilità d’applicazione. Bisogna tener conto che durante la fase di indurimento, il gesso, aumenta di volume. Questa sua caratteristica, gli permette di essere utilizzato come fissante provvisorio, di piastrelle, grappe, staffe che ne restano saldamente ancorate. L’unico suo difetto è che il gesso è un materiale idrofobo, e quindi è sconsigliato la sua messa in opera come intonaco si pareti esterne.

 

Le boiacche sono una miscela molto diluita di acqua e cemento, con una percentuale d’acqua tale da ottenere un impasto molto fluido. Questa sua caratteristica, la rende idonea per lavori di stuccatura dei giunti tra le piastrelle.

 

Il  può essere utilizzato come materiale a parte con l’aggiunta di materiali inerti aventi uno spessore diverso. Questa miscela viene comunemente chiamata calcestruzzo, il quale ha come componenti base dell’impasto, il cemento, la sabbia, il pietrisco la ghiaia e l’acqua.

La sabbia impiegata per il confezionamento dei calcestruzzi e delle malte si possono classificare nella seguente maniera:

§       Sabbia FINE con diametro dei granelli compresi tra 0,1 e 0,5 mm usata per intonaci lisci;

§       Sabbia MEDIA con diametro dei granelli compresi tra 0,5 e 2 mm usata per gli intonaci grezzi;

§       Sabbia GROSSA con diametro dei granelli compreso tra 2 e 5 mm usata per le malte ed intonaci;

Tra la ghiaia ed il pietrisco (estratto dai letti dei fiumi) è preferibile il primo in quanto presenta dei granuli più compatti e resistenti, essendo ricavato da rocce scelte in cava. La resistenza del calcestruzzo dipende molto dalla compattezza dell’impasto, ottenuta proporzionando la quantità degli inerti di diversa dimensione , in maniera tale da ridurre al minimo i vuoti. L’ideale è dunque avere degli inerti  di varie misure in modo tale che quelli di piccole dimensione, come la sabbia, vadano a riempire tutti gli spazi, ottenendo così una massa molto compatta. Altro punto fondamentale per ottenere un buon calcestruzzo è rappresentata dall’acqua di impasto, indispensabile per determinare la reazione di idratazione del cemento, ovvero il fenomeno di presa.