I REGOLAMENTI EDILIZI COMUNALI: LA STORIA, LE NORME, L’ATTIVAZIONE

arch. F.Martino

 

               L’attività di un progettista non si limita alla sola conoscenza di tutte le tipologie architettoniche, ma anche di tutte le normative che regolano la progettazione in generale. Questo resta un punto da non sottovalutare, in quanto l’ignoranza delle stesse si pone come ostacolo professionale ad una corretta progettazione. Ogni progetto viene sottoposto ad un controllo normativo da parte degli organi competenti, al fine di ottenere uno strumento di controllo del territorio, e combattere l’abusivismo edilizio.Prima del secondo conflitto mondiale il corpus normativo era molto ridotto alle sole norme contenute nel Codice Civile, che trattava in maniera molto scarna la parte edilizia, assegnando solo dei termini generali ma che comunque si pongono come scopo, lo sviluppo ordinato del territorio. Queste si ritenevano inizialmente sufficienti perché prima esisteva quella che era l’edilizia “autoprodotta”, ovvero che nasceva come volontà del piccolo proprietario fondiario di costruire una abitazione. Le cose sono radicalmente cambiato, quando con l’era industriale, si è assistito ad una migrazione della popolazione dalla campagna verso i nuovi agglomerati urbani. Questo ha quindi dato inizio ad una serie di regolamenti e di normative atte a controllare i gruppi di speculatori, che miravano più ai loro interessi che non a quelli della classe operaia, che spesso erano costretti a vivere in condizioni igienico sanitarie molto precarie.

            Il primo vero e proprio intervento edilizio nasce in Italia negli anni ‘35-’40 con l’approvazione di un vero e proprio regolamento edilizio. Successivamente nel 1942 viene varata la legge urbanistica, che fornisce al progettista uno strumento di consultazione che gli permette di organizzare il suo lavoro in maniera organica e corretta. Con questa legge si vengono a delineare delle figure di controllo, ciascuno con una propria competenza territoriale e gerarchizzata. Questa si volgeva soprattutto allo Stato, quindi erano norme statali che prendevano atto di tutta una serie di  esperienze, per disciplinare lo sviluppo della città, gestita dagli organi delle varie amministrazioni periferiche, ovvero i Comuni.

            Gli anni passati sono stati caratterizzati comunque da un forte abusivismo edilizio, in quanto forte era l’esigenza di edificare. Questo problema ha sempre in genere sempre riguardato fenomeni di impatto ambientale, spesso e volentieri tollerati, con successive norme atte a modificare quelle precedenti. Sono state emanate norme riguardanti la larghezza e le altezze degli edifici, la distanza dai fabbricati vicini e dalla strada, norme inerenti l’illuminazione solare, ecc… Esistono normative che non sono state ancora approvate nei vari regolamenti edilizi. In Italia questo è dovuto al fatto che ogni normativa, regolamento o variante  che sia, per essere approvata dev’essere preceduta dalla sperimentazione, allungandone i tempi. Ogni regolamento edilizio, qualunque esso sia, subisce continue modifiche in risposta alle esigenze del territorio comunale a cui appartengono. Lo stesso regolamento edilizio di Bari è andato modificandosi. Il non rispettare la normativa vigente è perseguibile penalmente dallo Stato.