CHIESA MATRICE '800

All’inizio del XIX secolo, la Chiesa subì un gran deterioramento causato dalla secolare mancanza di svolgimento dei lavori di normale conduzione; ciò costrinse l’arciprete don Domenico Maria Lupis a chiuderla per qualche anno. Il Comune, per suo conto, aveva programmato di realizzare la pavimentazione del tratto di strada che andava dalla piazza e si fermava davanti alla Chiesa. Il progetto stilato rimase sulla carta poiché quel denaro fu utilizzato per soddisfare esigenze più pressanti e richieste dalla comunità dei fedeli: ripristinare la Chiesa nel suo uso e funzionamento. Le autorità civili vennero incontro al clero per il bene della popolazione, quindi i fondi furono devoluti e la Chiesa venne resa agibile, attraverso molte alterazioni e demolizioni per renderla più spaziosa. Interni:Nell’ampliamento subìto dalla Chiesa nel 1814, tutti gli altari furono impietosamente demoliti. Alla costruzione centrale furono, ancora una volta, addossati altri ambienti. Fu necessario un ulteriore restauro che portò ad un ampliamento abnorme che ne modificò radicalmente la struttura, senza tenere in alcuna considerazione l’armonia dell’impianto cinquecentesco a croce greca: vi si allungò il braccio est, aggiungendovi un grosso vano chiudentesi ad abside con cupola, sul cui fondo vennero posti, sopra un piano sopraelevato rispetto al resto della superficie interna, l’altare maggiore e il coro. Questa seconda cupola era più grande di quella originaria, ed unica, sovrastante la croce greca: la visione complessiva dell’edificio risultava squilibrata. Inoltre si aprì una nuova porta a sud, mentre se ne chiudeva una a nord. Del restauro del 1809 si legge un’iscrizione posta sull’ex- porta centrale d’ingresso, detta volgarmente " porta grann ". Le nuove fabbriche furono realizzate in mattoni forati coperti da calce, all’interno e all’esterno dell’edificio, cancellando alla vista quanto restava dell’antica struttura in pietra. Dati in appalto nel 1812, questi lavori di ingrandimento furono diretti dall’arch, Giuseppe Gimma di Bari. Nel 1816 erano conclusi, come conferma l’iscrizione incisa sulla nuova porta d’ingresso: " in/ meliorem formam / p(ro ) votis restituta / A.S. MDCCCXVI / religio aucta ". Del corredo artistico della Chiesa, descritto dal Milani, ad eccezione delle tele di notevole pregio, non è rimasto molto. L’altare della Madonna Immacolata fu smembrato nell’800, da esso si ricavarono sia la sedia che l’altare del presbiterio. Cappella Santissimo:L“altare del Santissimo, di stile compreso tra il tardo- rinascimento e il barocco, è molto bello. Ai suoi piedi furono sepolti i primi Castigliar.La cupola è chiusa su quattro lati da spicchi in cui sono rappresentati i quattro evangelisti. Fonte Battesimale:Il battistero, la cui vasca di notevole pregio, sembra essere del trecento. Si pensa che il fonte che si ammira oggi fu traslato dalla Chiesa di S. Rocco alla Matrice nel 1813. Forse vi era stato trasportato dalla matrice allorquando essa era stata chiusa per restauro, perciò tutte le funzioni venivano eseguite proprio nella vicina Chiesa di S. Rocco. La presenza di un fonte battesimale in un luogo non parrocchiale, non si spiegherebbe in altro modo. Dal punto di vista architettonico, il fonte battesimale si presenta costituito da una vasca semi- sferica, con ornamenti ad intarsio sulla parte superiore, sostenuta da un piedistallo a tronco di cono sempre finemente lavorato.