"Alla luce appare la forma, al buio la forza generatrice"

E. Junger

 

Il poeta è l'uomo cosciente e critico. La poesia è la più nobile delle arti in quanto celebra il linguaggio e consente all'uomo di indagare il proprio rapporto con il Sé, il cosmo, la spiritualità, e di riportare, in versi, le sensazioni, i pensieri, i colori della propria ricerca. "Vi arriva il poeta e poi torna alla luce con i suoi canti e li disperde" (G.Ungaretti - Porto sepolto).

Il poeta sa ascoltare la musica dei propri pensieri nel silenzio, sa percorrere il sentiero della propria vita, passo dopo passo, degustandone il sapore a più livelli di coscienza, sa apprezzare la sapienza delle cose piccole che rendono grande l'esistenza, vive un tormentato rapporto con i valori in un equilibrio instabile tra senso estetico e senso morale, estremi tra cui oscilla lo scettro della sua volontà; distingue la veste pallida che le apparenze calano addosso agli eventi della storia, penetrandone con fatica l'essenza attraverso gli spazi angusti lasciati qua e là tra le cuciture. Il poeta è colui che possiede la chiave maestra, ossia il dono inestimabile dell'intuizione, che gli consente di raggiungere il centro senza percorrere i mille cerchi concentrici che ad esso preludono. Egli porta su di sé una quota del Dolore del mondo e dosa nei versi gli ingredienti della Vita. Questo, a grandi linee, il ritratto del poeta e del suo rapporto con la Parola.

Michele Sisto è un giovane che ha saputo e voluto operare tale scelta radicale incamminandosi lungo questo percorso, ricavando alla propria coscienza una nicchia entro un mondo dominato dalla Tecnica e dall'Economia, in cui la comunicazione avviene ormai quasi esclusivamente attraverso immagini a tinte forti che hanno disabituato i più al sapore gradevole e delicato delle sfumature di colore, complesse e mai sofisticate.

L'universo poetico di Michele Sisto è costellato di donne: la madre, innanzitutto, e una serie di altre eteree, impalpabili figure femminili, amate, sognate, talora persino dileggiate. È un mondo surreale, non soggetto a definizioni temporali e spaziali, e che tuttavia consente di abbracciare tutto l'itinerario di crescita del giovane scrittore, accompagnato, passo dopo passo, dalla presenza costante del rapporto coi versi. Come volute ed arabeschi di fumo questi compongono e scompongono le forze primordiali che si scatenano tra le pieghe disordinate del sipario della coscienza. Gli attori primari sono il tempo, la morte, la solitudine esposta alla tempesta dei pensieri, la follia che danza scomposta e si confonde beffarda con la saggezza.

La vita reale è distante, gli uomini sono prigionieri di gabbie e la vista gli è impedita dai drappi neri dei falsi ideali, che offuscano la spiritualità e li avvincono ad una dimensione brutale, in cui anche la semplice nascita di un fiore è vissuta come un evento straordinario. La vita, anzi, è ridotta ad un palcoscenico di pazzi "dove dei cuori tristi - i poeti - cercano di colmare il vuoto dei / cuori di questi spettatori".

I paesaggi sono aspri, rocciosi, indomiti squarci di una Natura impervia, illuminati di tanto in tanto da spruzzi di luna che sfiorano il cielo ed il mare generando ricordi o premonizioni sfocate ma ebbre di simbolismo, come aurorali allucinazioni ipnagogiche.

La speranza alloggia nelle gesta di sconfitti eroi, giusti appunto perché sconfitti. È la legge umana più triste e difficilmente accettabile: "La derota es el blason de l'alma bien nacida", come avrebbe detto Miguel de Unamuno, ossia la sconfitta è la bandiera degli uomini giusti, che li addita spregevolmente all'umanità, in una inesorabile eterogenesi dei fini. Nessuna catarsi. Gli sforzi sono vani. Eppure c'è sempre chi raccoglie il simbolico testimone nella lunga marcia della storia. "Impavido ora il nostro cuore / impetuoso il nostro fare ispirato / dal fuoco del cuore del guerriero / dei mondi andati e futuri" (M.Sisto - Impavido in cuor suo).

Così sopravvive la Poesia, sopravvivono i sogni e le illusioni, sopravvive tutto ciò che rende la vita Vita, ossia tutto quanto sfugge al mondo minuto ed amplificato delle leggi squallide dell'Economia e della Materia. "Ti scongiuro, vivi per le mie speranze, / muori per le mie illusioni" (M.Sisto - Sogno).

Alessandro Cannavale

Bari, 14 Novembre 1999

Presentazione della raccolta di poesie "Voci sommesse", opera di Michele Sisto edita da Il Castello - Foggia.