Al centro dell'avancorpo settecentesco è posta una vasta lapide di pietra a ricordo di una visita compiuta dalla famiglia reale (Ferdinando di Borbone, IV di Napoli, III di Sicilia, I delle due Sicilie, 1751‑1825, re di Napoli dal 1759; Maria Carolina d'Austria, sposata nel 1768; Francesco I, 1777‑1830) il 4 giugno del 1795 alla città e alla sua Cattedrale:

 

FERDINANDUS IV ET MARIA CAROLINA AUSTRIACA CUM REGIA PROLE SICILIARUM PRINCIPE FRANCISCO DUCA APULIAE PROVINCIAS AD IU(DI)CIUM PERLUSTRANT SUAQUE QUA PRAESTANT CLEMENTIA POPULOS BEATOS REDDUNT TEMPLUM HOCCE

AULICORUM PROCERUM FREQUENTIA STIP(ATUM) ET POPULI AD EXOPTATISSIMI ADVAENTA

UNDEQUAQUE CIRCUMFUSI EXULTANTISQUE FASTIS ACCLAMATIONIBUS EXCEPTI

PRIDIE NONAS IUNII ANNO A CRISTI ORTU MDCCVC SACRATISSIMAM NOSTRAE SALUTIS HOSTIAM

MAGNA POMPA IN MAIORI ALTARI PROPOSI

EA QUAE MAXIMA IN IPSIS EST RELIGIO MEA VENERATURI ADEUNT

DUNQUE IIS AD CHRISTI PEDES PROVOLVIT SACROSANTE HOSTIAE BENEDICTIONEM

IMPERTITUR ANTISTES

OPTIMO REGI PIENTISSIMAE REGINAE

ET POPULORUM FELICITATI NATO PRINCIPI

CONCTUS VIGILIENSIS POPULUS FAUSTA OMNIA COMPRECATUR

UT TANTAE REI IN AETERNUM EXTARET MEMORIA NIVEO FACTUM LAPIDE SIGNATUM VOLVIT

SALVATOR PALICA

EPISCOPUS

Traduzione:
«Ferdinando IV e Maria Carolina austriaca, col figlio del re Francesco, Principe delle Sicilie e Duca di Puglia, in visita d'ispezione percorrono le provincie e con la loro benevolenza per la quale si distinguono onorano i popoli e questo tempio affollato da un gran numero di nobili, di autorità e di popolo al loro arrivo; attesissimi, vengono circondati da ogni parte e accolti da acclamazioni fauste ed esultanti il 4 giugno del 1795 dalla nascita di Cristo. L'ostia santissima della nostra salvezza con grande solennità ho posto sull'altare maggiore; con quella che, vivissima in loro, è la mia devozione, si accostano per venerare e, mentre si inginocchiano ai piedi di Cristo, la benedizione dell'Ostia sacrosanta è impartita agli astanti, all'ottimo Re, alla pietosissima regina e al Principe nato per la felicità dei sudditi. Tutto il popolo biscegliese invoca ogni grazia. Affinché di così grande avvenimento rimanesse in eterno la memoria, il vescovo Salvatore Palica stabilì che il fatto venisse scolpito su una bianca lastra di pietra».

 

Contemporaneamente alla iscrizione suindicata, sul primo arcone destro dell'avancorpo settecentesco, in omaggio ai regnanti in visita, venne collocato il grande stemma borbonico.