CARATTERISTICHE URBANISTICHE ED ARCHITETTONICHE

Nel disegno definitivo della pianta del Borgo fu prescelto lo schema " Ippodameo ", cioe' a scacchiera, non presente in alcuna citta' pugliese. Lo schema ortogonale e' chiaramente evidente nella citta' di origine romana.
E' probabile che la sua adozione nella pianta del borgo di Bari oltre che a motivi culturali sia da ascrivere a due altri fattori:

la situazione del terreno, quasi pianeggiante non presentava nessun ostacolo naturale;
il disegno di piano avendo a disposizione una vasta zona di terreni demaniali e privati espropriati non veniva ad essere intralciato da alcun ostacolo giuridico.

Potrebbe inoltre, aver giocato un certo ruolo, l'estrema semplicita' della soluzione adottata ed anche un forte desiderio di ordine e di regolarita'. Ne consegue che l'impianto urbano e' definito dall'unita' architettonica fondamentale: l'isolato. Uniche eccezioni all'uniformita' ippodamea, sono rappresentate dal palazzo ATENEO, dalla FABBRICA DEI TABACCHI e da P.zza Garibaldi e P.zza Umberto ( originariamente tre ) che si estendono ben oltre alla superficie di un isolato.
Per quanto riguarda l'aspetto edilizio del quartiere Murat nella sua tipologia molto semplice, resta invariato dai primi progetti firmati dal Gimma e dal Prade ( Ing. civile che affianco' il Gimma nella progettazione), datati 1825-1828, sino alla cospicua serie di progetti per la sopraelevazione e rifacimenti, datati 1922-26.
La sua architettura si articola in una cortina, contenuta entro contrafforti angolari lisci o a larghe bugne piatte, spartita orizzontalmente da cornici marcapiano semplicemente modanate, poco aggettanti, e spesso viene conclusa da un modesto cornicione. Entro queste intelaiature si articola la successione di finestre balconate, sormontate da gocciolatoi rettilinei o timpani triangolari e curvilinei, tutte in asse tra loro. Al piano terra, botteghe e portoni con archi a tutto sesto, con semplici profilature e talvolta bugne e chiavi messe in evidenza quale unico motivo decorativo. Una equilibrata sequenza di pieni e di vuoti permette immediatamente l'individuazione dall'esterno degli interassi e quindi la lettura modulo/stanza.
La modesta altezza degli edifici ( circa 12m. in quelli originali a due piani) e la rinuncia a conferire slancio alle facciate per l'assenza di direttrici verticali ( lisce paraste compaiono solo la' dove e' necessario sottolineare la lieve emergenza dell'avancorpo centrale ), sono fattori che dimostrano ulteriormente come in questi prospetti si sia tenuta presente prevalentemente la dimensione orizzontale, in funzione di una estensibilita' indefinita delle cortine.