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CHIESA MATRICE 1578 Al centro della medioevale cerchia muraria si trova la Chiesa Matrice dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta in Cielo. Nella " relazione " sullo stato delle chiese grumesi dell’arcivescovo barese Puteo del 1578, è indicata come " Chiesa Matre nel Borgo ". Dalla rievocazione storica di Grumo, il borgo sorse attorno all’attuale Chiesa Matrice, la cui area, in cima al rialzo centrale dell’abitato, in tempi pre - cristiani era presumibilmente occupata da un tempio o da un edificio pubblico. Nel 12° secolo, in epoca normanna, la Chiesa intitolata a Santa Maria Assunta già sorgeva al centro di Grumo; non si sa dire se fosse stata eretta al posto di una ancora più vecchia. Il documento che legò la Chiesa di Grumo in una stretta compagine organizzativa fu la bolla di papa Alessandro III del 23 giugno 1172 inviata a Rainaldo, da allora arcivescovo di Bari. Difatti con tale bolla fu elevata ad archidiocesi: inoltre, dopo i saluti preliminari e le affermazioni di principio, in essa fu stabilita la nomina per l’Arcivescovo e fu fatto l’elenco delle diocesi pugliesi, ad esclusione di Bitetto poiché presenta un proprio Vescovo e la sua diocesi durerà fino al XVIII. Dei tempi antichi, alla Chiesa resta il campanile che, però risale al 13° secolo, allo scorcio di tempo definibile " epoca Sveva ". Diversissima dalla primitiva ed originaria struttura, oggi appare un groviglio di costruzioni addossate le une alle altre, al di fuori di ogni schema logico. Tutti coloro che si sono cimentati nel ricercarne le origini concordano nel sostenere che, anticamente, fosse composta dall’antica cappella del Santissimo ad una sola abside mascherata in un secondo muro che ne nascondeva la rotondità’, alle estremità’ della quale erano stati eretti due campanili simmetrici ma bassi. Sicuramente doveva estendersi oltre poiché, accettando la precedente tesi, non vi sarebbe stato spazio sufficiente per accogliere le autorità comunali e feudali, oltre alla moltitudine dei fedeli, considerato l’alto numero di ecclesiastici che si radunavano sul coro. Sembra che la furia di Ladislao, re d’Ungheria, sbarcato in Puglia nel 1348 per vendicare la morte del fratello Andrea, ucciso forse con la complicità della sua giovine moglie Giovanna I D’Angiò, non abbia risparmiato neanche questo luogo sacro, poiché risulta che i campanili furono semi- distrutti e, a mio parere, non solo quelli. |