APPENDICEI PRINCIPALI DOCUMENTI In tema di progettazione e costruzione di nuove chiese, i principi teologici e liturgici e la normativa conseguente sono contenuti nei documenti qui elencati. Ad ogni documento è premessa la sigla d'uso. A. TESTI CONCILIARI E MAGISTERIALI SC - Conc. Vat. ll, Sacrosanctum Concilium, Costituzione sulla sacra liturgia (1963), nn. 122- 130. IOE - S.Congregazione dei Riti, Inter Oecumenici, Istruzione per la retta applicazione della Costituzione sulla sacra liturgia (1964), nn. 90-99. EM - S.Congregazione dei Riti e Consilium. Eucharisticum Mysterium, Istruzione sul culto del Mistero eucaristico (1967), nn. 24; 52-57. LI - S.Congregazione per il culto Divino, Llturgicae instaurationes, Istruzione per la retta applicazione della Costituzione sulla sacra liturgia (1970), n.70. MS - Consilium e S. Congregazione dei Riti, Musicam sacram, Istruzione sulla musica nella sacra liturgia (1967), nn. 23; 63. RLI - Il rinnovamento liturgico in Italia, Nota pastorale della Commissione Episcopale per la liturgia della C.E.I. a vent'anni dalla Costituzione Conciliare Sacrosanctum Concilium ( 1983), n.13. B. LIBRI LITURGICI IN VERSIONE ITALIANA BEN - CEI, Benedizionale, Roma 1992, nn. 1159-1589. BODCA - CEI, Benedizione degli Oli e Dedicazione della chiesa e dell'altare, Roma 1980, pp. 12-74; 40-41; 90-92 (nn. 152-162). LDF - CEI. Lezionario domenicale e festivo. Premesse (Fascicolo sup plementare), Roma 1982, nn. 32-34. MR - CEI. Messale Romano. Roma 1983, 2a ed. PNMR - Principi e norme per l'uso del Messale Romano. in MR, pp. XVII-XLVIII. Precis.CEI - CEI, Precisazioni, in MR, pp. L-LI. RBB - CEI, Rito del Battesimo dei Bambini, Roma 1970, pp. 22-23 (nn. 18-26). RCCE - CEI, Rito della Comunione fuori della Messa e Culto eucaristico, Roma 1979, p. 16 (nn. 9-11). RP - CEI, Rito della Penitenza, Roma 1974, p. 23 (n. 12). C. ALTRI DOCUMENTI CDC - Codice di Diritto Canonico, Roma 1983, cann. 858; 934-940; 964; 1214-1222; 1235-1239. CE - Caeremoniale Episcoporum, Romae 1984, nn. 42-54; 864-878; 918-932.
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
14. L'altare (cf PNMR n. 262)
15. La sede per il celebrante e i ministri (cf PNMR n.271)
16. L'ambone (cf PNMR n. 272)
17. Materia per la costruzione dell'altare (cf PNMR n. 263), per la preparazione delle suppellettili (cf PNMR n. 268), dei vasi sacri (cf PNMR n.294) e delle vesti sacre (cf PNMR n.305)
PONTIFICALE ROMANO I. Natura e dignità dell'altare Cristo, altare del suo sacrificio 152. Gli antichi Padri della Chiesa, meditando sulla parola di Dio, non esitarono ad affermare che Cristo fu vittima, sacerdote e altare del suo stesso sacrificio. La lettera agli Ebrei descrive infatti il Cristo come pontefice sommo e altare vivente del tempio celeste, e l'Apocalisse presenta il nostro Redentore come agnello immolato la cui offerta vien portata, per le mani dell'angelo santo, sull'altare del cielo (cf Eb 4,14; 13,10; Ap 5,6). Anche il cristiano è altare spirituale 153. Se vero altare è Cristo, capo e maestro, anche i discepoli, membra del suo corpo, sono altari spirituali, sui quali viene offerto a Dio il sacrificio di una vita santa. Interpretazione, questa, già avvertita dai Padri stessi, per es. da sant'lgnazio d'Antiochia, quando rivolge quella sua mirabile preghiera: "Lasciatemi questo solo: che io sia immolato a Dio, finché l'altare è pronto" (Ai Romani 2,2, ed. F.X. Funk, p. 255) o da san Policarpo, allorché raccomanda alle vedove di vivere santamente, perché "sono altare di Dio" (Ai Filippesi 4,3 ed. F.X. Funk, p. 301). A queste espressioni fa eco, accanto ad altre voci, quella di san Gregorio Magno: "Che cos'è l'altare di Dio se non l'anima di coloro che conducono