Notizie storico-documentarie

sottofondo musicale

La chiesa di san Vito occupa un ruolo documentario della storia del tempo in cui fu edificata. Ma quale tempo? In quale contesto storico si inserisce?

La prima testimonianza dell’esistenza a Corato di "San Vito de Templo" è presente in un atto notarile, riportato nel Codice Diplomatico Barese, datato 1206 e redatto a Corato, essendo re Federico II di Svevia. In questo documento viene citato un "ortale sancti Vito de Templo".

Con il nome di "templi S. Viti de Caurato" viene nuovamente citato in un altro documento del 1276.

Rilevata l’esistenza nel 1206, non è arbitrario supporre che l’edificazione del tempio dovette avvenire nel XII secolo, o come propone la professoressa Belli D’Elia, tra la fine del XI e l’inizio del nuovo secolo.

L’origine del tempio dedicato al giovane Santo martire e guerriero Vito è strettamente legata ai primi anni di storia di Corato.

L’atto di fabbricazione della città è riportato dal Codice Diplomatico, attraverso i versi dello storico – poeta della corte normanna Guglielmo d’Apulia, che nel II libro del poemetto intitolato "Gesta Roberti Wiscardi" aveva detto:

"Pietro … fondò Andria, e poi edificò Corato e Bisceglie, Barletta edificò sulla riva del mare …". Era l’anno 1046.

Sebbene lo storico Gay propende a limitare l’opera del conte normanno Pietro alla fortificazione di un centro preesistente, è solo dopo il 1046 che Corato viene citata in atti notarili e documenti che ne attestano il ruolo giuridico.

Così Corato viene elencata nell’anno 1063 tra le città affidate alla giurisdizione territoriale dell’arcivescovo di Trani, Bisanzio.

A questo periodo, durante il quale la chiesa di Corato era accomunata sotto la comune protezione del vescovo Bisanzio a quella di Polignano e S. Vito dei Normanni, potrebbe risalire la dedicazione della piccola chiesa in esame, poiché lo stesso Santo era venerato in quelle due città del Sud barese.

Ma in quale contesto urbano si inserì l’edificio?

In riferimento al nome dato alla città dal fondatore, Guglielmo il Normanno precisa che fu chiamata "Quadrata urbs" per la forma data alla città.

La conferma di ciò è nello stemma di Corato, uno scudo pressappoco quadrato con un cuore al centro e quattro torri nelle sezioni angolari, simboleggiante la forma stessa dell’area urbana, suddivisa in quattro quartieri da due strade che si incriciavano al centro, ove fu edificata la chiesa Matrice, dedicata a S. Maria Maggiore.

La città era custodita e fortificata ai quattro angoli da quattro torri, cinta da mura che si aprivano al territorio circostante per mezzo di quattro porte. L’arteria viaria più importante doveva essere Via Roma , poiché collegava al di là delle due porte, poste alle sue estremità, i due bracci della Appia Traiana, che, provenendo da Roma, permetteva ai pellegrini di recarsi a Brindisi, porto d’imbarco per l’Oriente.

I committenti, che fecero edificare la chiesa, non a caso scelsero quel sito, poiché la strada sulla quale sorse, era prossima sia alla porta di accesso alla città, sia alla Via Traiana; essi intendevano probabilmente permettere ai viandanti, che percorrevano quella importante arteria viaria, di trovare ospitalità e accoglienza.

I Normanni, diventati "la spada della Chiesa" per aver sottratto la Puglia al dominio politico dell’Impero Romano d’Oriente, divennero i committenti di palazzi, castelli e chiese. Tuttavia essi non furono portatori di una loro cultura, ma piuttosto assimilarono la civiltà locale, che era stata investita nei secoli da varie dominazioni (Ostrogoti, Arabi, Longobardi, Franchi, Bizantini).

Nell’Ottobre del 1099 il papa Urbano II riunì a Bari un sinodo universale, cui parteciparono 185 vescovi. Il Pontefice per giungere a Bari, proveniente da Roma, dovette con il suo seguito percorrere necessariamente la via Appia Traiana e toccare lungo il suo tragitto la città di Caurato.

Lo stesso Urbano II nel 1096 aveva rivolto a Clermont – Ferrand in Alvernia il famoso appello a partire per la Terra Santa.

I primi gruppi "crociati" erano partiti a ondate, male armati e privi di organizzazione; successivamente cominciarono a muoversi i primi contingenti, guidati dai nomi più illustri della cristianità del tempo.

Per scortare e proteggere i pellegrini che si recavano nei Luoghi Santi furono fondati gli ordini cosiddetti "militari":

In tutta Europa essi fondarono rapidamente una rete di residenze, chiamate "commende".

Soprattutto la Puglia fu sede di tali commende per la sua posizione geografica che la rende da sempre "ponte" tra Oriente e Occidente.

La posizione della chiesa di San Vito in relazione alla via Appia Traiana probabilmente attirò l’attenzione dei Templari, spingendoli ad acquistare la chiesetta, così come fecero nel XII cesolo per tante altre chiese delle città limitrofe.

Da pochissimo tempo la chiesetta viene utilizzata dai locali membri dell' Ordine del S. Sepolcro per i loro mensili incontri di preghiera.



Indietro