PIANI DI SISTEMAZIONE DEL CENTRO STORICO
Per migliorare la condizione edilizia abitativa del centro antico, che
fin dal secolo scorso si identificò con la fatiscenza delle strutture
fisiche degli immobili e socio economiche della popolazione, le Amministrazioni
Comunali, succedutesi dall'inizio di questo secolo in poi, hanno fatto vari
tentativi per risanare la Vecchia Città.
A tal fine furono predisposti tre progetti di ristrutturazione, nel 1901,
1926, ed infine nel 1934, la cui impostazione urbanistica era basata sullo
sventramento parziale del tessuto edilizio, con la demolizione di alcuni
stabili, per poter creare nuove strade interne, più ampie, che collegassero
Piazza Municipio al Vecchio Duomo. In particolare:
- Il Piano Comunale del 1901 : propose l'allargamento di via Piazza e la
formazone di una nuova strada per congiungere il palazzo dell'ex Seminario
(della Finanza) al Largo Municipio, demolendo alcuni edifici di via Macina
e via S. Pietro dal lato di Levante, delle Vie Trescine e Termini da quello
di Ponente. Questo piano prevedeva di collegare la nuova arteria viaria
al lungomare che si sarebbe dovuto realizzare intorno al nucleo urbano,
e di far sorgere una piazza adiacente al palazzo dell'ex seminario per controbilanciare
la preesistente Piazza Municipio.
- Il piano del 1926: approvato dal Ministero dei Lavori Pubblici nel 1927,
prevedeva anch'esso la formazione di una strada interna parallela al via
Borgo (attualmente Corso Dante), con opere di demolizone e ricostruzione
della cortina edilizia prospiciente la via S. Pietro, creando così
nuovi allineamenti stradali. Inoltre, considerava la necessità di
procedere ad una vasta demolizione di case alla spalle del Duomo Vecchio.
- Il Piano del 1934: redatto dall' ing. Giancaspro, prevedeva la realizzazione
di una nuova via sui tracciati delle preesistenti vie: S. Pietro e Preti;
la demolizione delle testate degli isolati prospicienti Vico Campanile e
Piazza Municipio, lo sventramento dell'isolato tra le vie Preti e Mammone,
l'allargamento di via Purgatorio, per liberare sul lato Nord il fianco della
Chiesa, nonche la sistemazione del lungomare M. Colonna e della banchina
municipio. Il piano prevedeva, infine, la realizzazione di nuove strade
trasversali, da realizzarsi con il taglio di alcuni isolati. Pur essendo
più completo dei primi due, quest'ultimo piano evidenziava criteri
informatori che si ispirano a concetti di trasfrormazione delle vecchie
città con tagli violenti nel tessuto urbano; concetti che avevano
preso piede alla fine dell' '800 con gli sventramenti di Milano, Roma, Firenze.
Ovviamente le tesi contenute nei predetti piani erano rovinose per il nostro
nucleo antico: tra l'altro sono state largamente superate dalle contemporanee
concezioni di salvaguardia dei vecchi centri urbani che fanno rientrare
tale operazione tra i punti programmatici fondamentali dell'azione urbanistica
moderna.
Dopo il crollo nel 1964 di uno stabile del centro antico, con la conseguente
morte di tre residenti, avvenuto a causa delle pessime condizioni statico
manutentorie delle murature portanti, l'Amministrazione Comunale si pose
con fermezza il problema di dover procedere concretamente al risanamento
del nucleo medievale. Per cui l'Amministrazione stessa si é dotata
di un Piano Particolareggiato di risanamento redatto dall'ing. Mezzina adottato
dal Cosiglio Comunale nel Maggio del 1977 ed approvato con Decreto della
Giunta regionale n° 221 del 6 febbraio 1979. Il Piano prevede:
1) La conservazione del suo patrimonio storico-architettonico;
2) Proposte riferite alle parti del tessuto edilizio da ricomporre e ricostruire,
agli edifici da restaurare, alle parti di edifici da demolire e da non ricostruire;
3) Proposte in merito da usare nelle operazioni di risanamento, sia come
tipo e gradi di intervento sia come materiale da impiegare.
Per cui il Piano di risanamento risulta essere insieme operazione di restauro
e di trasformazione che tenga conto della necessità di dotare il
Nucleo Antico di una quantità di servizi in modo da farlo funzionare
come parte della città moderna.