una vita santa?... A buon diritto, quindi, altare di Dio vien chiamato il cuore dei giusti" (In Ezechielem 11,10,19: PL 76,1069). Secondo un'altra immagine assai frequente negli scrittori ecclesiastici, i fedeli che si dedicano alla preghiera, che fanno salire a Dio le loro implorazioni e offrono a lui il sacrificio delle loro suppliche, sono essi stessi pietre vive con le quali il Signore Gesù edifica l'altare della Chiesa. L'altare, mensa del sacrificio e del convito pasquale 154. Cristo Signore, istituendo nel segno di un convito sacrificale il memoriale del sacrificio che stava per offrire al Padre sull'altare della croce, rese sacra la mensa intorno alla quale dovevano radunarsi i fedeli per celebrare la sua Pasqua. L'altare è quindi mensa del sacrificio e del convito; su questa mensa il sacerdote, che rappresenta Cristo Signore, fa ciò che il Signore stesso fece e affidò ai discepoli, perché lo facessero anch'essi in memoria di lui. A tutto questo allude l'Apostolo, quando dice: "11 calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? PoichŽ c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane" (lCor 10,16-17). L'altare, segno di Cristo
155. In ogni luogo, quando le circostanze lo esigono, i figli della Chiesa possono celebrare il memoriale di Cristo e appressarsi alla mensa del Signore. Conviene però alla dignità del mistero eucaristico che i fedeli costruiscano, come già nei tempi antichi, un altare stabilmente destinato alla celebrazione della cena del Signore. L'altare, onore dei martiri 156. La dignità dell'altare consiste tutta nel fatto che esso è la mensa del Signore. Non sono dunque i corpi dei martiri che onorano l'altare, ma piuttosto è l'altare che dà prestigio al sepolcro dei martiri. Proprio per onorare i corpi dei martiri e degli altri santi, come per indicare che il sacrificio dei membri trae principio e significato dal sacrificio del Capo, conviene che l'altare venga eretto sui sepolcri dei martiri o che sotto l'altare siano deposte le loro reliquie, in modo che "vengano queste vittime trionfali a prendere il loro posto nel luogo in cui Cristo si offre vittima. Egli però sta sopra l'altare, perché ha patito per tutti; questi, riscattati dalla sua passione, saranno collocati sotto l'altare" (S. Ambrogio, epistula 22,13. PL 16,1023). Una collocazione che sembra ripresentare in qualche modo la visione spirituale dell'apostolo Giovanni nell'Apocalisse: "Vidi sotto l'altare le anime di coloro che furono immolati a causa della Parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa" (Ap 6,9). Sebbene infatti tutti i santi vengano chiamati a buon diritto testimoni di Cristo, ha però una forza tutta particolare la testimonianza del sangue e sono proprio le reliquie dei martiri deposte sotto l'altare che esprimono questa testimonianza in tutta la sua interezza. II. Erezione dell'altare 157. E' opportuno che in ogni chiesa ci sia un altare fisso. Negli altri luoghi destinati alle sacre celebrazioni, l'altare può essere fisso o "mobile". Altare fisso quello che fa corpo con il pavimento sui cui costruito, ed è, come tale, inamovibile; altare mobile è quello che si può spostare.
158. È bene che nelle nuove chiese venga eretto un solo altare; l'unico altare, presso il quale si riunisce come un solo corpo l'assemblea dei fedeli, è segno dell'unico nostro salvatore, Cristo Gesù, e dell'unica Eucaristia della Chiesa. 159. L'altare si costruisca separato dalla parete, in modo che il sacerdote possa girarvi intorno senza difficoltà e celebrarvi la Messa rivolto verso il popolo; "sia poi collocato in modo da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente converga l'attenzione di tutta l'assemblea" (PNMR 262).
