Analisi Stilistica
Come per l'iconografia, anche dal punto di vista stilistico il gruppo della Deesis del portale di S. Andrea é di influenza prevalentemente bizantina. Probabili le ipotizzate derivazioni da un trittico bizantino in marmo sulla facciata di S. Marco a Venezia, dal trittico Harbaville in avorio del Louvre, dalle icone bizantine tardive. Ma sono presenti anche numerosi elementi occidentali: gli archi polilobati, i piccoli capitelli, le basi in forma dei simboli degli Evangelisti e soprattutto gli angeli inginocchiati con i turiboli nelle mani. Molto vario il discorso sulle sculture dei montanti. I due mascheroni sono vicini all' arte romanica; derivano dalle maschere in pietra e in terra cotta che l'arte romanica ha ripreso soprattutto nelle mensole; la tecnica é quella della pietra dura senza preoccupazione dei dettagli. I due pezzi, decorati ad arabeschi sotto i mascheroni, sono precedenti alle restanti parti dei montanti (si vedono le differenze sul davanti, nella decorazione vegetale); si tratta, sicuramente, di materiali di provenienza da una costruzione anteriore; la Maksimovic' ipotizza che possano provenire da una chiesa nata nello stesso luogo, quella chiesa di S. Pietro che la tradizione vuole costruita verso l'anno 1000 e sulle cui rovine, nel XII secolo, sarebbe sorta l'attuale S. Andrea. Molto interessanti le conclusioni della Maksimovic' sulle figure della Vergine e del Cristo sui montanti: se per il gruppo del timpano la tecnica di riferimento, nell'intento di ottenere il massimo rilievo, é quella della scultura e degli avori, nelle figure dei piedritti la tecnica, a cui l'autore si é ispirato, per appiattirle il più possibile, é la pittura ( la tecnica che, appunto, non esige uno sviluppo nello spazio): la pittura degli smalti bizantini dell'XI e XII secolo (reinterpretati, comunque, alla maniera occidentale, nella schematizzazione dei drappi le cui linee scendono parallele, aderendo alle forme del corpo, formando, poi, dei cerchi sulle ginocchia e dei zig - zag sui bordi; la pittura delle miniature occidentali ottoniane, per la posizione dei piedi delle figure che richiamano le iniziali dipinte nei libri miniati, per l'aureola crocifera. L'unico elemento che richiama la scultura quella dell'alto Medio Evo sui sarcofagi)é la nicchia a conchiglia sulla testa del Cristo. Conclusione L'eterogeneità delle sculture nelle soluzioni di stile, oltre che nelle fisionomie, nei movimenti, nelle proporzioni, nel rilievo, ha portato alla seguente domanda: se si tratta del lavoro di un solo artista oppure della partecipazione di più scultori. La Maksimovic' dubita che Simeone Raguseo possa essere stato il solo autore e attribuisce a costui solo il gruppo del timpano, perché la sua firma vi appare sotto; di un altro sarebbero le figure dei piedritti. Sta di fatto, comunque , che sulle strombature dei piedritti compaiono delle "S" che, sicuramente, rappresentano la sigla dell'autore e, quindi, probabilmente quella di Simeone di Ragusa.

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