SVILUPPO URBANO DEL CENTRO STORICO NEL PERIODO ARAGONESE (1443-1530)
SINO ALLA FINE DEL XVI sec. Questo periodo è caratterizzato dall'attuazione di un vasto piano
di sviluppo edilizio che nel 1446 si compendiò nell'autorizzazione
ad occupare i suoli demaniali rimasti ancora liberi. Le testimonianze più
salienti dell'espansione urbana sono rappresentate dalle costruzioni di
complessi edilizi ubicati a ridosso della cinta muraria di mezzogiorno (attuale
muraglia), ove erano i suddetti "pagliari". Nella via S. Orsola
ove nel 1542 fu costruito il palazzo Lepore (15)con ingresso
dall'atrio della chiesa di S. Vito, e in via Morte lungo la quale nel 1550
fu costruito il
palazzo Nesta (16).
Tra il 1400 ed i primi anni del 1500 nel nucleo antico furono edificate
numerose chiese delle quali si ricordano le seguenti:
- la chiesa di S. Maria De Principe (1423), ricostruita nel 1614 dalla
congregazione della Morte che diede nome all'attuale chiesa;
- la chiesa di S. Maria Degli Angeli (18) nel 1481;
- la chiesa di S. Lorenzo (22) nel 1498 in via S. Orsola;
- palazzo Tattoli del 1593;
- palazzo Gadaletadel 1550 (fig. 19).
Nella prima metà del 1500 iniziò la costruzione del monastero
delle Cistercensi (20) in via S. Pietro (attuale orfanotrofio) , nel cui
complesso si spostò l'antico convento, già prima ubicato in
via S. Maria De Principe.
Anche le costruzioni politiche amministrative ebbero notevole impulso. Infatti
fu riattato l'antico castello, distrutto nel 1416, adibendolo a palazzo
di città, mentre nella seconda metà del 1500, fu restaurata
l'attigua casa del Capitano; furono ristutturati il molo e la casa della
Guardia della Porta e fu realizzato
l'ufficio della Dogana,
in prossimità della Porta della Terra. In angolo tra le vie Piazza
e Amente sorsero i locali deL SEGGIO DEI NOBILI (del quale sono visibili
solo tre arcate) e sopra di questi fu costruita la casa del Monte
di Alessio.
Ma un particolare interesse dello sviluppo edilizio fu rivolto alla realizzazione
del sistema difensivo che nel 1515 si concretizzò nei seguenti avvenimenti:
- dal lato Mezzogiorno si attuò il consolidamento della preesistente
cerchia muraria medievale e il rifacimento delle due porte di accesso alla
città: la Porta della Terra e quella del Castello (verso Levante
detta "Porticella")(P);
- a Settentrione fu realizzato il
torrione Passaro che rappresenta
un valido esempio di torre difensiva cilindrica che, pur se costruita nel
1500, si ispira all'architettura medievale.
Il De Gennaro scrive che nei primi del 1500 lungo il perimetro delle mura
di Mezzogiorno non si addossavano fabbriche consistenti e che dalla Porta
della Terra (la più importante) si accedeva ad uno slargo di notevole
dimensioni, la Piazza, che la toponomastica dei primi del 1500 non esita
ad identificare con la porta stessa. Tale segnalazione avvalora la tesi
della mancanza di una matrice romana nell'impianto urbanistico del borgo
antico. Una parte degli edifici adiacenti alle mura fu realizzata, invece,
nella seconda metà del secolo, per iniziativa del "capitolo",
sulle aree dove esistevano i "pagliari".
Nel 1529 si verificò un avvenimento di notevole importanza per la
storia di Molfetta: "il Sacco", del quale sotto il profilo edilizio
si ricordano gli effetti devastatori delle soldatesche francesi sul tessuto
urbano. In quell'occasione furono effettuate numerose distruzioni che in
parte modificarono l'aspetto architettonico di molte aree della città
all'interno e all'esterno della cinta medievale.
Nel suburbio furono distrutti numerosi siti devozionali ed assistenziali
come:
- gli ospedali dell'Annunziata e della Trinità, la chisa di S. Stefano
(4), dirimpetto alla porta della Terra, la chiesa di S. Angelo (in prossimità
dell'attuale piazzetta S. Angelo), la chiesa e l'annesso convento di S.
Bernardino, posti a Levante della città. Nel nucleo antico i guasti
maggiori accaddero alle case ubicate in via Scibinico, in via Forno, in
via Trescine e nella pubblica Piazza.
Nonostante lo spiriti di ripresa dei cittadini, pur attuandosi dalla seconda
metà del 1500 in poi in un vasto piano di ricostruzione, alcuni edifici
distrutti durante il "Sacco" e molte chiese "continuavano
a dare triste spettacolo di se ancora a fine secolo, tanto che toccò
al vescovo Bovio, nei primi anni del seicento, di abbatterle senza aver
chiesto la preventiva autorizzazione alla Sede Apostolica".
Tuttavia alla
fine del 1500 nel nucleo antico risultavano ancora libere
le aree attorno alla Piazza (mercato) e quelle prospicenti il largo Castello
e la chiesa di S. Nicolò ( in via S. Orsola).
Queste aree furono costruite, in seguito, nel '600 e, in maggior numero,
nel '700.
Tra le opere programmate dal piano dello sviluppo edilizio va ricordata
la costruzione della
seconda cinta muraria che ebbe inizio nel
1553 allo scopo di permettere un' idonea espansione della città,
poiché già nella seconda metà del '500, il Borgo risultava
saturo di costruzioni, specialmente quelle di edilizia minore.La seconda cinta muraria, oggi totalmente distrutta, tranne un modesto rudere
situato nell' angolo tra via Bassi e piazza Respa (fig. 26 b), seguiva il
tracciato delle attuali vie S. Rocco, Ten. Ragno, S. Pansini, Piazza Vittorio
Emanuele, Piazza Respa, via U. Bassi, e Piazza Garibaldi, dal lato più
vicino al Seminario Vescovile .
Nell' area di piazza Respa le mura si addossavano all'antico castello Gonzaga;
questo fu costruito nel 1595 e distrutto nel 1785 per far posto, nel 1790
al monastero delle Domenicane e all'annessa chiesa di S. Teresa realizzata
poi nel 1835.Mentre -
all'esterno del nucleo antico- si completava la costruzione della
seconda cerchia di mura, si realizzavano i seguenti complessi monastici:
- il convento di S. Domenico (1a), a Ponente, nel 1570 e la vicina chesa
di S. Rocco nel 1578, distrutta nel 1891;
- la chiesa di S. Maria Maddalena (2a) nel 1597;
- il convento dei Cappuccini sulla via di Terlizzi (3a).
Tra la fine del '500 ed i primi anni del '600 iniziò la costruzione
del quartiere delle "Camere Nuove" sulle aree circostanti il convento
di S. Francesco (7) che sorgeva nella zona fin dal 1220.