BARI-Sarà il programma multimediale "StereoFot" il piatto
forte del secondo incontro internazionale di Fotogrammetria architettonica,
in programma a Bari dal 26 al 28 maggio, che avrà per tema la formazione
del rilevatore della realtà territoriale.
Tre giornate di lavoro, durante le quali saranno passate ai "raggi
x" l'attività didattica, svolta anche in scuole elementari,
l'esperienza di rilievo e documentazione compiuta in Romania per conto delle
ferrovie locali e la formazione del fotogrammetra nell'ambito della Comunità
europea.
Al convegno parteciperanno grossi nomi del settore a livello europeo: tra
loro, il professor Armin Grun, del Politecnico di Zurigo, il professor John
Badekas, del Politecnico di Atene, Ross W. Dallas, dell'Università
di York Maurice Carbonell dell'IGN di Parigi e il professor Mario Fondelli,
dell'Università di Firenze.
Ma cosa è il programma "StereoFot"? "E' un sistema-spiega
Pietro Grimaldi, presidente della Fondazione italiana fotogrammetria architettonica,
che organizza il congresso in collaborazione con la cattedra di Fotogrammetria
architettonica del Politecnico di Bari - che consente la realizzazione di
una scheda aperta multimediale per la documentazione dei beni culturali,
finalizzata al coinvolgimento in tale progetto degli studenti universitari
e delle scuole medie. Si tratta della prosecuzione della sperimentazione
compiuta dall'85 all'86 nella scuola elementare barese Balilla per l'impiego
di nuove tecnologie nella didattica".
Tradotto in soldoni, lo "StereoFot" trasforma un computer portatile
Macintosh in una sorta di televisione in grado di trasmettere immagini digitali
relative ai rilievi compiuti. Si ottiene così una banca dati facilmente
consultabile e certo più suggestiva di "freddi" tabulati,
per non parlare delle vecchie schede sulle quali si usa ancora catalogare
i beni in questione.
"Con la fotogrammetria - spiega il professor Antonio Daddabbo del Politecnico
di Bari - possiamo simulare il sistema visivo di un gigante, capace di prendere
tra le dita un grattacielo, quando vogliamo osservare una città,
oppure quello di un insetto, quando l'oggetto di una nostra attenzione è
un plastico. Il convegno di maggio si lega all'esperienza di quello del
'91, nel senso che costituisce una verifica delle teorie esposte in quella
sede dalla cattedra e dalla Fondazione, tesi che hanno del resto avuto una
significativa conferma in un convegno internazionale a Washington. Ciò
che mi preme ribadire ancora una volta è che il sempre più
massiccio apporto delle tecnologie va comunque finalizzato al recupero di
quel concetto di scuola bottega che pone al centro di ogni ricerca l'ingegno
umano. In pratica, bisogna recuperare l'attività didattica dell'artigiano,
che insegnava il mestiere ai suoi lavoranti, che diventavano così
non soggetti passivi, ma artefici loro stessi del proprio apprendimento.