IL CAPPELLONE
Posteriormente alla ricostruzione della chiesa, venne edificato
nel 1642 il cappellone. E' chiuso da una cancellata in ferro battuto e da
una balaustra in lastre marmoree in cui le tarsie formano un motivo decorativo
a traforo del 1734. Esso é formato da quattro grandi archi sui quali
si imposta la cupola ottagonale. "
La cupola é decorata da un
grande affresco raffigurante la Chiesa trionfante con la Vergine tra una
gloria di Santi ed Angeli, opera del pittore bitontino Nicola Gliri. Lo
schema generale della decorazione, pur esemplato su tradizionali modelli
emiliani, é diretta derivazione napoletana; nella diffusa luminosità
del fondo, nella resa dei personaggi sono evidenti accanto a sviluppi dei
motivi dell'ultimo Cesare Fracanzano, nuovi echi giordaneschi. Della bottega
del Gliri e di molto minor qualità sono i pennacchi con le figure
dei quattro evangelisti. Le tele dei tre lunettoni invece, tradizionalmente
ritenuti dello stesso Gliri, spettano al pittore Carlo Rosa. Le due lunette
sulle pareti laterali della cappella, di incerto soggetto biblico (pare
rappresentino: l'impiccagione di Aman; il banchetto di re Assuero; la regina
Ester e Aman), dimostrano derivazioni non solo dall'ambiente napoletano
e fiammingo, ma anche da quello veneto, nel gusto con cui sono resi gli
ambienti, le vesti dei personaggi, nel potenziamento dei valori di atmosfera,
nella festa del colore di ricordo veronesiano. Piu' aderente all'ambiente
napoletano l'altra lunetta sovrastante l'altare, che raffigura il "Passaggio
del Mar Rosso". Nella sua enfasi barocca mostra accanto a ricordi del
tardo manierismo napoletano, evidenti conoscenze dell'opera di Pietro da
Cortona. Pregevoli pure le due statue lignee fiancheggianti l'altare, raffiguranti
S. Basileo e S. Castore, di scuola napoletana nel XVII secolo." Una
cantoria in legno scolpito e dorato, del 1664, è addossato alla parete
destra: il parapetto é formato da diversi specchi ricchi di intagli
e divisi da pilastrini sagomati a volute. Nello specchio centrale é
sovrapposto uno stemma con al centro un ostensorio, sorretto da due angeli.
La cantoria é dotata di un piccolo organo settecentesco; ai lati
sono raffigurati in affreschi due angeli con strumenti musicali, dipinti
da Umberto Colonna nel 1932. L'altare é settecentesco e sostituì,
probabilmente, il precedente altare del 1672 come é ricordato dalla
lapide posta sul muro laterale. E' in marmo bianco con intarsi ed ha la
mensa sorretta da volute sovrapposte a pilastrini. Sul paliotto in rilievo
é un sarcofago su base trapezoidale con volute laterali. Il secondo
gradino, ornato da festoncini in rilievo e decorazioni varie, é terminato
ai due lati da ampie volute su cui sono seduti due cherubini in marmo bianco
a tutto tondo sorreggenti la cornucopia. Davanti ai gradini é inserita
nel pavimento una lastra ornata da intarsi sulla quale é incisa la
data: "A.D. MDCLXXII", l'anno della consacrazione dell'altare.
Al centro della parete sinistra vi é una tela della "Ultima
Cena", di mediocre valore artistico, eseguito nel 1905 da Giuseppe
Montrone.