L'Efficienza dell'Architettura
L'EFFICIENZA DELL'ARCHITETTURA NEL TEMPO: DALLA RIPARAZIONE ALLA MANUTENZIONE Subito dopo aver abbandonato la caverna, l'uomo si è posto una fondamentale domanda, ovvero: quanto deve "durare" il riparo? La risposta è stata subordinata al periodo d'uso dello stesso riparo, ovvero la "durata" di un alloggio momentaneo è indubbiamente minore a quella di una dimora fissa. Altra domanda che ci si è posti riguarda il significato del termine "durare". Con tale termine si è inteso allora non solo la stabilità del riparo ma anche il difendersi dalle acque meteoriche, dal vento, dal freddo. In aggiunta a quanto detto, si ricorda che l'oggetto è costruito per soddisfare determinate funzioni e quindi deve avere e mantenere delle prestazioni. A proposito si riporta il seguente esempio: Necessità di fare lezione --------------> Costruzione dell'aula --------------> Per fare lezione occorrono condizioni di comfort --------------> L'aula, con chiusure e impianti, assicura il comfort --------------> Tale comfort deve essere assicurato finché l'aula è tale. Oggigiorno le prestazioni richieste ad una costruzione sono innumerevoli e talvolta capita che esse siano collegate tra loro come può essere la ventilazione ed il coibente termico. E' in ogni caso opportuno che le prestazioni si mantengano ai livelli iniziali. Risulta superfluo evidenziare come la durata di un edificio sia correlata a quella di ogni singolo oggetto della costruzione. Un edificio che garantisce il mantenimento delle prestazioni si definisce "efficiente" e di conseguenza la durabilità può essere intesa come efficienza nel tempo. Risulta opportuno, adesso, soffermarsi sull'equazione EFFICIENZA + DURABILITÀ = QUALITÀ la quale implica il fatto che tanto maggiore è la durabilità e l'efficienza di un edificio tanto maggiore è la sua qualità. Il Prof. Maggi ritiene che <
>. I controlli cui si riferisce sono: a)Stabilità; b)Sicurezza incendi e calamità; c)Umidità; d)Coibenza termica e acustica; e)Igienicità; f)Attrezzabilità; g)Resistenza agli agenti atmosferici; h)Ventilazione; i)Assorbimento dei materiali; j)Stabilità nel tempo dei requisiti; k)Uso ottimale delle risorse. Si è così delineato il trinomio che caratterizza l'edificio: Qualità, Efficienza, Durabilità. Dell'edificio non bisogna trascurare l'aspetto antropomorfico: nascita, vita, invecchiamento. Si possono così avere due situazioni: a)In questo iter si è caricato di significati particolari: evoluzione tecnica e tecnologica (si pensi alla Torre Eiffel), particolare significato storico,...; assurge quindi alla figura di monumento con conseguente restauro e manutenzione. b)Nella sua vita non ha assunto particolari significati: allorquando invecchia può risultare non più idoneo allo svolgimento delle attività richieste oppure può non avere più capacità prestazionali. Si prospettano allora due strade: la "demolizione" se invecchiato male oppure il "riuso" se invecchiato bene (esempio sono i "Loft": abitazioni ricavate in vecchi magazzini, supermercati, capannoni,...). A proposito del "riuso" si fa presente che oggi se ne fa spesso ricorso per motivi economici (rientra nell'ottica dell'economia: non nel senso del denaro ma in quello di consumo del territorio e delle risorse naturali). In seguito all'invecchiamento, l'edificio assume un carattere "obsoleto". Vi sono tre tipi di obsolescenza, ovvero: a)Obsolescenza formale: dovuta all'evoluzione del gusto, del senso estetico, del sentire l'architettura; b)Obsolescenza funzionale: dovuta all'evoluzione dell'attività o al suo mutamento; c)Obsolescenza fisica: dovuta al decadimento dei materiali in seguito al tempo, all'uso ed all'ambiente esterno. Da quanto detto si ricava che gli interventi sono possibili solo sulla obsolescenza fisica, ovvero si attuano interventi mirati al ritardo di questa; si ha, così, l'obsolescenza programmata. E' ovvio che, essendo l'edificio composto da sub-sistemi, elementi e materiali, più che di obsolescenza generale bisogna parlare di obsolescenza differenziata. Non si riuscirà mai a ripristinare le prestazioni iniziali, ma di certo si può ritardare l'obsolescenza. Gli interventi possono essere di due tipi: a)RIPARAZIONI: sono interventi non programmati e spesso non si possono neanche preventivamente quantificare. Con la riparazione è comunque possibile recuperare le prestazioni perse. b)MANUTENZIONI: sono interventi programmati, razionalizzati e tecnologicamente aggiornati; essi permettono di ritardare i guasti. La riparazione e la manutenzione hanno un risvolto economico; una voce che compare nella progettazione è, infatti, il costo della manutenzione (se si facesse riferimento alle riparazioni si potrebbe incorrere in errori di sottovalutazione o sopravvalutazione dei costi). A proposito della manutenzione si elencano alcune leggi: a)Legge 216/1995: "...il progetto esecutivo deve essere corredato da apposito piano di manutenzione dell'opera e delle sue parti". b)Legge 457/1978: "la manutenzione ordinaria riguarda le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti..."; "la manutenzione straordinaria riguarda le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni d'uso..." Si conclude con le cause di degrado dell'edificio che possono essere: a)Tempo; b)Uso: attività usuranti; c)Ambiente: pioggia, piogge acide, smog, vento, erosione, soleggiamento o non, aggressività salina, gelo, alberi e piante, edifici circostanti, falde, mare, fiume, lago,... d)Carichi: modalità di azione ; causa: attività, clima, sismi; e)Non corretto impiego dei materiali. Quindi, quando devono essere risolti i problemi inerenti la manutenzione? Durante la progettazione: essa si calcola tenendo conto dei livelli prestazionali, della durabilità, delle cause di degrado e delle problematiche della manutenzione. Lo studio della manutenzione è strategico sia dal punto di vista organizzativo che della durabilità e del mantenimento della qualità.