GRUMO APPULA

E’ situata in terra di Bari sul primo gradino murgiano a Sud- Est del capoluogo pugliese. La sua collocazione altimetrica passa da 181 mt. sul livello del mare nel centro abitato a 428 mt. sul livello del mare nella massima elevazione di monte Cucco.La sua sistemazione e prevalentemente pianeggiante, con un clima mite di tipo mediterraneo. Ha una popolazione di 12300 abitanti ed una estensione territoriale di 80 kmq. Secondo alcuni storici grumesi la prima Grumo appartiene alla " peucetia ". Questi primi Peuceti erano abili arcieri e portatori di ricchi scudi, ma più che di guerra si occupavano del lavoro. La Peucetia corrispondeva all’attuale provincia di Bari. Le città più note in quel periodo sono: BARIUM, BUTUNTUM, AZETIUM, NORBA, RUBI, BARDULI, TURENUM, NATIOLU, GNATIA, CANOSIUM, YDRUNTUM, BRUNDISIUM, RUDIAE, CAELIA, SPONTUM, LUCERIA, VIBINUM, AUSCULUM, VENUSIA, SILVIUM, GENUSIUM. Era ovvio che, assai per tempo, l’efficacia strategica ed economica di tutti questi centri fosse assicurata da strade di collegamento, che non si ramificarono soltanto longitudinalmente ma anche trasversalmente, legando monti a mare in un continuo passaggio di uomini e merci. E’ a questo punto che si può considerare l’esistenza di Grumo. GRUMUM sorse proprio per assicurare le comunicazioni tra le due linee urbane fondamentali, per collegare la zona collinare interna alla pianura verso il mare. GRUMUM è il posteriore latino. Quello più vecchio, greco, GRYMON. La parola vuole significare raggruppamento o concentrazione di case. Nel 4° secolo a.C. il centro batteva moneta propria ed aveva quindi un governo autonomo " polis ", inoltre si pensa che in questa città si lavorasse anche l’argilla e si allevassero cavalli di razza. In epoca Romana Grumo come altri centri, diventò così un " municipium ", i cui governanti venivano liberamente eletti ogni anno. Questo è il periodo dei latifondisti, infatti, molti terreni furono distribuiti ai " veterani " dell’esercito romano. Di queste distribuzioni restano i segni sul terreno: segni ancora visibili di " centurazione, col taglio di grandi lotti quadrangolari di terreno, in un vasto territorio che si estende dalla costa fino alla murgia. Nell’ordinamento regionale dell’Italia, deciso appunto da Augusto, la 2° Regione era quella di " Apulia et Calabria ", per questo nel più vecchio documento latino di Plinio il Vecchio i grumesi sono compresi tra i calabri con il nome di " Grumbestini " ( III libro della Storia Naturale ). Bisogna tener presente che, a quel tempo, il territorio di Grumo era assai più ampio di quanto sia oggi e che i romani, nella loro voce Grumbestini non comprendevano soltanto gli abitanti di Grumo, ma anche quelli di tutti gli agglomerati urbani minori che a Grumo facevano capo. Grumo viene menzionata in un altro antico testo " Geografia " di Eliano. Di quest’epoca ci restano i nomi dati ad alcuni territori di Grumo, nomi che presentavano la presenza di latifondi romani di epoca Basso Impero: Mascerano da Maiorianum, Agnano da Anniarum rus, cioè " latifondo degli " Annii "Caduto l’Impero Romano d’Occidente, restò l’Impero Bizantino di Costantinopoli e dei Bizantini le Puglie furono possedimento per più di 5 secoli ( 536- 1073 ), salvo un’interruzione nel 9° secolo, quando prevalsero i saraceni. Di questo periodo non ci resta quasi nulla, infatti, le uniche monete risalenti al periodo bizantino, trovate scavando nei pressi della Chiesa del Convento sono andate perdute. Durante il periodo Bizantino e Saraceno si sviluppò l’agricoltura, fu importata dai saraceni nelle nostre terre una nuova pianta: " l’ulivo ". In questo periodo si ha il costituirsi della " universitas "


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