I COMPONENTI COSTRUTTIVI: I SOLAI

(2° PARTE)

Ing. V.Bacco

 

            Il solaio in latero-cemento è il risultato di una serie di sperimentazioni che lo ha dichiarato idoneo alla funzione specifica. In altre nazioni la combinazione del cls con il laterizio, è stata un po’ abbandonata, non perché la struttura non è adatta al tipo di funzione che deve svolgere, ma perché le aziende straniere non sono in grado di produrre elementi in laterizio in maniera rispondente, come sappiamo farlo noi italiani. Si vede come l’antica tradizione dei Romani, nella cottura della terra, si è tramandata e migliorata fino ai giorni d’oggi.

Il solaio in latero-cemento è un diaframma è una partizione orizzontale, che divide due ambienti. Deve soddisfare bene alcuni requisiti:

-        deve reggere il proprio peso

-        deve reggere i carichi permanenti

-        deve mantenersi indeformato nel tempo, o per lo meno al quanto indeformato

-        deve dividere, per esempio, un ambiente esterno da un ambiente interno

-        deve quindi avere un isolamento termico, acustico e al fuoco

Questi punti appena elencati sono i requisiti essenziali che una struttura deve soddisfare perché sia ritenuta corrispondente alle norme europee.

Analizziamo ora uno degli aspetti fondamentali che è quello statico senza del quale non possiamo considerare il solaio come tale. La pianta di carpenteria è un disegno che viene dato dal progettista all’impresario che sta costruendo l’edificio, che lo passa successivamente al carpentiere che rappresenta colui che crea le impalcature che servono a creare la forma desiderata. In questo disegno vengono indicate una serie di elementi, le travi che delimitano un’area ben precisa, atta ad accogliere la struttura del solaio. Le frecce stanno ad indicare il senso dell’orditura delle nervature secondarie ( travetti ) che contengono un elemento di alleggerimento, il laterizio. In passato si creava un orditura di putrelle in acciaio e riempite con degli elementi in laterizio. Diamo ora un idea di quali tecnologie siano attualmente in uso.

Ø     SOLAI IN OPERA

Ø     SOLAI A TRAVETTI PREFABBRICATI IN LATERZIO E CLS ARMATO NORMALE O PRECOMPRESSO

Ø     SOLAI A LASTRA CON ALLEGGERIMENTO IN LATERZIO

Ø     SOLAI A PANNELLI

La scelta del tipo di tecnologia è dettata dai costi globali, cioè non costi del semplice elemento, ma dell’organizzazione completa, cioè la scelta potrebbe essere non conveniente per il posto dove devo operare perché si possono presentare altri problemi aggiunti, allora il progettista è chiamato, in sede di progetto a fare una lista di tutti i pro e i contro che potranno presentarsi nella realizzazione di questa struttura, e poi scegliere qual è la tecnologia migliore.

Un solaio in latero-cemento è formato da elementi solidi, che sono i blocchi di laterizio, e da un elemento liquido che è il cls, che ha una caratteristica particolare ovvero quella di assumere tutte le forme che noi desideriamo per poi consolidarsi e raggiungere delle caratteristiche intrinseche , quali la resistenza a compressione, anche elevate che ci permettono di realizzare anche costruzioni ardite. Il cls, per contro, ha un peso elevato nella fase liquida. È  proprio da questi semplici principi che ha avuto inizio l’evoluzione del solaio. Le forme possibili per realizzare un solaio in opera sono quattro. Nelle prime e due il blocco da solaio in laterizio, non esisteva come tale, ma venivano usati in normali blocchi forati in laterizio per pareti, posizionandoli di taglio a di piatto a seconda della scelta voluta. Col tempo c’è stata l’evoluzione del blocco da solaio, si è arrivati ad ottenere un blocco unico con la caratteristica di avere i due spigoli superiori smussati, che servono per eliminare l’accumulo di tensioni che, altrimenti, possono portare alla rottura del cls. Un’altra innovazione è rappresentata dal fondello, un piccolo elemento in laterizio che serve essenzialmente a due cose:

-        allineamento dei blocchi sull’impalcatura creata;

-        rendere uniforme l’intradosso del solaio, ovvero vi è la continuità del laterizio, in maniera tale da avere una prese uniforme dell’intonaco ed evitando la fessurazione dello stesso;

Proseguendo sempre nell’evoluzione, si è giunti ad un blocco da solaio che portano ai lati delle alette, le quali accostate alle alette del blocco adiacente, creano il contenitore per il cls e quindi lo spazio per l’armatura.

Infine si è giunti a realizzare degli elementi prefabbricati; questo ha portato ad eliminare la pratica di realizzare in opera le armature dei travetti, in quanto sul cantiere arriva il travetto già armato, che richiede solo il posizionamento da parte dell’operatore.

La sezione del travetto è a T rovesciata, con le ali leggermente inclinate. Esistono diversi tipi:

-        TRAVETTI DI TIPO 9/12 con le seguenti dimensioni, 9 cm di altezza, 12 cm di larghezza e una lunghezza che può arrivare fino a 8,40 metri;

-        TRAVETTI A TRALICCIO, più leggeri e possono raggiungere i 5,00 metri;

-        TRAVETTI IN CEMENTO ARMATO PRECOMPRESSO;

Il blocco di laterizio ha dovuto subire un’ulteriore modifica, prevedendo due dentini agli spigoli inferiori del blocco, in maniera tale da ancorarsi ai travetti. Anch’essi hanno la particolarità di avere la superficie di contatto con il travetto inclinata, questo per permettere di sollevare o abbassare il blocco, in maniera tale da ottenere un allineamento, a livello dell’intradosso, del solaio, tra il blocco ed i travetti. Il vantaggio notevole che si è ottenuto da questa tipologia, è stato quello dell’eliminazione del piano d’appoggio, in quanto la stessa nervatura secondaria funge questa funzione.

Analizziamo ora in modo più dettagliato, la tipologia dei travetti in c.a.p.. In cosa consiste questa tecnologia ?

La parola precompresso già contiene il suo significato; si crea in modo artificiale una compressione al travetto, direttamente in fabbrica, che verrà successivamente controbilanciata dai carichi di esercizio del solaio una volta messo in opera.

Come si procede ?

Viene creata, in maniera artificiale, una zona tesa (inferiore) in cui l’elemento è sollecitato a trazione, e una zona compressa (superiore). Questo è possibile inserendo nel travetto una corda di acciaio tesa, attorno alla quale si realizza lo stesso travetto. Dopo che il cls, ha fatto presa, si taglia la corda d’acciaio alle due estremità, che tende immediatamente a tornare nella posizione di riposo. Durante questa fase, di ritiro, si vengono ad instaurare delle forze di compressione lungo l’asse longitudinale che concorrono a comprimere ulteriormente il cls. Questa tecnologia, che può sembrare molto banale, ha invece rivoluzionato il modo di concepire i solai, in quanto permette di realizzare solai con luci notevoli.

Concludiamo l’argomento dando alcune ulteriori indicazioni sui solai:

-        in corrispondenza dell’attacco dei travetti con la trave portante, si deve assicurare al travetto un appoggio di 5 cm

per i solai con luci superiori ai 4,5 metri si deve intervenire ponendo una rompitratta, cioè un’armatura trasversale alla nervatura del solaio, che serve come irrigidimento del solaio. La sua allocazione avviene nello spessore del solaio, ricavata  diminuendo l’altezza del blocco da solaio.