160. In conformità alla tradizione della Chiesa e al simbolismo biblico dell'altare, la mensa dell'altare fisso deve essere di pietra e precisamente di pietra naturale. A giudizio per˜ delle Conferenze Episcopali, può essere consentito l'uso di un'altra materia, purchŽ sia degna, solida e ben lavorata. 161. Per sua stessa natura, l'altare è dedicato a Dio soltanto, perché a Dio soltanto viene offerto il sacrificio eucaristico. È questo il senso in cui si deve intendere la consuetudine della Chiesa di dedicare a Dio altari in onore dei santi. Lo esprime assai bene sant'Agostino: "Non ai martiri, ma al Dio dei martiri dedichiamo altari, anche se lo facciamo nelle memorie dei martiri" (Contra Faustum, XX,21 :PL 42,384) . È una cosa, questa, da spiegare con chiarezza ai fedeli. Nelle nuove chiese non si devono collocare sull'altare né statue, n&ecute immagini di santi. Neanche le reliquie dei santi, esposte alla venerazione dei fedeli, si devono deporre sulla mensa dell'altare.
162. Verrà opportunamente conservata la tradizione della liturgia romana di deporre sotto l'altare reliquie di martiri o di altri santi. Si tengano però presenti queste norme:
CODICE DI DIRITTO CANONICO
Can. 858 CONSERVAZIONE E VENERAZIONE DELLA SANTISSIMA EUCARISTIA
Can.934
Can.935
Can.936
Can. 937
Can. 938
Can.939
Can. 940 SACRAMENTO DELLA PENITENZA
Can.964 LE CHIESE
Can. 1214
Can. 1215
Can. 1216
Can. 1217
Can. 1218
Can. 1219
Can. 1220
Can. 1221
Can. 1222 GLI ALTARI
Can. 1235
Can. 1236
Can. 1237
Can. 1238
Can. 1239
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Iter seguito per la formulazione della Nota: 1. La Commissione per l'edilizia di culto, esaminando i vari progetti per la costruzione di nuove chiese che vengono presentati alla C.E.I. per l'eventuale finanziamento, si è trovata spesso di fronte a soluzioni non sempre soddisfacenti da vari punti di vista, soprattutto per l'aspetto liturgico. 2. Per venire incontro a committenti - pastori, liturgisti, popolo di Dio - e progettisti - architetti, artisti, tecnici - fu proposto di fare una nota pastorale che affrontasse questa problematica presentando organicamente le disposizioni dei libri liturgici e altre indicazioni date in materia. 3. A questo scopo furono interessati l'Ufficio Liturgico e successivamente la Segreteria Generale, la Consulta nazionale dei beni culturali ecclesiastici e la Commissione Episcopale per la Liturgia. 4. Per raccogliere materiale e indicazioni di competenti ed esperti, nei giorni 8-11 aprile l991, si tenuto un apposito Seminario convocato e presieduto dai Presidenti della Commissione Episcopale per la Liturgia, S.E. Mons. Domenico Amoroso, e della Consulta per i beni culturali ecclesiastici, S.E. Mons. Pietro Garlato, in collegamento con i rispettivi Uffici della C.E.I. 5. Le "proposizioni" raccolte al termine del Seminario sono state approfondite da un apposito gruppo di lavoro costituito presso l'Ufficio liturgico. Successivamente un indice ragionato in vista di una eventuale nota pastorale è stato inviato ai partecipanti al Seminario, alla Consulta dei beni ecclesiastici, alla Commissione e agli incaricati regionali per l'edilizia di culto. 6. L'indice ragionato è stato presentato alla Commissione Episcopale per la Liturgia il 13 marzo 1992. Dopo un'ampia discussione ed osservazioni varie la Commissione ha dato il suo assenso per la stesura della Nota, tenuto conto delle osservazioni della stessa Commissione Episcopale e degli esperti ai quali è stata inviata. 7. Presentata al Consiglio Permanente della C.E.I. nella sessione del mese di settembre 1992, Poiché fu richiesto un ulteriore arricchimento e riordino di alcune sezioni, la Nota è stata adeguata nella sua stesura a cura dell'Ufficio Liturgico, con la consulenza di alcuni esperti e l'assenso della Commissione Episcopale per la Liturgia. La Nota è stata quindi definitivamente approvata dal Consiglio Permanente nella sessione del mese di gennaio 1993. |