La chiesa di S.Andrea dalla donazione alla soppressione francese
Dopo la donazione fatta loro dai Della Marra nel 1532, i Padri Minori Osservanti resero la chiesa di S. Andrea per alcuni secoli e precisamente sino al 1811, data in cui fu eseguito il decreto di Gioacchino Murat (7 agosto 1809) con cui si disponeva la soppressione di tutti gli ordini mendicanti. Una volta preso possesso della chiesa, i frati ne mutarono il nome originario di SS. Salvatore in quello di S. Andrea, a ricordo della loro chiesa distrutta nel 1528. Non si conosce con esattezza quando avvenne tale cambio di denominazione e, a tal proposito, dall' esame dei documenti, nasce qualche incertezza. Infatti, mentre nella consacrazione della chiesa, fatta da mons. Bilacqua nel 1592, si parla di chiesa del SS. Salvatore, in una bolla di Gregorio XII, del gennaio 1578, la chiesa viene denominata di S. Andrea.
Nella lapide del 1592 si legge:

MDXCII. I. DIE XXX MENSIS MAII. EGO FRATER HIERONIMUS BI
LACQUA ARCHIEPISCOPUS NAZARENUS CONSECRAVI ECCLESIAM
SANCTI SALVATORIS ET IN EA ETIAM QUINQUE ALTARIA
IN HOREM S.TI SALVATORIS IN QUIB . RELIQIAS SANCTORUM
COSMAE ET DAMIANI SANCTORUM INNOCENTUM SANCT.
FELICIS PAPAE ET PLACIDI MARTIRUM INCLUSI IN ALTARE MAJOR
RELIQUIAS SANCT0RUMFELICIS PAPAE ET PLACIDI MARTIRUM
IN ALTARE DIVAE CATERINAE RELIQUIAS SANCTORUM COSMAE ET DAMIANI
IN ALTARE SANCTI DIDACI RELIOUIAS SANCT0RUM
INN0CENTUM ET PLACIDI MARTIRUM.IN ALTARE TITULO
FIBUS MAGIS RELIOUIAS SANCT0RUM FELICIS PAPAE ET PLACIDI
MARTIRUM. IN ALTARE SANCTISSIMAE TRINITATIS RELIQUIAS SAN
CTORUM INNOCENTUM ET PLACIDI MARTIRUM. SINGULIS CHRISTI FIDE
LIB. HODIE UNUM ANNUM ET IN DIE ANNIVERSARIO CONSACRATIONIS
HUIUS M0DI IPSAM VISITANTIB . QUADRANGINTA DIES DE VERA INDUL
GENTIA IN FORMA ECCLESIAE CONSUETA CONCEDENS.


In quella del 1578 si legge:
GREGORIUS EPISCOPUS SERVUS DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM.
OMNIU SALUTI PATENA CHARITATE ITETI TA MULTA PIETA
OFFICIA QUE NOS PRO NUMER. NRO COVENIT EXERCER SACRA ITER DU
LOCA SPECIALI PRIVILEGIO INSIGNIM UT ID. E. FIDELIU DEFUTOR SALU
TI APLIUS CONSOLATUR QUO CIRCA UT EC.A S. ADREE OPPIDI BAROLI
TRANENSIS SEU NULLIUS DIOCESIS 0RDINIS FRATRU MINOR D'OBS
ERVACIA QUIDECI FRATRU DICTI ORDS P. FESSOR IBI CONTINUO RE
SIDETIU ET DIVINUS MINISTERIIS VIGILATIU NUMERO FULCITA NEC
SIMILI USQUAE ADUC PRIVILEGIO DEC0RATA AC IEA ALTAR. SITU I. CAPPEL
LA NATIVITATIS DNI AD PRESEPIE, OC SPECIALI DONO ILLUSTRETUR
AUT E NOBIS A DNO TRADITA COCEDIM. UT QUOCES MISSA AD PREDICTA
ALTAR CELEBRABIT PANIA CUJUSCUO FIDEL. Q. DEO I. CARTATE COIUNTA
AB HAC LUCE MIGRAVERIT IPSA DE TESAURO ECCLESIAE INDULCEGIA COSE
QUATEN DNI NRI JESU CHRISTI ET B. V. MARIE AC BEATOR. AP
OSTOLOR. PETRI ET PAULI ALIOR. S. ONIU MERITIS SUFFRAGATI B. A PUR
GATO.I . PENIS LIBERIT DATU R0MAE APUD S. PETRU ANO ICARNATION
IS DOMINCIE MILLESIMO QUIGETEMO SETUAGES. OCTAVO TER
TIO DECIMO R. FEBBRUARII POTIFICATUS NRI ANO SEPTIMO.
REGISTATA APUD CESAREM SEGRETARIUM.

Nelle due lapidi commemorative dei due avvenimenti si individua chiaramente la discordanza delle date: "Consecravi ecclesiam S. Salvatoris" dice la lapide del 1592 "Ecclesia S. Andrea" é scritto sulla lapide commemorativa della bolla di Gregorio XIII del 1578. La questione può essere risolta con l' apporto di un documento cartografico del 1586, in cui la chiesa é menzionata come S. Andrea. Il mutamento del nome, quindi, é sicuramente anteriore al 1592 probabilmente mons. Bilacqua preferi nominare la chiesa col vecchio nome che era più conosciuto, oppure l'errore si deve imputare a chi scolpila lapide. Si legge nel Santeramo che in questo periodo i frati ingrandirono la chiesa "con pubblico concorso", aggiunsero il coro, il presbiterio e dodici altari, con cappelle e sepolcri delle più nobili e aristocratiche famiglie della città. L'autore paragona la chiesa, cosi trasformata, a S. Croce di Firenze. Questo paragone con S.Croce può apparire esagerato, ma resta il dato di fatto essenziale che i frati riuscirono ad ingrandire, migliorare ed abbellire la chiesa con l'aiuto di un sostanzioso concorso esterno. Il sistema finanziario avveniva tramite le elemosine, lasciti, donazioni di beni immobili, denaro e materiali vari da parte dei cittadini privati, o elargizioni del pubblico erario; si aggiungano a tutto questo le indulgenze e i privilegi rilasciati dai pontefici e dai vescovi che estesi ai fedeli, procuravano ai frati mezzi finanziari; infine le stesse attività di messe e solenizzazioni particolari operate dai frati. E' evidente che, essendo questi fattori non costanti e fissi, anche i lavori, di cui si é detto sopra, di ampliamento, sia della chiesa di S. Andrea che dell' annesso convento vennero eseguiti lentamente e a varie riprese. Relativa a questo periodo esiste un' ampia documentazione dal cui esame si possono ricavare interessanti notizie, in riferimento: l) al ruolo che il patriziato barlettano ebbe nelle vicende della chiesa 2) alla vita dei frati nell' ambito della comunità.


[Movimento Francescano] [Famiglia della Marra]