Cenni sul movimento francescano e sua presenza in Puglia.
I minori Osservanti individuano uno dei due principali rami in cui si divise l' Ordine Francescano. L' Ordine Francescano nacque ufficialmente nel 1208 ad opera di S. Francesco: in questo anno, infatti, papa Innocenzio II concesse a Francesco di costituire un ordine regolare. La nascita di quest' ordine mendicante, come di altri (Domenicani, Agostiniani) si colloca in un periodo di profonda crisi per la Chiesa. Non a caso, infatti, la finalità di questi ordini fu, in clima di grande disordine, quella di riportare la Chiesa ai suoi "vecchi" ideali spirituali.In particolare il programma religioso dell' Ordine Francescano si caratterizzò per la sua specifica attenzione alle più intime esigenze religiose e sociali del momento.
Questa corrispondenza ai bisogni sociali dell' epoca spiega, comunque, solo in parte l'influenza e la diffusione del movimento francescano. Si deve, infatti, far riferimento ad un altro elemento: S. Francesco opera nell' ambito della Chiesa, nel rispetto della Chiesa e mai in opposizione ad essa, come invece fecero altri movimenti religiosi che si privarono, cosi, di una larga fascia di proseliti provenienti da ambienti religiosi legati alla Chiesa. Il movimento francescano ebbe una larga diffusione anche in Puglia. Risale al 1213 la notizia di frati che attraversarono la Puglia diretti in Terra Santa per diffondere la Parola di Dio. Ma il segno di una presenza non "passeggera", ma stazionaria dei francescani in Puglia, si coglie nell' esistenza di una provincia francescana denominata "Regnum Apuliae". Bisogna premettere che nel Capitolo Generale del 1217, S. Francesco aveva suddiviso l' ordine in undici province, ciascuna delle quali fu eretta da un Ministro Provinciale. Sei furono le province italiane e tra queste figurò appunto la "Regnum Apuliae", la quale comprendeva anche la Campania e la Calabria, poiché la provincia religiosa non coincideva ne con quella geografica ne con quella amministrativa. Alla morte di S. Francesco, il numero delle province aumentò : da undici diventarono settantadue. In questa occasione la provincia di Puglia fu divisa in due province: una conservò il titolo di provincia di Puglia e comprendeva, approssimativamente, i territori di Bari, Brindisi, Lecce, Taranto e Matera; l' altra prese il nome di provincia di S. Michele Arcangelo di Monte Gargano e comprendeva la Puglia settentrionale e il Molise. La struttura organizzativa dell' Ordine impose la istituzione di custodie in ogni provincia. Ogni provincia, cui faceva capo un gruppo di conventi, era sottoposta alla guida di un custode il quale, a sua volta, dipendeva dal Ministro Provinciale. Anche l'entità organizzativa custodia trova riscontro in Puglia. Infatti la provincia di Puglia, già intorno al 1240, si presenta divisa in custodie e ciò è attestato da documenti del secolo XIII e XIV. Un documento attendibile, che trova riscontro in affermazioni di altri contemporanei, è la "Serie di Fra' Paolino da Venezia" detta "Polichronicon o Provinciale"; risulta, infatti, che la provincia minoritica di Puglia era divisa in cinque custodie e contava venticinque conventi. Una di queste è quella di Barletta alla quale facevano capo i conventi di Barletta, Andria, Melfi, Canosa e Venosa. Nonostante questi dati, la diffusione del francescanesimo nell'Italia Meridionale e, quindi, in Puglia fu molto ostacolata da due fattori principali : 1) l'ostilità di Federico II.2) l'ostilità del clero secolare. Da un lato, infatti, Federico II, scomunicato per ben tre volte, espulse i francescani e i domenicani, dall' altro il clero secolare si oppose alla diffusione del francescanesimo. Questi fattori ostacolanti furono, tuttavia, neutralizzati, da altri due favorevoli: l) la Bolla di papa Innocenzio IV che richiamava il clero ad una maggiore apertura verso questi ordini 2) l' avvento degli Angioini che pose fine alla dinastia Sveva che tanto aveva ostacolato lo sviluppo di questi ordini religiosi.
