Il degrado prima del restauro

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L'edificio presentava alcuni dissesti statici dovuti a vetustà, ad interventi non corretti e, forse, anche a scosse telluriche. Il dissesto più evidente era quello della facciata (causato dalle spinte delle volte a botte), sulla quale erano presenti due lesioni simmetriche di rotazione delle masse murarie laterali in fuori in direzione trasversale. A questa si combinava l’accentuata rotazione della parte centrale verso l’esterno in direzione assiale, accentuato forse con la costruzione del campanile. Il tiburio presentava lesioni verticali in mezzeria, più evidenti sul lato Sud.

All'interno si riscontravano alcune lesioni lungo la chiave delle volte a botte e sulla cupola. Altre fessurazioni si riscontravano sugli angoli tra i muri longitudinali ed il muro di prospetto. Era evidente il degrado dei giunti tra i conci, completamente privi di malta ed interessati da vegetazione spontanea.

Un degrado notevole era rappresentato dal quadro umido. La zona dove sono presenti le chiancarelle, liberata dalla copertura con boiacca di cemento, era soggetta a sconnessioni per effetto di vegetazione spontanea. Molte lastre presentavano fenomeni di sfaldamento. Anche nelle zone coperte da coppi si riscontravano rotture e sconnessioni degli elementi. Questa situazione di degrado era aggravata dall’umidità ascendente sui pavimenti e nelle zone basse dei muri d’ambito, prodotta dal poco efficiente smaltimento delle acque superficiali.

Altro aspetto del degrado era quello estetico, prodotto dalle manomissioni e dalle aggiunte tarde fatte senza alcun rispetto del carattere dell’edificio. Vanno considerate tali le ristrutturazioni ottocentesche dei tetti e delle volte a botte ed i tompagni delle due porte medievali archivoltate.



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