PARETE DESTRA

Nel vano-cappella formato dal grande arco é eretto l'Altare dell'Addolorata di pregevole marmo bianco intarsiato. La cappella é decorata con rilievi in cartonaggio. Un importante lavoro fu la raschiatura dei quattro strati di pittura che quasi occultavano le decorazioni in pietra a bassorilievo che risalgono al cinquecento e forse ad epoca anteriore che ornano le mostre delle tre nicchie, e i fusti delle colonne (cariatidi, fregi, simboli) di cui fu così rimessa in luce la pregevole fattura. Notevoli i due capitelli corinzi sovrastanti le due colonne scannellate, le cui basi, del medesimo stile, recano due figure di donne recanti sul capo ceste di frutta. L'imbotte del grande arco é decorata con nove riquadri sagomati, raffiguranti scene della Passione. Sulla parete sinistra vi é un olio su tela raffigurante l' "Ingresso trionfante di Gesu' a Gerusalemme".
L'altare di San Rocco di stile gotico é in marmo bianco con indorature, costruito nei 1907. L'altare della Madonna di Pompei è del 1940 .
L'altare delle Anime del Purgatorio è un pregevole lavoro settecentesco tutto in legno lavorato e finemente indorato. Sulla cimosa dell'altare vi é un grazioso dipinto raffigurante la Madonna delle Grazie di scuola napoletana del 1600.
Il battistero é di recente fattura, poiché fu completamente rinnovato nel 1966, con rivestimento di marmi. E' rimasta la stessa vasca monolitica del 1718. Nello stesso anno, 1966, Umberto Colonna eseguì la tela sovrastante: il Battesimo di Gesu'.Sulla parete destra, al di sopra del cornicione, vi sono i bei quadri dell' Adorazione dei Magi e dell' Immacolata. Quest'ultimo dovette essere certamente eseguito su diretta commissione dalle Clarisse dell'annesso convento, poiché la Vergine vi é rappresentata tra due Santi terziari francescani, uno dei quali é S. Luigi IX , re di Francia. L'altro quadro, l'Adorazione dei Magi é di pi ampie dimensioni ed é contornato da una ricca cornice secentesca. La tela fu restaurata nel novembre del 1939 e fu allora che si scoprì il nome dell'autore Carlo Rosa e la data 1666.

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