Nascita dei Minori Osservanti e loro presenza in Puglia
Alla morte di S. Francesco si alimentarono, in seno all'ordine, i germi di una divisione. Innocenzio IV aveva, il 2 aprile 1250 (Bolla Cum Tamquam), dichiarato chiese dei Minori "Conventuali", quelle che erano pertinenti ai conventi. A poco a poco il termine "conventuale" passò a designare quella parte dell' ordine che viveva in conventi per distinguerla dall' altra che, per desiderio di un genere di vita più rigida, viveva negli eremi. In questi ultimi, a poco a poco, cominciò a delinearsi in Italia, Francia, Spagna e altrove la corrente riformatrice della Regolare Osservanza. In Italia questa Regolare Osservanza fu promossa principalmente da Paolo Vagnozzi della nobile famiglia dei Trinci e dal beato Giovanni da Stroncone ;ad essa S. Bemardino da Siena, che ne fu il primo commissario, diede grande diffusione e S. Giovanni da Capestrano, che successe nello stesso ufficio, la portò all'indipendenza quasi completa dai Conventuali. Per riparare all'unità dell' ordine, furono più volte redatti concordati e celebrati capitoli generali come quelli di Assisi, Padova e Roma, senza però raggiungere lo scopo. L'ultimo tentativo di unificazione, ad opera del papa Leone X nel 1516, si rivelò vano anzi nel 1517 lo stesso papa Leone X, con la Bolla "Ite vos in vineam meam", divise i Conventuali dagli Osservanti e dichiarò questi ultimi l' ordine dei Francescani Minori e il loro capo Ministro Generale dei Frati Minori con diritto di precedenza sul superiore dei Conventuali che avrebbe dovuto chiamarsi Maestro Generale. I Minori Osservanti, in opposizione al "conventualismo", si caratterizzarono, in un primo tempo, proprio per la tendenza a vivere in luoghi ritirati, a volte agresti, in piccoli gruppi, al fine di scoprire l'intimità fraterna e dedicarsi alla preghiera contemplativa con maggiore libertà. Successivamente questa tendenza esagerata, propria degli inizi, verso la vita eremitica trovò il suo contrappeso nel ministero della predicazione, cui tutti i Minorori Osservanti si dedicarono. Il ministero della predicazione apri la strada ad un contatto dei Minori Osservanti con il mondo esterno. L'impegno a diffondere la parola di Dio e la necessità di reclutare i mezzi di sussistenza con il sistema della "questua", imposero un avvicinamento dei Minori Osservanti alla gente ed un loro progressivo insediamento, dapprima in prossimità dei centri abitati, successivamente negli stessi centri urbani. Sorse, cosi, la necessità di sedi stabili, quali i conventi che, a differenza di quelli conventuali, furono, però, sempre improntati a quell'ideale di nuda semplicità cui i Minori Osservanti si ispirarono, quale loro regola fondamentale. In Puglia i Minori Osservanti si diffusero verso il 1400 da due centri diversi: Galatina e Lucera. I Minori Osservanti di Terra di Bari non si rifugiarono negli eremi, come quelli della Puglia Daunia e dell'Osservanza in generale, ma curarono l' apostolato, la predicazione e gli studi e, quindi, per quanto esposto, si organizzarono sistemandosi in conventi. Alla loro diffusione si accompagnò, dunque, in Puglia il sorgere di numerosi conventi.Tra i conventi facenti capo alla provincia Osservanti di S. Nicola, vi era quello di S. Andrea di Barletta. A Barletta gli Osservanti comparvero verso i primi del secolo XV. Il primo documento che li riguarda è del 1438 dal quale si apprende che si erano stabiliti in Borgo S. Vitale presso la chiesa di S. Andrea, occupando un vecchio monastero di monache benedettine. Costretti anch' essi, a causa della demolizione dei Borghi, a rifugiarsi in città, ottennero nel 1532 dalla famiglia Della Marra la chiesa del SS. Salvatore.

[Famiglia della Marra] [Dalla donazione alla soppressione]