veduta del convento

Le gialle colline estive,nel loro gioco di sbalzi,tra salite ed avvallamenti,ospitano e proteggono un'antica realtà;un campanile si vede già da lontano passando in macchina sulle strade moderne degli uomini e la sua vista genera stupore,meraviglia cozzando pesantemente con il paesaggio nuovo di strade,ponti,agglomerati di case ma integrandosi perfettamente con il paesaggio remoto ed eterno della natura;una stradina stretta sale lungo il fianco di una di quelle colline che racchiudono quel frammento di epoche passate,di uomini diversi,di diverse atmosfere.Salendo pian piano le colline si schiudono svelando un antico monastero dalle stesse tonalità dei campi che attendono la mietitura.La piccola via,quasi un sentiero,finisce dinanzi ad una fontana e lo scorrere dell'acqua è l'unico suono che riempe il luogo,insieme al vocio fitto fitto delle cicale. D'un tratto ci si sente trasportati in una nuova ma antica atmosfera,come di luoghi già conosciuti presenti nella memoria ma lontani,sfogati.Procedendo oltre la fontana e percorrendo il piazzale che gira intorno ad una costruzione ricca di finestre(il loggiato),si giunge ad un portale quadrettato,di un verde muschio spruzzato qua e là dal tempo da un verde pallido. Quella porta,quasi sempre chiusa,conserva il fulcro della vita che un tempo qui si svolgeva.Essa introduce in un piccolo atrio abbellito da nicchie ;al centro una nuova porta varcata la quale ci si trova in chiesa.Si respira un odore di chiuso misto al profumo del legno;in fondo,di fianco all'altare,si intravede una nuova porticina oltre la quale vi è una piccola stanza rotonda;lo sguardo si leva al soffitto e,con consapevole meraviglia,ci si trova di fronte ad una cupola affrescata,dai colori impolverati,tenui,coperti dall'alone del tempo.Delle scale sulla sinistra introducono in uno stretto corridoio sul quale si aprono diverse porte:la prima era per il coro.Sembra così vicino il tempo in cui questo posto era vivo,abitato,punto di riferimento per i vicini paesi contadini.La sua vitalità spirituale assopita si coglie in ogni angolo:tutto intorno un chiostro ad archi ed al centro,coperto solo dal cielo,il pozzo.Le immagini dei frati si fanno vivide e la mente si trova immersa in una reatà che non è più ma le cui vibrazioni ed emozioni rimangono. Queste sono le sensazioni indimenticabili,eppur sfuggenti,che il monastero di Orsoleo dona:finestra sul passato ma anche sul proprio io,che riscopre la via della semplicità,della bellezza del quotidiano,dell'essenza delle cose.