Sotto la scalea a due versanti che dava adito al portale maggiore della Cattedrale, prima dell'attuale sistemazione a scalini rettilinei, era incassata una lapide in data 1803, relativa ai lavori di ripristino dell'antico sepolcreto sotterraneo. Per molto tempo si è ritenuto che tali lavori coinvolgessero anche tutta la chiesa superiore e che allo stesso lotto andassero ascritte tutte le innovazioni ottocentesche. In realtà solo parte di tali modifiche possono essere cronologicamente associate a quelle ricordate dalla lapide:
D.O.M. QUISQUIS SEPULCHRETUM HOCCE MALE OLIM MATERIATUM GRAVEOLENS RUINOSUM NON LEVINUNC CATHEDRALIS VIGILIARUM CAPITULI CURA SUMPTU MOLIMINE OMNI UNDIQUE SQUALORE DETERSO IN NOVAM ET DECENTIOREM FORMAM EXTRUCTUM INTUERIS (QUOD VIVIS AEQUE PROSIT AC MORTUIS) HUMANAE FRAGILITATIS MEMOR AETERNAM SEPULTIS REQUIEM PRECATUS ABI A.D. MDCCCIII. |
Traduzione:
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