LE SEPOLTURE

Era noto a tutti che sotto ai pavimenti della Chiesa Matrice vi fosse un enorme ossario.Mai nessuno però si era preso l'onere di andare a verificare l'effettiva consistenza di questo. Solo qualche anno fa, alcuni volontari decisero di inoltrarsi nel sottosuolo. Entrando dall'ingresso principale della chiesa, prima del presbiterio, sulla sinistra c'é il cappellone del "Santissimo".
Nel pavimento, poco oltre la cancellata che separa quest'ala della chiesa dal corpo centrale, vi sono due botole, una a destra e una a sinistra.Consideriamo quella di sinistra.Appena si scende nella botola, ci si ritrova ad immediato contatto con corpi decomposti, bare integre e disfatte, membra mummificate, ossa e materiale di disfacimento sparsi un po' ovunque (foto 1): siamo nella camera "1", e guardiamo sia la camera "2" che la "3" (foto2). Sono camere di decomposizione nelle quali i corpi venivano deposti in semplici bare bianche, decorate a motivi geometrici con nastri di stoffa di color azzurro e lì lasciati a decomporsi per qualche decennio. Abbondano bare di bambini (foto3)e(foto4). I corpi non raggiungevano la completa decomposizione non essendo sepolti nella terra, ma in ambienti in cui si creavano quelle condizioni microambientali che portavano i tessuti del corpo ad una parziale mummificazione: gambe, braccia, piedi, mani e a volte brandi di viso si scarnificavano lasciando però la pelle inturgidita (foto5)e (foto6); ciò non accadeva mai per il torace sempre totalmente decomposto. Nella camera 2 e nella 3 si assiste alla stessa scena però piu' caotica in quest'ultima, da questa camera un varco (foto7) introduce in un piccolo ossario (camera 4) caratterizzato dalla presenza disarticolata di ossa sparse. Dalla camera 2 (foto8), tramite un pertugio, si striscia nella camera 5; siamo in un ossario, in cui i corpi, già decomposti nelle apposite camere di decomposizione venivano traslati e gettati. Ciò spiegherebbe l'assoluta mancanza di articolazione delle ossa, l'assenza di brandi di pelle sui teschi e sulle stesse ossa (persi nello sfregamento durante la caduta dalla botola con le altre ossa già depositate) e, al contrario, l'abbondante materiale di disfacimento (carne, brandelli di vestiti e pezzi di legno) sparso come terriccio sopra e fra tutte le ossa. Strisciamo tramite un secondo varco d'accesso che collega la camera 5 con la 6 identica alla precedente: sono camere lunghe circa m. 4, larghe m. 2.60 ed alte m. 2; per m. 1.5 di altezza sono colmi di ossa umane e materiale decomposto.Entrambe le camere presentano una botola presso la quale si é creato un ammasso di ossa (foto9). I due ossari rivelati si trovano sotto il corpo centrale della chiesa, mentre le camere di decomposizione (1-2-3), ed il piccolo ossario (4) sono nel transetto. Ogni camera-ossario veniva colmata fino al limite massimo segnato dall'accumulo di ossa alla bocca della botola; a questo punto la si chiudeva per sempre e se ne utilizzava un'altra.Le botole degli ossari ( 5 - 6) sono sotto la pavimentazione attuale del corpo centrale.Se le ipotesi sono esatte, si dovrebbero rilevare nuovi ossari, forse nuove camere di decomposizione.Nella botola di destra, a differenza della precedente (con volte a botte), ha la volta ad arco ribassato con, nell'intradosso, una modanatura rettangolare che presenta ai suoi vertici dei quarti di circonferenza, tipo di decorazione che, a titolo indicativo porremo tra il 1630/1700.Nella camera sono presenti essenzialmente assi di bare, lisce e di colore brunastro, con qualche cadavere disfatto fra i legni. Orientandoci con le spalle al corpo centrale, sul fondo della camera, una finestra rettangolare e centrata comunica con un modesto vano che ospita ossa disarticolate e materiale di disfacimento.Dalla parte opposta, invece, abbiamo rilevato cinque scalini ed un poggia lucerna e, sopra le scale, una botola che si trova sotto la balaustra che regge il cancello in ferro.L'ipotesi di datazione dei corpi é dal 1640 fino ai primi del 1800, considerato che la chiesa M. S.S. Annunziata (chiesa Matrice) fu riedificata e consacrata nel 1626 e che dal 1815 si iniziò a seppellire nei cimiteri.

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