La storia

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I suoi membri sono detti cavalieri di Malta o di Rodi o gerosolimitani od ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme o gioanniti.

Trasse le sue origini dall’attività ospedaliera svolta da Gerardo di Gerusalemme in favore dei pellegrini che andavano verso i Luoghi santi. Verso il 1100, grazie agli aiuti di Goffredo di Buglione, Gerardo poté riunire i suoi confratelli, che prestavano la loro opera presso l’Ospitale di san Giovanni in Gerusalemme, in un ordine religioso denominato appunto "ordine ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme", con scopi esclusivamente assistenziali e che seguì la regola agostiniana.

Nel 1113 il papa Pasquale II pose sotto la protezione pontificia l’ordine e i suoi beni. I religiosi ospitalieri tuttavia furono costretti ad organizzarsi ben presto anche militarmente, per difendere i pellegrini diretti in Terrasanta dai continui assalti dei mussulmani; si dovette in particolare a Raymond Du Puy, successore di Gerardo dal 1121, l’istituzione della classe dei "cavalieri" che prese parte attiva alle crociate.

I cavalieri parteciparono alla spedizione contro Damasco (1148) e, cinque anni dopo, alla presa di Ascalona; durante la terza crociata (1187-1192), estesero i domini e i castelli dell’ordine, e combatterono ad Arsur (odierna Arsuf) (1191); assieme ai Templari, ebbero sempre maggior rilievo negli Stati latini d’Oriente: per un lato essi contribuirono a difenderli validamente, ma per un altro, avendo con i re di Gerusalemme e gli altri signori franchi un legame di vassallaggio molto tenue, furono causa del loro indebolimento. Frequenti furono anche le lotte con i Templari.

Il centro dell’ordine si spostò seguendo le vicende dei crociati: caduta Gerusalemme (1187) ad opera di Saladino, emigrò a Margat, poi a San Giovanni d’Acri (1191); dopo la fine del Regno latino di Gerusalemme (1291), nell’isola di Cipro, dove rimase fino al 1309-1310, periodo in cui conquistò Rodi (donde il nome di "cavalieri di Rodi").

In quest’isola i cavalieri costituirono uno Stato sovrano: anche se continuarono a provvedere ai compiti di assistenza ospedaliera verso i pellegrini, si impegnarono in fortunate imprese commerciali con gli stessi mussulmani, favoriti dalla posizione di Rodi e dalle correnti di traffico che vi passavano.

Lo spirito militare dei cavalieri di Rodi rimase sempre assai vivo: fu conquistata Smirne (1344-1402), furono respinti assalti mussulmani contro l’isola (1440 e 1444), e per circa due secoli fu impedito ai Turchi di diventare signori incontrastati del Mediterraneo. Sotto gli attacchi di Solimano il Magnifico e privi di aiuti dall’Occidente, i cavalieri furono tuttavia sconfitti dai Turchi nel 1522: l’ordine dovette rifugiarsi in Italia, a Viterbo, poi a Nizza, finché nel 1529, al congresso di Bologna, ottenne dall’imperatore Carlo V, che tuttavia non aveva impedito la caduta di Rodi, l’isola di Malta (assumendo il titolo definitivo di "cavalieri di Malta") e la fortezza di Tripoli (perduta nel 1551).

A Malta l’ordine riprese con vigore la lotta contro i Turchi: il gran maestro dell’ordine, Philippe de Villiers de l’Isle Adam, iniziò le fortificazioni, maggiormente rinforzate da uno dei suoi successori, Jean Parisot de La Vallette, che costruì inoltre la cittadella che da lui prese il nome. Ambedue respinsero gli assedi dei Turchi, che tentarono a più riprese, ma senza successo, la conquista dell’isola.

Nel 1550 i cavalieri inflissero una sconfitta al corsaro turco Dragut. L’attacco più agguerrito fu quello del 1565 (condotto da Mustafà pascià comandante delle forze di Solimano il Magnifico e durante il quale morì il corsaro Dragut) durato più di quattro mesi, conclusosi con la vittoria dei cavalieri. Il lungo assedio, nonostante l’aiuto militare degli Spagnoli, dei Toscani, di Genova, Napoli e Sicilia, costò all’ordine 5000 morti; quattro volte tanto furono tuttavia le perdite turche.

L’ordine diede un cospicuo contributo alla vittoriosa battaglia di Lepanto contro i Turchi (1571).

Nel XVI secolo esso subì un indebolimento anche dalla Riforma protestante: ad esempio in Inghilterra i beni furono confiscati dal re Enrico VIII.

Il XVII secolo fu un periodo di decadenza per l’ordine, a causa del profondo mutamento dell’equilibrio europeo, sanzionato dalla pace di Vestfalia (1648), a conclusione della guerra dei Trent'anni. Successivamente l’ordine rifiorì, riuscendo ancora ad infliggere ai Turchi gravi sconfitte nel Mediterraneo (XVIII sec.). Le ricchezze, lo splendore ed il lusso furono anche segni dell’allontanamento dalle finalità primitive.

Con la Rivoluzione francese, Malta diventò centro di rifugio degli emigrati e nel 1792 i possessi degli ospitalieri in Francia furono confiscati. Con la conquista dell’isola da parte di Napoleone Bonaparte nel corso della sua spedizione in Egitto, perduta ogni sovranità territoriale, l’ordine si rifugiò a Trieste e di qui a Pietroburgo sotto la protezione dello zar Paolo I; morto il quale (1801) passò a Messina, a Catania, a Ferrara ed infine a Roma (1834), dove da allora stabilì la sua sede.

Scomparsi totalmente i suoi compiti militari, l’ordine si volse a quelle attività assistenziali che ne segnarono l’origine organizzando ospedali, lebbrosari, treni sanitari ed aerei di soccorso. Originariamente l’ordine, retto da un gran maestro, era diviso in varie "lingue" o nazioni secondo l’origine dei cavalieri: Provenza, Alvernia, Francia, Italia, Castiglia (comprendente Leon e Portogallo), Aragona e Navarra, Alemagna e Inghilterra. Ogni lingua aveva un capo (piliero) ed era suddivisa in commende, priorati e baliaggi. Dopo il periodo napoleonico le lingue rimasero solo tre: Italia, Spegna e Alemagna.

Dal 1961 l’ordine è regolato da una Carta costituzionale approvata con breve apostolico ed è sottoposto al controllo di un cardinale-patrono. E’ suddiviso in grandi priorati, priorati e sottopriorati.

I suoi membri, che possono riunirsi in associazioni nazionali, sono ripartiti in tre classi:

Capo supremo dell’ordine è il gran maestro eletto dai rappresentanti dei grandi priorati, priorati e sottopriorati e dalle associazioni nazionali. La nomina deve essere approvata dal papa e conferisce all’eletto il titolo di altezza eminentissima e il rango di capo di Stato.

Assemblea suprema dell’ordine è il capitolo generale; esistono anche un consiglio giuridico e una camera dei conti (per il controllo delle entrate e delle spese). Benché privo di sovranità territoriale, il SOM gerosolimitano di Malta ha personalità giuridica internazionale (riconosciuta anche da varie sentenze sella corte di cassazione italiana); mantiene legazioni presso alcuni paesi ed ai suoi agenti è riconosciuto il rango diplomatico.



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