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Nuovo Corriere
BARISERA
venerdi 11 - sabato 12 aprile 1997

BARI - Il colpevole torna sempre sul luogo del delitto. E i ladri che hanno preso di mira il laboratorio di Fotogrammetria architettonica di Santa Scolastica, mercoledì notte, sono tornati a fare visita, per l'ennesima volta, alla struttura. E questa volta hanno colpito per due notti di seguito. Ma non hanno portato via niente, solo l'apparecchio di segreteria telefonica.
"La tecnica è sempre la stessa: vengono sfondate le porte in legno, ma resta miracolosamente intatta la porta in cristallo che dà l'accesso al laboratorio di fotogrammetria" si legge nella ennesima denuncia del professor Antonio Daddabbo, responsabile del laboratorio e docente di Fotogrammetria applicata. E prosegue: "L'alieno continua ad accanirsi contro ]la segreteria telefonica (staccata nel corso della prima visita e trafugata durante la seconda). Il materiale fotografico viene esposto alla luce provocando la distruzione della documentazione fotogrammetrica dei monumenti danneggiati dal terremoto".
La nuova denuncia è stata inviata per conoscenza questa mattina dal professor Daddabbo al Rettore del Politecnico di Bari, e ai direttori amministrativo e del Dipartimento di Disegno tecnico industriale e della rappresentazione.
La storia dei furti al laboratorio di Fotogrammetria inizia nell'agosto 1993, quando furono ritrovati tutti i computer sul terrazzo. Nel gennaio 1994, poi, è la volta dello scanner, ritrovato dai carabinieri per la strada. E a novembre dello stesso anno scompaiono invece tutti i computer esistenti in laboratorio: rubati. A dicembre del 1995 risale un misterioso allagamento del laboratorio e, esattamente dopo un anno, nel dicembre 1996, l'ultimo computer esistente viene ritrovato al piano terra. Poco prima, nel settembre del 1996, vengono rubati gli strumenti per la manutenzione ordinaria dell'autografo. "Il valore delle apparecchiature (oggetto di un accordo con la Regione Puglia) supera il valore di duecento milioni, ma nessun provvedimento è mai stato preso per la loro tutela", aggiunge Daddabbo che più volte ha chiesto al Politecnico di migliorare i sistemi di sicurezza. L'ultima lettera di sollecito risale al dicembre del '95.
Una struttura di cui il professor Daddabbo è fiero: "Sto riversando su Internet i risultati ventennali della mia attività didattica e di ricerca per cui ho avuto modo di fare un ottimo esame di coscienza che mi consente di essere orgoglioso e rimettermi al giudizio dei posteri". E parlando della .sua attività didattica e di ricerca il professor Daddabbo si illumina: "L'università per me è come una bottega: il professore è il maestro, lo studente è l'apprendista. Il professore deve spiegare, approfondire gli argomenti e non limitarsi a sterili lezioni dinanzi a trecento persone. L'università deve essere produttiva e gli studenti devono poter verificare concretamente quello che imparano: se sono stimolati rendono al meglio e vengono motivati. E nel mio laboratorio è così".
Una posizione forse scomoda che - adombra lo stesso Daddabbo - gli ha creato qualche nemico.
''Dulcis in fundo, sul nuovo elenco telefonico, il numero del laboratorio non solo è stato eliminato dalla pagina del Politecnico, ma figura tra i laboratori privati con la semplice dicitura "laboratorio di fotogrammetria architettonica"
Tra i suoi nemici il professor Daddabbo individua persone all'interno della stessa struttura universitaria. Un sospetto "già segnalato nella denuncia ai carabinieri dopo gli ultimi atti vandalici del 1996" afferma.
Daddabbo nella sue denuncia fa nomi e cognomi parlando di "attività tesa ad ostacolare l'attività didattica nel settore della fotogrammetria".
E conclude: "Al momento oltre che effettuare la denuncia burocratica del furto della segreteria telefonica (acquistata per il 60 per cento con i fondi di ricerca) non chiedo altro che l'attivazione di una segreteria direttamente presso la Telecom, indispensabile per supplire alla mancanza assoluta di personale .
Mina Sinibaldi