Dopo vari passaggi di proprieta' nel 1920 fu acquistato dal Banco di Napoli che trasformo'
le antiche abitazioni in uffici e lo restauro' nella forma attuale.
Fortunatamente la sua destinazione pubblica Io ha salvaguardalo da rimaneggiamenti e da speculazioni
immobiliari cosicche', almeno all' esterno, si presenta come uno dei palazzi meglio conservati
di Barletta. La facciata
e' rigorosa e semplice. Il piano terra e' a bugnato rustico entro cui
si aprono otto finestre rettangolari con inferriate; al centro, un monumentale portale barocco,
profilato da cornici mistilinee fortemente aggettanti e fiancheggiate da semipilastri
decorati con cartigli a motivi lanceolati, sostiene, tramite mensole a volute,
la balconata in pietra del piano superiore.
Particolare rilievo acquista l' asse centrale del prospetto
proprio per la stretta correlazione fra
portale e balcone, quest' ultimo enfatizzato dal timpano
della finestra costituito
da un capriccioso motivo , a 'orecchia' entro cui si inserisce lo stemma gentilizto dei Gargano,
Il tutto e' sormontato da un elegante cartiglio.
Il grafismo dei motivi decorativi, realizzato con sottili cornici,
risalta sulla pietra intonacata del piano superiore e contrasta con il
forte plasticismo del bugnato inferiore.
Nel fregio della cornice marcapiano si legge questa trascrizione:
"MICHAEL GENTILJS ALESINAE OLIM AC CIVITATIS COMITUM GERMANORUM".
Le soluzioni architettoniche e decorative operate in questo palazzo documentano
un contatto diretto con le correnti maggiormente in voga nella capitale intorno al '600,
differenziandosi in questo dalla maggioranza degli altri edifici barlettani coevi
che ripetono senza molte varianti un modello di tradizioni locali.
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